(Mise en place: Antonio Barletta e Valentina Brenna – Fotografia: Ida Chessa)
Ho incontrato Antonio e Valentina una sera di qualche settimana fa.
Ho questa fissa di voler conoscere le persone di cui desidero scrivere e di voler letteralmente toccare con mano le cose e gli oggetti che presento nei miei post.
Quando mi sono seduta al tavolino del locale dove ci siamo visti, ho percepito subito tra di loro un’intesa complice e profonda, tanto che, prima ancora di conoscere le loro storie personali, mi sono permessa di chiedere se fossero una coppia anche nella vita.
“In pratica sì”, mi ha risposto Antonio ridendo. “uniti da un patto di sangue”.
Li lega infatti una grandissima amicizia ed un profondo affetto reciproco. Valentina appare più timida e più la conosci, più si sente a suo agio, più emerge una grande dolcezza, l’innata vena artistica e la consapevolezza di avere un ruolo fondamentale nella vita del suo socio. Antonio si lancia di più, in apparenza più sfacciato e deciso, mano a mano che racconta con grande orgoglio ed entusiasmo il loro progetto (e beve spritz) si fa più chiacchierone e ci guadagna in dolcezza. Ciò che è certo è che sono favolosi, come gli sguardi di intesa che si lanciano prima di rispondere ad alcune mie domande.
Nessuno può togliermi dalla testa che le idee nate da più menti siano le più belle. Credo nelle sinergie e credo nella necessità di regalare sfumature diverse alle cose.
(Mise en place: Antonio Barletta e Valentina Brenna – Fotografia: Ida Chessa)
Antonio Barletta e Valentina Brenna di sfumature se ne intendono e, oltre ad essere due amici, sono prima di tutto due artisti.
Si occupano principalmente di arte, ma non solo. Entrambi seguono numerosi altri progetti ad ampio spettro, dal visual all’editoria indipendente, fino alla piccola produzione video.
Antonio ha una vera e propria fissazione per i suppellettili da cucina e dispone anche di una discreta collezione di posate, centri tavola e tanti altri strani e bellissimi oggetti di vario genere. Sapendo cucire (invidia profonda per me che non so attaccare nemmeno un bottone) e avendo a disposizione alcuni pezzi di seta avanzati da un precedente progetto, un giorno inizia a sperimentare e a creare dei tovaglioli. Valentina trova geniale questa idea e la supporta completamente, incoraggiando l’amico a continuare e a produrli insieme.
I due amici si chiudono allora in casa diverse settimane e danno il là ad una vera e propria collezione che oggi conta 500 pezzi unici.
La scelta di creare dei tovaglioli in seta è decisamente fuori dal comune. Devo ammettere che non avrei mai pensato di associare un materiale in apparenza così delicato alla tavola e alla cucina.
(Mise en place: Antonio Barletta e Valentina Brenna – Fotografia: Ida Chessa)
Viene subito da pensare ad un foulard impalpabile e leggero con macchie di sugo qui e là e ci si sente male.
E’ un preconcetto, ve lo assicuro. Dopo averli provati, dopo averli tenuti tra le mani posso sfatare questo mito.
La seta individuata e scelta per le loro creazioni, infatti, è quella da cravatteria e quindi leggermente più rigida e meno delicata rispetto a come l’avevo immaginata, con una maggiore tenuta del prodotto ed una resa molto efficace dal punto di vista estetico.
(Mise en place: Antonio Barletta e Valentina Brenna – Fotografia: Ida Chessa)
Tutti i tovaglioli sono realizzati con materiali di “recupero” (seppur di altissima qualità) e con scampoli di seta 100% italiana e ricordano un po’ le pochette da taschino di una volta. Sono tutti pezzi singoli, diversi tra loro. Da qui il nome O.N.E. che sottolinea l’unicità e la singolarità di ogni tovagliolo realizzato.
Da questo aspetto, oltre il nome del progetto, prende vita il concept stesso della collezione.
Vengono infatti proposti diversi servizi da tavola, composti da 2, 4, 6 ma anche da 12 pezzi, in realtà tutti diversi tra loro ma perfetti per essere abbinati nella stessa mise en place, per il fatto di presentare la medesima gamma cromatica con varianti differenti di pattern o con lo stesso pattern in varianti di colore completamente differenti.
Ciò significa che sulla stessa tavola non potrete mai trovare due tovaglioli uguali.
(Mise en place: Antonio Barletta e Valentina Brenna – Fotografia: Ida Chessa)
Sono sicuramente una “chicca”, diciamo che non li sostituirei alla carta Scottex usata da milioni di italiani, ma li destinerei a tavole importanti e ad occasioni speciali.
I tovaglioli O.N.E. sono un tocco di classe, un dettaglio in più in grado di rendere subito particolare e raffinato qualsiasi allestimento, secondo il proprio gusto e la scelta di una particolare gamma cromatica. Sono stati tutti realizzati pensando ad una tavola che possa stupire e restare impressa in chiunque vi si sieda.
Il costo si aggira intorno i 15,00 euro a coppia. Per il lavaggio non ci sono particolari istruzioni da seguire, anche se sicuramente il “delicato a mano” è consigliato, con detersivi specifici per la seta.
(Mise en place: Antonio Barletta e Valentina Brenna – Fotografia: Ida Chessa)
Antonio e Valentina sono attualmente in trattativa con alcuni negozi per intensificare la vendita al pubblico e di tanto in tanto partecipano ad alcuni market creativi. Contattateli tramite il loro profilo Instagram (clicca QUI) oppure scrivendo all’ indirizzo mail douwanto.n.e@gmail.com.
Ringrazio lo Spazio Bianca di Via Panizza, 10, a Milano, per averci ospitati durante il servizio fotografico.
Allestimenti: Antonio Barletta e Valentina Brenna
Fotografie: Ida Chessa
(Mise en place: Antonio Barletta e Valentina Brenna – Fotografia: Ida Chessa)
(Spazio Bianca – fotografia: Ida Chessa)
(Spazio Bianca – fotografia: Ida Chessa)