Ad un anno esatto dall’inizio dei disordini che hanno devastato il Venezuela, proprio nelle ultimissime ore stiamo assistendo ad un susseguirsi incalzante di avvenimenti gravissimi ed incisivi per la situazione sociale, politica ed economica del paese.
Sappiamo che il Sebin (Sistema Bolivariano de Inteligencia Nacional), ha arrestato fra calci e pugni il sindaco metropolitano della città di Caracas Antonio Ledezma. Sua moglie ha dichiarato che diversi funzionari incappucciati hanno fatto irruzione nel suo ufficio sparando e portandoselo via con la forza. Questo fatto ha chiaramente scatenato il caos e a lungo la società civile, come i leader dell’opposizione protestano fuori dalla sede del Sebin per evidenziare il proprio appoggio verso Antonio Ledezma.
Antonio Ledezma figura accanto a personaggi di spicco della scena politica venezuelana quali Leopoldo López, Maria Corina Machado, Henrique Capriles, Diego Arria, Julio Borges e Daniel Ceballos, tutti molto amati e seguiti dai venezuelani e chiaramente oppositori al regime castro-comunista di Nicolás Maduro.
L’arresto di Ledezma sarebbe un disperato (l’ennesimo!) tentativo da parte di Nicolás Maduro di creare scompiglio e spostare l’attenzione su altro rispetto alla reale e gravissima problematica in cui versa il paese, ovvero una tremenda ed inarrestabile crisi economica e sociale.
Ancora una volta Maduro dimostra la sua scarsa intelligenza pensando che incarcerando o uccidendo i suoi principali oppositori politici e chiunque non la pensi come lui, la crisi potrà essere risolta.
Più passa il tempo e più Maduro perde argomenti convincenti che gli permettano di negare che in Venezuela esista una vera e propria dittatura che fa il bello ed il cattivo tempo di un popolo ormai in ginocchio, con arroganza, violenza e corruzione alle stelle.
Guai seri anche per Leopoldo Lopéz, prigioniero politico dallo scorso 18 febbraio presso il carcere militare di massima sicurezza Ramo Verde.
Per chi non ne fosse al corrente, Lopez venne incarcerato ingiustamente solo per il fatto di aver invitato con un discorso il popolo a risvegliarsi e a scendere in piazza protestando esigendo i propri diritti.
Il regime lo volle fuori dalla scena politica per via del suo innato carisma e la validità dei suoi argomenti.
Ad un anno da allora proprio oggi, nel pieno di una protesta insorta tra i prigionieri di Ramo Verde per via dei frequenti maltrattamenti subiti dai loro famigliari in visita, un comando militare ha cercato di prelevare e sequestrare a forza Leopoldo.
Siamo in molti a temere per la sua vita.
Un’azione del genere, infatti, ha come finalità solo quella di farlo sparire nel nulla senza attribuire colpe a nessuno in particolare.
Proprio la scorsa settimana Ledezma e il deputato Julio Borges erano stati accusati di essere gli autori intellettuali di un ipotetico colpo di stato a cui il governo oggi affermerebbe di aver messo definitivamente fine.
Nelle ultimissime ore è stata diffusa la notizia che esisterebbe un ordine di cattura anche per Maria Corina Machado.
Mossa rischiosa da parte di Maduro, già che l’ex deputata ha saputo farsi conoscere internazionalmente battendosi in diversi paesi in nome della democrazia completamente inesistente in Venezuela.
La serie infinita di notizie che si sono susseguite oggi ha chiaramente portato Maduro a censurare televisioni e radio nella speranza di poter in qualche modo bloccare il flusso di informazione, ma per fortuna Facebook e Twitter continuano a rappresentare i mezzi di comunicazione privilegiati in questa battaglia contro il castrocomunismo.
In tutto questo, inutile ripeterlo forse, continua l’omertà generale della stampa italiana e aumentano i “non ne sapevo nulla” delle persone che hanno modo di leggere le righe che pubblichiamo su questo blog.
Grazie come sempre ad Odilia, Cono, Maria Cristina, Domenico e Valderis, squadra fortissima grazie alla quale riusciamo a mantenerci aggiornati sulla situazione venezuelana in tempo reale. E un grazie sincero anche a Daniele M. che fa lo stesso con grandissima dedizione e infinito amor patrio!