San Bassiano
Il racconto del mio viaggio alla scoperta di Lodi e Lodi Vecchio in bicicletta.
La visita della Basilica di san Bassiano.
Sono passati pochi giorni dal nostro viaggio alla scoperta di Lodi, delle campagne circostanti interrotte qui e là da zone industriali, dalle cascine ancora attive e da quelle, ormai assopite e completamente inghiottite dalla vegetazione, delle zone abitate di quella che oggi viene conosciuta come Lodi Vecchio, testimonianza di antichi splendori a cui si è attinto, nei secoli, come da un cantiere a cielo aperto.
Lodi e Lodi Vecchio: le mete ideali ad appena 30 minuti da Milano
Un luogo che ancora oggi non tutti conoscono, pur essendo a nemmeno mezzora di treno da Milano.
Come ho avuto già modo di raccontarvi in un mio post precedente sul Lodi Vecchio e il cicloturismo, ho visitato per la prima volta queste zone nel miglior modo in cui potessi farlo: in bicicletta.
A Lodi le distanze e le prodigiose piste ciclabili permettono di muoversi sulle due ruote in totale sicurezza, potendo godere di lunghissimi percorsi lontani dalle auto e riparati dalle strade con opportune barriere.
A Lodi, insomma, il ciclista è benvenuto e, anzi, proprio per diffondere e sostenere la filosofia del cicloturismo, qui troverete diverse realtà nate dalla cultura delle due ruote.
Lodi città amica delle due ruote
Sto parlando, per esempio, dell’associazione FIAB Lodi e di Le Lippe, Ciclofficina a un passo dalla stazione dei treni, dove è possibile noleggiare biciclette.
D’ora in avanti sarò una grande promotrice del cicloturismo perché conoscere un territorio senza doversi fare carico del parcheggio, senza dover conoscere per filo e per segno le strade (rischiando multe salatissime quando si approda per errore in zone a traffico limitato), senza nemmeno dover faticare con lunghi spostamenti a piedi, non ha prezzo.
L’ho capito solo durante il nostro tour, quando ho percepito quanto fosse divertente, oltre che facile, percorrere tanti km in pochi minuti spostandosi da un lato all’altro della città, dalla parte nuova a quella antica e viceversa.
Lodi Vecchio: La Basilica di San Bassiano
E l’ho capito anche quando, in una manciata di minuti, abbiamo lasciato la zona abitata e le case rimaste illese e originali di quella che una volta era l’antica Laus Pompeia e, girato un angolo rigoglioso, abbiamo visto in lontananza il suo profilo.
Crocevia della storia e della geografia.
Maestosa nella sua assoluta semplicità, con i suoi contorni a stagliarsi su “quel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così splendido, così in pace”, esattamente com’era bello e splendido nel giorno in cui ci sono imbattuti in lei per la prima volta.
Sto parlando della Basilica di San Bassiano.
Immergendosi al cuore dello scenario bucolico della campagna lodigiana non si può d’altronde mancare questo appuntamento.
La Basilica dei XII Apostoli
Situata appena fuori Lodi Vecchio, quella che originariamente era la Basilica dei XII Apostoli (il suo primo nome) si erge in tutta la sua imponenza.
Man mano che, pedalata dopo pedalata, ci avvicinavamo, le sue forme si facevano più nitide e visibili: la facciata in mattoncini rossi così caratteristica, racconto di un retaggio romanico che nel tempo si è poi contaminato di un restauro all’insegna del gotico lombardo.
In sella alle nostre bici, come vi dicevo, l’abbiamo scorta già da lontano.
Poi, l’abbiamo seguita con lo sguardo, quasi come una stella polare.
E, infine, eccoci lì: accolti da quel suo corpo frontale tripartito, che ricorda quasi lo spalancarsi di un abbraccio.
Lo stesso che, da lì a poco, ci avrebbe riservato Don Antonio Spini, il parroco della basilica, chiamato a prendersi cura di questo tesoro lombardo, se solo le circostanze del momento non ci imponessero di rimandare ogni contatto diretto a tempi più propizi per i segni di maggiore affetto.
Ma non voglio perdermi in divagazioni.
Questo luogo è, infatti, molto particolare e vale la pena sia raccontata la sua storia.
Gemma incastonata alla biforcazione delle strade che conducono fino Piacenza e Cremona, da sempre primo snodo che, “rotolando verso Sud”, s’incontra partendo da Milano.
Storia della Basilica di San Bassiano (o dei XII Apostoli)
La chiesa venne fondata da San Bassiano e poi consacrata ufficialmente nel 378 (il 1° gennaio a voler essere ancora più precisi), all’estremità di quella che all’epoca era la città di Laus Pompeia.
Già quel giorno passò alla storia come una data da ricordare: presenti per l’occasione c’erano ben tre vescovi che poi saranno elevati santi, come Bassiano, successivamente patrono di Lodi, Ambrogio, che anche i non milanesi sanno di default quanto sia importante per chiunque creda (o no) all’ombra della Madonnina, e Felice, arrivato fin da Como dove prestava la sua opera di evangelizzazione.
Passò qualche anno da quella data e, nel 413, poco dopo la morte di Bassiano, la Basilica venne dedicata a San Bassiano, nome con il quale oggi è conosciuta ai più.
La sua storia piena di fascino, però, era, allora, solo all’inizio.
Prima di raccontare cosa accade nei secoli successivi, però, è giusto condividere qualche aneddoto che aiuta a spiegare nomi e attribuzioni.
Da una parte, la “Basilica Apostolorum”, in principio, era tale in quanto scrigno chiamato a custodire le reliquie dei primi uomini che seguirono Gesù Cristo.
Allo stesso tempo, però, questa chiesa rappresentava una tappa fondamentale nel lungo cammino sulla strada del pellegrinaggio che in epoca antica conduceva da Bordeaux alla Terrasanta: la via Burdigalese (da Bordeaux) o Palmaria (perché Palmari erano detti i pellegrini che tornavano dalla Terrasanta portando come testimonianza del loro viaggio, per l’appunto, un ramo di palma).
Ma c’è di più: leggenda o realtà, a ognuno la facoltà di credere o meno, si narra che nel 400, San Bassiano entrò in Lodi, guarendo istantaneamente tutte le persone affette dalla lebbra.
Ma non solo: il santo avrebbe assicurato poi alla folla che mai nessuno si sarebbe ammalato nuovamente.
Ed è proprio ciò che in seguito sarebbe accaduto, secondo quanto riferiscono le cronache.
Per il tempo, un vero miracolo capace di farti dedicare una Basilica al momento della tua morte, non ci sono dubbi.
Ma di veri e propri miracoli si torna a parlare in altre due occasioni.
E mi sto riferendo al 1111 e al 1158.
Cosa è accaduto di tanto importante in queste date?
Semplicemente quel che era all’ordine del giorno in quei secoli: i milanesi muovono verso Lodi Vecchia con fare litigioso e la distruggono.
Di restauro in restauro
Eppure, davanti a questo scenario apocalittico, dove la città è prima rasa al suolo e poi incendiata in quel che ne erano i residui ancora in piedi, la Basilica non viene neanche scalfita, continuando a ergersi imponente in tutta la sua straordinaria bellezza.
Certo, questa chiesa ha poi avuto bisogno di qualche intervento: un restyling per la precisione.
In particolare, nel corso del XIV secolo ci si rende conto che i segni del tempo sono diventati eccessivi e si procede a un restauro all’insegna del gotico lombardo.
Prende così forma l’aspetto che la contraddistingue ancora oggi: con i suoi caratteristici cinque pinnacoli sul profilo superiore, le bifore a vento sui lati della facciata, l’edicola centrale con la statua di San Bassiano, il rosone e la torre campanaria, ma soprattutto gli splendidi interni affrescati.
Poi, col tempo, questo straordinario luogo di culto cade un po’ nel dimenticatoio, subendo un lento ma inesorabile degrado.
Altri restauri la vedono protagonista, certo, in particolare alla fine del XIX secolo e a metà del XX, ma un’aria fatiscente sembra non volerla abbandonare più.
L’arrivo del Parroco: Don Antonio Spini
Almeno fino a un giorno di 42 anni fa, quello in cui Don Antonio fa il suo ingresso come parroco della Basilica.
E un passo dopo l’altro, grazie al sostegno e al contributo di tutti, riporta la chiesa al suo antico splendore.
Nell’ottobre del 1978, infatti, Don Antonio davanti agli occhi si ritrova un luogo per lo più abbandonato, con la volta interna completamente ricoperta dalle ragnatele, tanto che i bei dipinti che possiamo ammirare oggi si intravedevano appena.
Ma tanto lavoro e l’aiuto della Provvidenza, fanno sì che gli affreschi scoloriti dalle intemperie ritrovino il loro vigore e le infiltrazioni progressivamente scompaiano.
Proprio come nei tempi antichi, la comunità si è stretta attorno al suo parroco e alla sua chiesa, donando all’edificio una nuova vita.
E permettendo anche a tutti noi, che ci approcciamo a questo luogo sacro come viandanti che la strada e il destino hanno condotto in un piccolo angolo di Paradiso nel cuore della più pura e autentica campagna lombarda, di godere appieno di una bellezza che travalica epoche, confini e fedi.