Ristorante Piccolo Lago a Verbania
un luogo di meraviglie, di luce chiara, di trasparenze e riflessi, di calore e ospitalità
Finalmente la primavera, le giornate calde e luminose
(perfette per le gite fuori porta)
“O lago! O mute rocce! Grotte! Foresta buia!
Voi che il tempo risparmia, che anzi ringiovanisce,
conservate di questa notte, conservate della bella natura,
almeno il ricordo!”
Questo diceva Lamartine nella poesia Le Lac, e questo estatico struggimento è effettivamente parte integrante della magia che avvolge un luogo di meraviglie, di luce chiara, di trasparenze e riflessi, di calore e ospitalità.
Questo luogo è il ristorante Piccolo Lago a Verbania, affacciato elegantemente sulle acque tranquille del lago di Mergozzo, su cui la particolare costruzione a palafitta proietta direttamente nella natura e nel panorama.
Chef Marco Sacco, due Stelle Michelin
Lo Chef, Marco Sacco è cresciuto nel ristorante dei suoi genitori e, attraverso un percorso lavorativo che lo ha visto costantemente mosso dalla passione per quella che è una vera e propria vocazione professionale, ha conquistato nel 2004 la prima Stella Michelin.
Ma non è finita qui.
Il raggiungimento di un risultato importante è nuova linfa che rafforza la voglia di evoluzione, ricerca, sperimentazione, tutto volto a fare sempre meglio.
E qualcosa di meglio, in effetti, arriva: nel 2007 gli viene assegnata la seconda Stella Michelin.
La filosofia che Marco Sacco porta avanti con entusiasmo nella cucina del Piccolo Lago, ha le tinte, i profumi e i sapori di un viaggio, il candore di uno sguardo curioso e la forza di chi non si stanca mai di conoscere più a fondo e di amare ciò che fa.
La trasparenza, caratteristica delle acque limpide del lago, viene richiamata dalle ampie vetrate della location, e dal rapporto che lo Chef e la sua brigata hanno con chi assaggerà i piatti.
Non è un caso che la cucina sia completamente a vista, protetta solo da pareti di vetro che lasciano spazio a quella che viene definita una cucina teatrale.
E’ proprio lo Chef a raccontarsi:
“Mi piace divertirmi, e far divertire fa parte del mio lavoro: è il mio modo di esprimermi, il ristorante diventa condivisione, partecipazione tra me e il mio pubblico. Tutto diventa teatrale e lo spartito lo decido io. Guardate, annusate, assaggiate, ascoltate, si va in scena.”
Come ho potuto notare durante la mia cena in quell’atmosfera suggestiva, al Piccolo Lago il cibo strepitoso non è che l’inizio di un’esperienza incantevole.
E’ il luogo che, prima di tutto, ti abbraccia con un ambiente elegante e allo stesso tempo familiare e ti accompagna delicatamente in una nuova e spettacolare concezione di viaggio.
Il copione che Marco Sacco ha rielaborato per la nuova stagione, è una vera e propria promessa di novità che stupiscono e che, come dice lo slogan “Riprende il passato, lo modella nel presente, proiettandolo nel futuro”
Viaggi come percorsi culinari che si delineano sempre nuovi, inaspettati, che comprendono la possibilità di conoscere in prima persona la cucina esperienziale totale.
Presentata come una sfida seducente, questa particolare formula trasforma il cliente nel vero protagonista di questo percorso unico e irripetibile, che non prevede un copione e nemmeno un menu.
“Lasciate ogni conoscenza o voi che entrare” è il monito dello Chef.
Questo viaggio indimenticabile viene chiamato In cucina con Marco ed è, senza dubbio, un’esperienza elettrizzante e inattesa, completamente senza regole. L’unico particolare stabilito preventivamente è l’orario in cui si inizia il pranzo o la cena. Per il resto è inutile aspettarsi un menu, un programma, degli ingredienti precisi, un numero di portate.
Tutto è in divenire, è un presente che si fissa nelle papille gustative scivolando via inesorabilmente, fissandosi in un felice angolo della memoria.
Oltre al viaggio vertiginoso con lo Chef, di cui vi ho appena parlato, il Piccolo Lago propone altri percorsi.
Il menu, chiamato Un Sacco innovativo: 10 piatti avanti, è un blend armonioso di creatività e ispirazione.
Tre sono i piatti che si raccontano attraverso le materie prime di un territorio che spazia dalle risaie in pianura fino all’alta montagna (lumaca, formaggio Castelmagno, cavolfiore, cipolla ramata di Montoro, formaggio Bettelmatt).
Altri tre piatti nascono, invece, da ingredienti provenienti da diverse parti del mondo, selezionati dallo chef durante i suoi viaggi (l’abalone e il maiale pecora).
Tre piatti, ancora, vedono protagonisti assoluti i prodotti del lago (pesci d’acqua come il gardon, il salmerino, lo storione).
Poi arriva il dolce, che unisce e mette in equilibrio le tre realtà geografiche assolutamente differenti, incontrate nei precedenti nove piatti.
Una felice confusione
Questo percorso, spiega lo Chef, avrà successo solo se l’ospite assaporerà anche una felice confusione, che lo porti ad avere un ricordo indelebile di una cucina pensata e realizzata ai massimi livelli. “Niente atipasto-primo-secondo. Mettiamo in tavola una visione”.
Per chi, invece, volesse affondare le posate e i sensi in un menu un po’ meno da viaggiatore avventuroso, che parli di tradizione, è stato pensato il percorso … o 10 piatti indietro: assaggiate la Storia.
In questo viaggio che può essere definito meno avventuroso, spiccano piatti storici e di successo dello Chef, come il Flan di Bettelmatt, l’Anguilla, il Topinambur, la Carbonara au Koque, Fieno e il Lingotto del Mergozzo.
Curioso ma non troppo
Esiste anche una terza opzione, ovvero la proposta Curioso ma non troppo, 5 piatti, per chi volesse una panoramica tra i piatti “imperdibili” di Marco Sacco.
Insomma, al Piccolo Lago succede costantemente una magia: tradizione e innovazione si abbracciano, la struttura degli anni ’60 si fonde con il design moderno, la cucina entra a far parte della sala, l’eleganza e la professionalità sono una prerogativa di un dinamismo culinario raro e fuori dagli schemi.
Continuo a pensare a quanto potrebbe essere meraviglioso ripetere l’esperienza con un pranzo al Piccolo Lago, magari in una giornata calda e azzurra, per godere dello strepitoso panorama mentre si assaporano i piatti dello Chef.
Un luogo di luce che diventa tutt’uno con quello profondo del lago…
Sì, credo che sia qualcosa di molto vicino alla realtà suggestiva delle favole, in cui un mago con la giacca da Chef sarà lì per accompagnarvi in un mondo davvero eccezionale.