Qualche giorno fa, scrivendo in merito al comportamento che dovrebbero osservare gli invitati ai matrimoni, ho pensato che non solo loro, ma spesso anche e soprattutto gli sposi, dovrebbero riflettere su alcune semplici regole base.
Tralasciando le scelte strettamente personali consiglierei comunque sempre di affidarsi ad un wedding planner o a chi gli eventi li organizza abitualmente. Se non altro per poter delegare pensieri e fatica e avere qualcuno che penserà per voi a tutto, potendovi anche risparmiare eventuali scivolate di stile. Sono convinta che ci siano pochi, ma tuttavia fondamentali dettagli da affrontate con totale sobrietà.
Mentre su altri mille aspetti ci potremo sbizzarrire e divertire con grande libertà ed originalità. La partecipazione, per esempio, non fa parte di questo secondo gruppo. Dovrebbe infatti essere pulita, evitando di optare per pupazzetti in rilievo, brillantini, strani giochi di figure ritagliate con sposini di carta che nell’aprire la busta saltano fuori srotolandosi. Vedetela come una sorta di biglietto da visita, che raggiungerà persone molto diverse tra loro, per età, mentalità, condizione sociale e culturale. Meglio quindi evitare scelte troppo originali e moderne, quanto antiche e ampollose considerato che a riceverle saranno le prozie ottuagenarie di vostra madre, ma anche i vostri amici e coetanei. La partecipazione perfetta dovrebbe essere classica, bianco avorio, su carta tagliata a mano o, meglio ancora, ad acqua.
Piegata a libro, con dentro, di misura inferiore l’eventuale invito alla cerimonia. Oppure a cartoncino singolo. Scritta con caratteri classici possibilmente mai in nero ma in sfumature che varino tra il grigio ed il seppia. Sulla busta l’intestazione andrebbe sempre riportata in bella grafia, a mano e preferibilmente con penna stilografica. Esistono oggi in circolazione numerosissime penne a sfera in grado di risultare molto comode ma di rendere benissimo l’effetto stilo. Molto carine e diffuse anche le partecipazioni su cartoncino con bordino colorato, sull’onda di quelle di Pineider, che rappresentano una bella via di mezzo tra classico e moderno. Tornando a quelle più classiche tagliate a mano vorrei far presente che non si dovrebbe mai esagerare con la loro dimensione. Grandi sono graziose ma, a meno che non siate Kate e William o non abbiate 78 titoli nobiliari da riportare, eviterei di far recapitare agli invitati dei fogli A3 piegati.
Inoltre dopo una certa età sarebbe meglio evitare di essere annunciati da mamma e papà. Fa sorridere, se ci pensate, un 38enne di cui i genitori sono lieti di annunciare le nozze. L’annuncio da parte dei genitori aveva senso fino a molti anni fa, quando ci si sposava prima dei 20 anni e non c’erano tante separazioni e divorzi nelle famiglie. Oggi, vuoi perché ci sposiamo più che maggiorenni, vuoi perché tre famiglie su quattro hanno vissuto una separazione, sarebbe meglio auto-annunciare le proprie nozze. Passiamo a cosa scrivere, o meglio, non scrivere nella partecipazione e nell’invito.
L’avvento di internet ha cambiato un po’ le regole e semplificato molto le cose rispetto al passato. Si pensi alla possibilità relativamente recente da parte degli sposi di creare un sito ad hoc e di poterne riportare l’indirizzo sull’invito. In questo modo chi riceve la partecipazione potrà vedere da sé ogni dettaglio, dalla cartina per raggiungere il luogo del ricevimento o la chiesa, alle informazioni sulla lista nozze.
Cosa ben diversa e assolutamente da evitare inserire sull’invito l’indirizzo dell’agenzia viaggi, o, peggio ancora l’iban bancario. Capisco che spesso si abbia a che fare con gente molto maleducata, ma lasciamo che i nostri invitati alzino il telefono (o vadano su internet) e lo scoprano da soli. In ogni caso sottolineo che, nonostante io sia decisamente tradizionalista, esistono così tante sfumature nel gusto e nell’estro di ogni futuro sposo, che definire un solo modo “giusto” per gestire ed organizzare le proprie nozze non sarebbe possibile.
Altra menzione meriterebbe il R.S.V.P., oggi molto usato sempre per far fronte alla scarsa educazione diffusa. Teoricamente lo si potrebbe omettere dando per scontato che l’invitato, ricevuta la partecipazione, avrà cura di comunicarci la propria presenza. Quanto all’invio mezzo posta bisognerebbe rispettare i canonici due mesi prima delle nozze, che possono diventare tre in caso il matrimonio sia previsto tra settembre ed ottobre e quindi ci sia agosto di mezzo. Sugli abiti degli sposi non mi soffermerò, mi rendo conto che i gusti sono soggettivi e assolutamente personali. Ció nonostante tenete sempre a mente, se si tratta di una cerimonia religiosa, di scegliere un abito non troppo scollato o eccentrico o di prevedere un adeguato copri spalle se il modello che avrete scelto non lo prevedesse.
Sarebbe preferibile evitare veli di 33 metri e ovviamente un maquillage ed una cofana da drag-queen. Il trucco dovrà essere leggero e fresco, mai scuro e pesante e ricordate che dovrà restarvi sul viso a lungo. Quanto agli abiti tutti uguali di testimoni e/o damigelle capisco che possa essere divertente e molto americana come scelta ma se lo fate dovrete ovviamente occuparvene voi anche in termini di costi senza costringere le vostre amiche a mettersi nell’armadio un capo color glicine che mai nella vita potranno rimettere. Oltretutto siate leali e non costringete nemmeno l’eventuale damigella di 120 kg a fasciarsi in un abito in raso effetto sottoveste color pervinca. Per molto meno io vi toglierei il saluto. Vi consiglierei di evitare ritardi di più di 10 minuti e, se potete, nemmeno quelli. A tal proposito devo ammettere che ho ritardato (lievemente) anche io quando mi sono sposata.
La cerimonia era alle 16 e alle 15.45 ero ancora nella stanza dell’albergo attiguo alla chiesa a supplicare che qualcuno, tra mia madre, mia zia e la mia testimone Marion, si degnasse di chiudermi il vestito. Quel pomeriggio sembrava che si dovesse sposare una di loro e non io!:-) Tornando al ritardo sarebbe meglio evitarlo. Per non passare ad ogni costo per bacchettona dopo quello che ho appena scritto sulle partecipazioni, vorrei comunque dirvi che il matrimonio é e resterà il vostro e che potrete essere meno classici su molti altri dettagli. Io, per esempio, sono arrivata in chiesa con mio fratello, guidando la mia smartina azzurra e strombettando come una tamarra (so per certo che, nel vedermi, qualcuno un po’ antico avrà scosso la testa). Nel caso vi sposiate lontano dalla città dove abitate e da cui arriverá il maggior numero di invitati, siate così carini da fornire ai vostri ospiti una serie di dritte e indirizzi utili di ristoranti e cose da fare, per non lasciarli proprio allo sbando.
Passiamo al ricevimento. Personalmente non ho voluto foto in posa quindi io non faccio testo. Avevo chiesto al mio fotografo foto spontanee e naturali e così è stato. Non avrei sopportato pose plastiche, abbracci al tramonto con sguardi languidi all’orizzonte e così via. Ció nonostante il 99% degli sposi desidera fare questo genere di foto. Ecco.
Benissimo. Ma…..non potete pensare che mentre voi fate il vostro book fotografico sdraiati in carretti di fieno e appoggiati agli alberi, 100 stronzi vi debbano aspettare disidratati e prosciugati al ristorante o alla villa dove é previsto il ricevimento senza poter toccare nemmeno un bicchiere d’acqua. Andrebbe quindi data disposizione a catering o ristorante di iniziare a servire l’aperitivo all’arrivo dei primissimi ospiti.
Quanto alla cena o al pranzo, se a placèe, consiglio sempre di prevederne una durata massima di un’ora e mezza, massimo due, perché davvero i matrimoni sono bellissimi ma dopo un po’ vengono due palle così a stare seduti a tavola. Meglio movimentare un po’ la cosa, magari con un aperitivo in piedi servito a vassoio da camerieri a passaggio e dei punti fissi buffet, seguito dalla cena di due, massimo tre portate, per poi passare al taglio della torta nuovamente in piedi. Grande cura e attenzione merita anche la disposizione dei tavoli, fatta con sensibilità ed obiettività e cercando di mettere insieme persone che secondo noi potrebbero andare d’accordo e potrebbero piacersi.
Vien da sè che, se una delle vostre migliori amiche si é lasciata da poco con il fidanzato e viene al vostro matrimonio accompagnata da un altro uomo, voi cercherete di tenerla fisicamente lontana dal suo ex. A me é successa esattamente questa cosa, con il risultato che l’ex in questione non ha capito la mia situazione delicata, offendendosi anche. A proposito di ex al nostro matrimonio abbiamo previsto un tavolo di ex misti, un po’ miei e un po’ sue e pare sia stato un successo, soprattutto quando hanno compreso il perché di quella tavolata. Quanto al pranzo mangiate sereni, ma ogni tanto ricordate di fare un veloce giretto per i tavoli giusto per salutare con più calma i vostri ospiti, senza pero’ far sì che ad ogni vostro passaggio il pranzo si debba paralizzare venti minuti per foto e convenevoli di rito.
Vi auguro di avere un marito più collaborativo e socievole del mio e che non vi sentiate dire :”ma cazzarola Fra, mi si raffredda la carne” ogni qual volta lo inviterete ad alzarsi con voi. Quanto al dopo cena scatenate la vostra fantasia e divertitevi, senza ridurvi due stracci perché niente é più brutto di una sposa sfasciata che si trascina o di uno sposo molesto con la cravatta legata intorno alla testa tipo gli sfigati ai Christmas Party aziendali.
Un discorso a sé andrebbe alla bomboniera ma non mi sento la persona piú adatta per parlarne. Mia madre e mia suocera non hanno certo apprezzato il fatto che io non abbia previsto un ninnolo d’argento per i miei ospiti. É stato più forte di me, lo ammetto, una scivolata di stile non indifferente. Cosí l’ho buttata sul pratico con barattolini da cucina in vetro pieni di confetti (tra l’altro ottimi) e l’ho svangata cosí, prevedendo una vera e propria bomboniera solo per i testimoni.
Mea culpa! Comunque, qualsiasi cosa decidiate di regalare ai vostri invitati, fatelo insieme a vostro marito ringraziando i vostri ospiti e non come me che avevo Luigi che mi rideva in faccia e mi diceva:”dai amore…mi rompo le palle…dagliela tu!”. In ogni caso godetevi il vostro giorno, divertitevi, affrontatelo con la doverosa spensieratezza e gioia che poi le rotture di palle non tarderanno ad arrivare 🙂 Fate buon viaggio e quando sarete tornati ricordatevi di scrivere i biglietti di ringraziamento.
Sforzatevi di scrivere un pensiero carino e diverso per ogni invitato e di far riferimento al regalo ricevuto se sarà stato qualcosa di diverso rispetto al viaggio. Del genere:”adoro i tuoi bicchieri in Swarovski. A presto per un brindisi insieme” (magari omettendo che il brindisi sarà alla russa perché a voi gli Swarovski hanno sempre fatto schifo). Ma soprattutto ricordatevi di spedirli e fatelo in prima persona per esserne certi. Appena rientrata dalle Hawaii a fine ottobre avevo scritto a mano circa trecento personalissimi biglietti di ringraziamento chiedendo a mio marito di spedirli.
Circa due mesi dopo li ritrovai spiegazzati e sporchi nella sua valigetta e vien da sé che mi toccò riscriverli tutti, uno ad uno, aggiungendo anche gli auguri di Buon Natale. Voi nel dubbio fateli stampare in grandissima quantità perché tanto vi torneranno sempre utilissimi e potrete riutilizzarli in numerose occasioni nella vostra vita, dopo una cena, una vacanza, o nell’inviare fiori, piante e altri regali. E ora vi saluto, porgendovi le mie più sentite congratulazioni!!!