ZOI: Uno spazio che ruota tutto intorno al Food ed al benessere
Vaghi una sera intera per Milano alla ricerca di un ristorante nuovo, mentre parenti e amici ti prendono in giro: “ormai fai questo di lavoro e sei sempre fuori a cena. Possibile non ti venga in mente dove andare a cena?” e allo stesso modo ti imbatti nelle cose solo quando hai smesso di cercarle.
Un esempio?
Ho trascorso gli ultimi 10 anni abitando in una zona di Milano secondo me sprovvista di buone enoteche. Bar, ristoranti e locali a non finire, ma di enoteche, di quelle che piacciono a me, nemmeno l’ombra.
Finché una sera di un paio di anni fa, mio fratello mi dice: “vediamoci in piazza Aquileja alla Bottiglieria Bulloni” e lì mi si apre un mondo.
Alcolico ma meraviglioso.
E soprattutto sotto casa.
E io che mi spingevo ogni volta, sia per bere che per comprare una buona bottiglia, fino a via raffaello Sanzio.
Idem con un’altra enoteca, quella di Corso Genova, generalmente straripante di vecchietti che giocano a carte vista strada. Con un certo snobismo non ci avevo mai messo piede, finchè ho scoperto un ottimo aperitivo, vini e champagne buonissimi, serviti a calice e, lo dico soprattutto per gli champagne, alla temperatura che piace a me.
A volte sotto casa non ci manca nulla e noi ci ostiniamo ad andare dall’altra parte della città.
E’ sempre così… proprio ora che mi devo trasferire!
Tutto questo preambolo (ormai mi conoscete, sono lunghissima), solo per raccontarvi che dopo anni trascorsi ad Arese, ho scoperto proprio lì, solo recentemente, un ristorante buonissimo, che mi pento di non aver conosciuto prima.
Ironia della sorte ZOI è a circa 500 metri da casa di mia madre, eppure, in oltre 10 anni trascorsi abitando ad Arese, nemmeno lei c’era mai stata.
Oltretutto mia madre ed io siamo due grandi amanti della cucina naturale e lei, in più, pratica yoga da oltre vent’anni.
Ve lo racconto perché Zoi, in realtà, è molto più che un semplice ristorante: è infatti uno spazio che ruota tutto intorno al Food ed al benessere. Bakery, ristorante, locale ed ora, grazie all’espansione nei locali adiacenti, anche Yoga.
Ho avuto il piacere di cenarci, in compagnia di alcuni simpatici amici blogger, qualche settimana fa, in occasione di un corso di cucina naturale seguito da una cenetta deliziosa.
Mi è piaciuto così tanto (è stato amore a prima vista con un falafel davvero ben fatto) che ci tornerò tra pochi giorni, con la famiglia al completo.
Quando siamo stati da ZOI abbiamo imparato come scegliere e preparare, seguendo un menù completamente vegano (non ditemi mai più che il vegano non è saporito) le materie prime d’autunno, che hanno scritto la storia della cucina povera e contadina.
Zoi, il progetto
Zoi, dal greco “vita”, è nato da un lungo viaggio, un viaggio in continua evoluzione. Una fusione di intenti tra Michal, Alessandro e Lucia, tutti e tre orientati dal desiderio di migliorare la vita delle persone, nutrendone il corpo e l’anima.
In che modo? Attraverso la cucina vegetariana e vegana, la pratica yoga, la respirazione, la meditazione.
Ogni ingrediente di Zoi racconta un pezzetto della loro storia, dei paesi che hanno visitato e di quello che abbiamo racchiuso nel loro cuore.
Si può sicuramente parlare di una cucina molto emozionante, oltre che carica di emozioni.
Zoi è pensiero positivo, legame con la natura e passione, espressa attraverso una cucina che impiega quasi esclusivamente ingredienti semplici e biologici.
Mi sono letteralmente innamorata della loro cucina, a tal punto che, nei giorni successivi alla nostra cena, ho provato a preparare e riproporre alla mia famiglia alcune delle ricette provate, tanta era la voglia di condividere le mie recenti scoperte.
Ho assaggiato, nonostante ormai io sia una trottola spesso in giro per ristoranti, piatti mai provati prima. E, devo ammetterlo, anche questa ondata di novità è stata molto stimolante, contribuendo a farmi assaggiare tutto con ancora più gusto.
Mi piace farvi venire l’acquolina in bocca, quindi vi racconto, passo per passo, quello che ho assaggiato durante la nostra degustazione.
Tanto per cominciare bene la serata l’aperitivo, che mi ha letteralmente conquistata con falafel (me li sogno ancora per quanto erano buoni), serviti sia un letto di maionese vegana, sia una crema alla barbabietola.
A seguire:
– “Ma pensa te!”, ovvero una tartare di carota marinata con fiori di sambuco, olio affumicato e basilico su salsa di sesamo bianco, ristretto di estratto di carota e cracker di sesamo nero
– “Eden – le verdure d’autunno”. Verdure cotte sottovuoto, altre fermentate su crema di anacardi, “terra” di grano saraceno, teff, carbone vegetale e birra doppio malto, completate da una spruzzata di aceto alla birra
Dopo l’aperitivo ci siamo spostati in cucina, per ammirare lo Chef Michal all’opera e scoprire come preparare alcuni piatti deliziosi.
Dopo aver cucinato (ed assaggiato), è arrivato il momento più bello della serata e, seduti a tavola, coccolatissimi e sorseggiando dei vini biologici e biodinamici eccezionali, abbiamo iniziato la nostra cena.
Una nota a parte la merita il loro pane fatto in casa, uno dei migliori mai provati. Delizioso sia il pane zoi, preparato con farina biologica integrale senza lievito ed arricchito con semi misti (zucca, lino, girasole), che il “nuovo pane Zoi”, un pane semi integrale con lievito madre e una lievitazione di circa 24 ore.
Per chi volesse assaggiarlo vi ricordo che Zoi è anche una bakery, dove potrete acquistare sia pane che dolci.
Ma ecco i piatti:
-“Gemista” – fiori di zucca ripieni di risotto al pomodoro e aneto, su crema di zucca, salsa di pomodoro, olio di zucca e germogli di maggiorana.
– “Femme fatale” – tagliolini di patate essiccate su crema di funghi e patate, champignon freschi e tartufo sott’olio.
– “Non ci credo” – barbabietola cotta al forno per 12 ore, essiccata per 12 ore, saltata in padella con timo e aglio in camicia, accompagnata a una salsa affumicata a base di soia e insalatina tenera con olio al rosmarino.
E, per finire, una deliziosa e molto equilibrata “Pumpkin cake” (ci tengo a sottolineare ben equilibrata perché, solitamente, non stravedo per la zucca, trovandola eccessivamente dolce), torta alla zucca con bacche di Goji, base di amaranto soffiato, prugne e uvetta completata dai semi di zucca caramellati in forno (da urlo, trovate la ricetta sotto!).
L’intero menu vi è stato preparato in versione vegana e senza glutine.
Chef Michal Durak
33 anni, origini slovacche, una laurea in ingegneria in tasca e tante esperienze lavorative in giro per il mondo. E due importanti colpi di fulmine. Quello per Lucia, sua moglie e socia del Ristorante Zoi che gli ha trasmesso l’amore per la cucina e quello per l’India, vero punto di svolta della sua filosofia di vita.
E’ qui che, tra corsi di yoga e libri di filosofia, si converte alla cucina vegetariana.
Ma Michal è un ingegnere ed ecco che gli studi sulla cucina molecolare lo fanno appassionare sempre più ai processi che avvengono nella manipolazione degli alimenti. Ed è un nuovo giro di boa. Basse temperature, cucina sottovuoto e caratteristiche nutrizionali sono tutti aspetti fondamentali della sua cucina.
Vegetariana e vegana. Con un’attenzione costante agli aromi, al gusto e agli aspetti sensoriali. Ogni suo piatto, creato con una giusta dose di rigore e passione, è un viaggio alla scoperta del mondo. Ma è anche qualcosa creato per far star bene la gente perché per lui il benessere delle persone viene prima di tutto il resto.
Come arrivare da Zoi
Arese direzione Centro Commerciale “Le Mimose”, via Mattei 48, piazza con ampio parcheggio.
La Pumpkin tart dello Chef Michal Durak
Ingredienti per una torta di 28cm:
Base:
320g prugne secche
120g uvetta
140g quinoa soffiata o 350g fiochi di avena
Copertura:
700g zucca hokkaido con la buccia o delica sbucciata
300g sciroppo di riso o altro dolcificante a piacere
250g olio di cocco
100g burro di cacao
150g ficchi o datteri
20g succo di limone (1/2)
2g vaniglia
2g cannella
Decorazione:
100g bacche di goji ammollate nel succo di mela o acqua
100g semi di zucca
20g sciroppo di riso
Procedimento:
Prima facciamo la base.
E quindi le prugne fanno frullate insieme alla quinoa soffiata in un robot da cucina finche non si amalgamano.
Dopo va schiacciata in una tortiera più meno in un strato di spessore uguale e messa in frigo.
Per il ripieno bisogna cuocere la zucca.
Idealmente al forno (180°C per 20-25min infornata insieme ai semi di zucca mischiati con il sciroppo di riso distribuiti bene sulla teglia) o a vapore per 10 minuti ma non bollire perché si annacquerebbe troppo.
Dopo va frullato in un robot da cucina o nel bimbi con tutto resto dei ingredienti della copertura.
Le bacche vanno mischiate dentro alla fine e NON vanno frullate.
Tutta la copertura va messa sopra la base e messa in frigo per qualche ora per rassodarsi.
I semi di zucca vano tostate con la zucca finche non saranno un po’ abbrustolite e poi lasciate raffreddare e poi messe sopra la torta.
Enjoy!