Ciao Nonna, buon viaggio e grazie per tutto. Grazie per avermi permesso di nascere in Venezuela, grazie per avermi insegnato tanto.
Isla Margarita
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La mia storia
12 -“El Hombre con El Jeap Azul”: l’arrivo di mio padre sull’isola
di Francescadi FrancescaUna volta arrivata sull’isola mia madre aveva iniziato a frequentare un gruppetto di ragazzi europei, a Margarita per diversi motivi, e a vedersi con assiduitá con un francese, tale François Laurent, che si trovava lí come tanti altri in cerca di business e di fortuna. Per lavoro aveva cominciato a viaggiare molto tra Italia e Stati Uniti, mentre mio fratello cresceva sull’isola.
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Mia madre atterrò sull’isola una sera di fine giugno, carica di bagagli e con mio fratello di nemmeno sei mesi tra le braccia.
L’isola era profondamente cambiata rispetto a come ricordava di averla vista in occasione di uno dei viaggi fatti con i suoi genitori negli anni precedenti. A Porlamar, al posto della foresta, erano nate moltissime strade asfaltate e piene zeppe di negozi. -
Com’era Isla Margarita nei primi anni 60
L’Avenida Santiago Mariño era allora una lunga strada dove esistevano soltanto “El Chipi“, un capanno di vecchie lamiere, unico solitario ristorante della strada, l’Hotel Bellavista ed un negozietto che vendeva carosene per cucine. Al di là di queste tre testimonianze di presenza umana e civiltà, il resto della strada e il resto di Porlamar era dominato dalla foresta.
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