Visita alla Holt

di Sara

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Arriva all’entrata, correndo, una ragazza coreana molto magra, capelli tirati indietro con una piccola coda, mi apre il cancello esclamando:

“è la prima volta che conosco un’adottiva dall’ Italia e quando abbiamo letto la tua mail ci siamo tutti emozionati, sai per noi è la prima volta che incontriamo un figlia di Holt che è andata in Italia”.

Cerco di tenere il suo passo perché “dobbiamo fare tante cose oggi! Molly Holt già ti aspetta a casa sua”.

Camminiamo velocemente nel giardino del centro che Harry Holt ha voluto far costruire e che ha voluto con tutte le sue forze. Vedo intorno a me diversi scuola bus, campi da baseball, basket, pallavolo e tante piccole case!”

Finalmente ci fermiamo davanti ad una piccola casa “questa è stata la casa di Harry e di Bertha Holt – i tuoi primi genitori – ora ci vive Molly, figlia naturale di Harry”.

Appena Gyung Hee apre la parte mi viene incontro un’anziana signora con occhiali e con accento americano e mi abbraccia, “sono contenta di conoscerti, è la prima volta che incontriamo un’italiana, voi siete in pochissimi. Ti prego fermati un po’, vuoi un the? raccontami di te. Quando hai lasciato la holt?”

“avevo 3 mesi”

“sei felice?”

“Si”.

“Holt avrebbe voluto che tutti i bambini crescessero senza discriminazione e senza razzismo, non è andata proprio così, vero Sara? Soffrite ancora molto per i vostri occhi così dolci e la vostra pelle dorata?”

“a volte….”

Molly continuava a parlare seduta sulla sua poltrona marrone. Davanti a me vedevo una donna anziana con gli occhiali, che mi raccontava una storia che non avevo mai vissuto, ma che era la mia.

Holt Children Services, la mia prima casa.

“Ho guardato il tuo file, sei stata lasciata molto presto e pesavi pochissimo… sai io penso che tua madre non ti abbia mai abbandonato ma ha solo chiesto un aiuto per te…è diverso. Dal tuo file si capisce che i tuoi genitori erano molto poveri, sai…. è stata sicuramente una richiesta di aiuto, non un abbandono…non devi essere arrabbiata, ok?”

“Non sono arrabbiata”, avrei voluto rispondere a quella gentile signora, solo che per me questo è un mondo lontano, mi sembra di non averlo mai vissuto, eppure fa parte della mia memoria e della mia storia, fa parte di me perché qualcuno me l’ha detto, ma non perché io lo senta.

Nel dialogo con Molly cercavo di controllare le mie lacrime anche se non capivo perché avevo quel groppo allo stomaco, ma è stato così, stavo trattenendo un mio sentimento. Per me quello che stavo vivendo era così lontano…nessuna memoria, nessuna. Quasi come se non l’avessi mai vissuto, eppure fa parte di me e della mia storia.

Sung Hee Bramani Araldi

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