Di Maria Corina Machado
Tradotto da Odilia Quattrini
Ci sono riusciti.
Il paese con le maggiori riserve di petrolio del mondo ora importa petrolio.
Hanno rovinato l’agricoltura e la pesca, le industrie, la produzione di caffè, di cemento, il turismo, l’acciaio.
Tutto ciò che viene toccato da questo regime, collassa.
Rimaneva soltanto il petrolio.
Hanno rovinato anche PDVSA (Petrolios de Venezuela SA).
Le cifre operative lo sentenziano: fra il 1998 e il 2013 la produzione è caduta da 3.5 milioni di barili giornalieri a 2.6; mentre le spese operative annue sono salite da 5500 milioni di $ a 23000 milioni di $, il costo medio a barile da 4 a 24$. Il petrolio che esportiamo è calato da 3 a 1.8 milioni di barili al giorno.
I risultati finanziari allarmano.
Nel 1998 PDVSA aveva un debito minimo, oggi è superiore a 43000 milioni di $.
Gli introiti netti nel 2013 sono stati di solo 34000 milioni di $.
Con il livello di produzione e consumo interno del 1998, dovrebbe essere stato di 109000 milioni di dollari, vale a dire, sono “evaporati” 75000 milioni di dollari di entrate annue.
Sdegna calcolare quanti ospedali, università, strade, porti e abitazioni avrebbero potuto esistere oggi con queste risorse.
Avremmo una Venezuela senza debiti e con risparmi.
Ora, per la prima volta nella storia, PDVSA importa petrolio.
Del greggio leggero che porteranno dall’Algeria per mescolare con il nostro greggio ultrapesante della Fascia (dell’Orinoco), abbiamo in Venezuela molte “riserve provate non sviluppate” simili.
Non si è investito in un solo miglioramento per processare il greggio pesante.
Questa importazione non ha giustificazioni.
Il disastro di PDVSA ha altre ripercussioni.
A Las Piedra, una volta prospero paese di pescatori nello Stato Falcòn, le barche da pesca ora solo lavorano di notte, dedicate al contrabbando di gasolio, delle raffinerie in alto mare, con la complicità di civili e militari.
A questo siamo arrivati: comprano petrolio a prezzo internazionale e trafugano benzina di contrabbando. Le mafie si sono impossessate di PDVSA e del paese.
Hanno violato la nostra sovranità, consegnato il territorio, rovinato il paese, ipotecato il nostro futuro. E’ nostro dovere fermare questa debacle.
Dobbiamo ricostruire il Venezuela. Richiederà di potenziare l’industria petrolifera con grandi investimenti, regole chiare efficienza e professionalità.
Il riscatto di PDVSA è indispensabile e urgente; inizierà appena riusciremo il cambiamento del regime.
María Corina Machado