Relatos Venezuela: hay mucho que contar
Se cerchiamo su un vocabolario o su un motore di ricerca nel web la parola di origine greca
“Diaspora” otterremo il suo significato originario, apprenderemo o constataremo che il termine indica più precisamente, la “dispersione di un popolo nel mondo dopo l’abbandono delle sedi di origine”.
Tra le diaspore più importanti della storia dell’umanità, c’è, senza dubbio, quella ebrea, la più ricordata dalla maggior parte delle persone. Ma anche quella del popolo africano, di quello armeno, di quello istriano o di quello tibetano, tutti popoli che dovettero abbandonare le loro terre di origine per sfuggire a persecuzioni, alle repressioni e ai genocidi.
E il popolo venezuelano purtroppo, come stiamo vedendo, non è stato immune a questo forzato fenomeno…
Da cosa fuggono i venezuelani?
Da cosa fuggono gli abitanti di uno dei paesi potenzialmente più ricchi del mondo?
In Venezuela non si produce nulla
I venezuelani scappano da una terra dove oramai non si produce nulla, perché il suo apparato produttivo è stato smantellato, ogni bene viene importato dal governo grazie agli ingenti e inesauribili proventi ottenuti dalla vendita del greggio, l’oro nero di cui il Venezuela è tra i primi produttori mondiali. Una società che non produce è una società dipendente, e una società dipendente è facilmente controllabile, lo sapeva bene Hugo Chavez, artefice principale della colossale disfatta del paese sudamericano.
Foto: Cono Carrano
Una nazione ipotecata
I venezuelani scappano da una nazione ipotecata, dove oramai Cina, Russia e Cuba si spartiscono la torta con una banda di criminali senza scrupoli, che non si schioda dal potere e che ha trasformato il Venezuela in una copia della Colombia di Pablo Escobar.
Foto: Cono Carrano
Le code chilometriche per mangiare
I venezuelani scappano da un paese dove si fanno code chilometriche per comprare poco o nulla nei supermercati, da farmacie e ospedali senza medicine, da strade dove la criminalità incontrollata falcia 28mila vite l’anno.
Nessuna libertà
I venezuelani scappano da un paese dove la parola libertà ha perso tutto il suo significato, scappano dalla corruzione, dall’ingiustizia, dalla tragedia, dall’emergenza, da un olocausto, da un paradiso che è diventato un inferno.
E STORIE DEL VENEZUELA di Daniel Mouhtar, vuole gridare al mondo intero tutto questo, 35 storie da ogni parte del globo raccontano la realtà concreta, tangibile, dura, durissima che almeno una generazione di venezuelani è stata costretta a vivere negli ultimi 18 anni.
Questo libro, questo ambizioso progetto, non è l’ennesimo resoconto di statistiche migratorie, ma è una vera e propria raccolta di esperienze reali che i protagonisti raccontano dall’anonimato, ogni storia si trasforma in un grande racconto, il racconto dell’ondata migratoria più drammatica della storia del Venezuela.
“Se noi che abbiamo deciso di emigrare, ci mettessimo tutti insieme a raccontare quanto è stato difficile, dal nostro coro ne verrebbe fuori un libro”.
Ed è stata proprio questa, la frase che ha dato inizio al progetto di Daniel, anche se in un primo momento le parole scritte da un amico in uno scambio di messaggi, gli sembrarono sciocche, assurde, quasi senza senso.
“Non tutti quelli che hanno lasciato il paese hanno avuto lo stesso percorso, e non a tutti è andata male” pensò ma, subito dopo, la riflessione dell’amico non gli sembrò poi così sbagliata.
E dopo aver avuto una decina di conversazioni simili con altri amici sparsi per il mondo, mentre sorseggiava una birra seduto al tavolino di un bar a Gran Canaria, Daniel ripensò a queste nuove vite, compresa la sua, vite come tele bianche dove ognuno avrebbe disegnato e colorato il proprio futuro, magari con successo, ma realizzò anche che quella vita vissuta fino a qualche mese prima, avrebbe bussato prima o poi a molte porte, con le sue tristezze e le sue nostalgie, e che quelle valigie piene di averi e ricordi sarebbero saltate fuori dagli armadi come nella miglior trama di un film sui fantasmi.
In questo racconto corale che nel suo cervello cominciava a prendere vita, Daniel non poteva sapere quante storie sarebbero state felici e quante tristi, non poteva ancora sapere chi sarebbero stati i protagonisti né quale sarebbe stato il finale, ma realizzò velocemente quale voleva e doveva essere l’obiettivo… “Che la storia della nostra società sia conosciuta da tutti, che serva da lezione alle nuove generazioni e a far sì che questa tragedia non si ripeta…”
I protagonisti di queste storie non hanno un volto, un nome o un indirizzo, perché quando una storia è interessante non è importante sapere chi l’abbia scritta, bensì quanto essa sia in grado di influire nella vita degli altri, quanta luce potrà portare nella visione e comprensione della realtà comune.
Il compito importante del prologo del libro è stato assegnato ad uno dei personaggi più popolari e amati dai venezuelani, l’umorista, politologo e scrittore, nonché grandissimo umanista, esperto conoscitore del greco e del latino, il Signor Laureano Marquez, una sorta di Chaplin venezuelano che ha alle spalle una lunga e importante carriera umoristica sviluppata soprattutto a teatro. E’ autore di tre libri di successo e di una colonna fissa nel tabloid indipendente Tal Cual, da dove scrive pungenti articoli contro il regime venezuelano. Humor come forma di critica sociale dunque, e come in tutti i suoi pezzi, anche per il prologo di Storie del Venezuela Laureano, sfruttando la sua padronanza della storia, della politica e della società venezuelana, conclude con una profonda riflessione.
Inoltre, 19 personaggi tra illustratori, caricaturisti, grafici e scrittori sono stati coinvolti da Daniel per accompagnare ogni storia con un’illustrazione particolare. 254 pagine, 35 storie, 35 narratori anonimi, 21 città.
Foto: Cono Carrano
Per ora il libro è disponibile solo in lingua spagnola, speriamo che presto possa essere tradotto in italiano e venduto nel nostro paese. Si può acquistare sulla piattaforma Amazon in due versioni, cartacea ed elettronica, e una percentuale delle vendite del libro, verrà devoluta alla ONG www.cuatroporvenezuela.org (Cuatro Por Venezuela Foundation), che contribuisce all’apporto e all’invio di medicinali verso il Venezuela.
Questo libro è dedicato ai coraggiosi, a tutti i cuori giallo, blu e rosso che battono a distanza da ogni frontiera, a tutti quelli che hanno messo in valigia vita, sogni e paese, a tutti i venezuelani perbene.
Gracias Daniel, muchas gracias!
Cono Carrano
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