Il Museo Piaggio ospita la mostra “FuturPiaggio – 6 lezioni italiane sulla mobilità e sulla vita moderna”

di Francesca

Non è la prima volta che sul blog parliamo di Vespa, di Piaggio e del Museo Piaggio.
Come ben sapete vado a pelle con cose e persone, adoro i motori, con i quali mi sento da sempre a mio agio e, soprattutto, dopo aver trascorso un paio di giorni bellissimi a Pontedera per conoscere più da vicino l’Universo Piaggio, mi sono innamorata di tutto quello che visto a tal punto da sentirmi in qualche modo legata a questa storica azienda.

Non so se ci siate mai stati (in caso negativo correte ai ripari perché merita assolutamente di essere visitato) ma oggi il Museo Piaggio va oltre Vespa, si rinnova profondamente e cresce nelle sue dimensioni e nella ricchezza delle sue collezioni per diventare il più grande museo motociclistico d’Italia e uno dei maggiori in Europa.

MOSTRA “FUTURPIAGGIO”

Fino al 10 giugno 2018, il Museo Piaggio ospiterà la mostra “FuturPiaggio – 6 lezioni italiane sulla mobilità e sulla vita moderna”, ispirata all’omonimo volume di Jeffrey Schnapp, nato per celebrare i 130 anni di storia del Gruppo Piaggio.

Attraverso un percorso espositivo di grande impatto estetico, esplicitamente ispirato al futurismo e alla celebrazione del motorismo, la mostra immerge il visitatore nello spirito del libro realizzato da Jeffrey Schnapp (Professore di Letterature romanze e Letteratura comparata al dipartimento di architettura e design di Harvard) per celebrare i 130 anni di storia del Gruppo Piaggio. Un’opera che analizza il concetto di mobilità sviluppato dal Gruppo nel corso della sua lunga storia, gettando uno sguardo sul futuro di quello che oggi è il primo player europeo nella mobilità leggera.

La mostra ripercorre gli episodi chiave della storia della Piaggio attraverso i prodotti più iconici e le vicende dei suoi uomini e dei suoi marchi (Vespa, Piaggio, Gilera, Moto Guzzi, Aprilia, Derbi, Scarabeo e Ape) da sempre all’avanguardia nella innovazione. Una storia che oggi guarda al futuro grazie a Piaggio Fast Forward, la società con sede a Boston, grazie alla quale il Gruppo Piaggio ha cominciato a esplorare il mondo della robotica applicata alla mobilità umana.

In 130 anni di storia si spazia così dalle radici di Moto Guzzi alle più alte espressioni della tecnologia motociclistica realizzate in Aprilia Racing, dalla nascita di Vespa all’affermarsi nel mondo del marchio Piaggio attraverso il processo di internazionalizzazione del Gruppo. Anche la parte prebellica ha un ruolo importante e, come le altre sezioni del volume, viene narrata attraverso il recupero di affascinanti immagini d’epoca, molte delle quali inedite, che raccontano una storia spesso sorprendente.

Il visitatore intraprende così un vero e proprio cammino attraverso i 130 anni di storia: cinque grossi “libri aperti” lo guidano alla scoperta di 5 delle sei Lezioni italiane di Schnapp. Ognuno di queste sezioni abbraccia al suo interno un veicolo della gamma attuale dei marchi del Gruppo Piaggio. La Leggerezza è rappresentata da Vespa 946; Aprilia RSV4 è la Rapidità, Piaggio MP3 è Precisione. L’anticonformista Moto Guzzi MGX-21 è la Visibilità, mentre Ape Calessino racchiude in sé la Molteplicità. Alla sesta e ultima lezione, il Futuro, è dedicata l’ultima sala, allestita con coinvolgenti proiezioni immersive.

Sulle pareti della sala principale sono riprodotti il “Manifesto della movibilità”, i testi introduttivi del volume a firma dell’autore, Jeffrey Schnapp, e del Presidente del Gruppo Piaggio, Roberto Colaninno, e i testi e le immagini della sezione Dictionary del volume. Un touchscreen permette infine al pubblico di sfogliare il libro, presente anche fisicamente sotto una teca protettiva.

Il Museo Piaggio

Cinque collezioni permanenti su quasi 5.000 m² e 340 m² di esposizioni temporanee raccontano oltre un secolo di grandi emozioni, sogni e progetti che hanno accompagnato lo sviluppo economico e sociale di una nazione.

Dopo 18 anni di attività e un successo segnato dai 600mila visitatori, il Museo Piaggio passa da 3.000 oltre 5.000 metri quadrati, con oltre 250 preziosi pezzi esposti.

Il più grande e completo museo italiano dedicato alle due ruote accoglie esemplari spesso unici che raccontano non solo la storia del Gruppo Piaggio e dei suoi marchi, ma ripercorrono la storia della mobilità e dello sviluppo industriale e sociale di un Paese, perché la memoria storica di Piaggio attraversa l’intera storia dei trasporti: navi, treni, aeroplani, auto, scooter, motociclette sono nate dalla casa madre e dai suoi marchi.

Il Museo si propone così come l’unico in Italia in grado di ripercorrere la storia di un comparto ad altissimi contenuti tecnologici e di innovazione, la cui evoluzione ha segnato la storia d’Italia e d’Europa.

L’aumento della superficie espositiva deriva dalla apertura di due spazi completamente nuovi che, come nella concezione originaria del Museo, sono nati dal recupero e dal restauro di antichi siti industriali.

Gli spazi dove le Vespa e i veicoli Piaggio venivano fabbricati fino agli anni ’70, poi trasformati in magazzini e progressivamente abbandonati con l’ammodernamento e lo spostamento delle linee produttive, sono stati recuperati all’uso museale.

Qui sono accolte le nuove collezioni, una dedicata ai marchi Piaggio e Ape e l’altra alla storia più propriamente motociclistica e sportiva dei marchi Aprilia, Gilera e Moto Guzzi, che insieme collezionano lo straordinario palmares di 104 Titoli Mondiali nelle varie specialità del motociclismo sportivo, dalle Supermoto al Motomondiale, dal Trial alla SBK.

Accanto allo spazio dedicato alle collezioni esposte permanentemente, il Museo Piaggio dedica 340 m² a esposizioni temporanee che permettono alla struttura di variare continuamente l’offerta culturale spaziando dal campo dell’arte a quello della tecnologia, dalla divulgazione scientifica alla moda.

Negli anni questi spazi hanno ospitato mostre, eventi e opere di artisti straordinari quali Dalì, Picasso e, tra gli italiani, Burri, Nomellini, Viani, Pellizza da Volpedo, Fattori, Modigliani, Carrà, Signorini, Soffici, Spreafico, Nespolo e altri protagonisti dell’arte moderna e contemporanea.

Inaugurato nel marzo del 2000, il Museo Piaggio occupa uno dei corpi di fabbrica più antichi e suggestivi del complesso di Pontedera e accoglie l’Archivio Storico Piaggio, una delle più ricche e complete testimonianze di storia industriale d’Europa.

L’Archivio Storico Piaggio conserva infatti la documentazione dalle origini dell’azienda fino ai giorni nostri in centinaia di migliaia documenti originali.

La Collezione Vespa

Solo al Museo Piaggio è possibile ammirare, esposti insieme, i rari e preziosi prototipi degli anni Quaranta che dettero il via alla storia di Vespa, a cominciare dal MP5, conosciuto come “Paperino”, primo esercizio di Piaggio sul tema scooter, prodotto in pochissimi esemplari tra il 1944 e 1946, e l’MP6, il vero prototipo di Vespa uscito dalla matita di Corradino d’Ascanio nell’autunno 1945.

Tra i veicoli di serie si ammirano tutti i “classici” di una storia che è diventata mito, a partire dalla prima serie della Vespa 98 cc dell’aprile 1946 per proseguire con pietre miliari quali la Vespa 125 del 1951 (resa celebre da Vacanze Romane), la rara Vespa “U” del 1953, la GS 150 del 1955, secondo molti lo scooter più bello mai realizzato, le cui proporzioni perfette hanno segnato per sempre il design di Vespa.

E poi ancora la 50 cc del 1963 un punto di svolta epocale nella storia di Vespa e la 125 Primavera del 1968.

Gli anni Settanta sono rappresentati dalla Vespa 125 Primavera ET3 (1976) e dalla Vespa 200 Rally (1976), che in quegli anni proponevano una soluzione tecnica innovativa come l’accensione elettronica, e dalla mitica Vespa P125X del 1977, “replicata” da una sua versione gigante, un modello fuori scala di 4 metri di altezza.

La collezione prosegue poi con i pezzi più importanti degli anni Ottanta (quali PK e 125 PX T5, anche in versione Dakar), Novanta (la nuova Vespa ET e la rara “Revival” della 50 Special del ‘91) e Duemila, fino ai modelli più recenti come quelli realizzati nel 2011 in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e nel 2016 per il 70esimo compleanno di Vespa.

Fino ad arrivare ai nostri giorni e guardare al futuro con le linee essenziali ed elegantissime di Vespa 946 nella versione (RED) che, a partire dal 2016 è il modo più elegante e ricco di stile per dimostrare sensibilità a un grande problema e rappresenta l’opportunità di aderire concretamente a una battaglia di civiltà tra le più difficili.

La collezione Piaggio

La prima delle due nuove sale aperte al pubblico è destinata all’esposizione della collezione dedicata al marchio Piaggio.
La compongono veicoli che hanno segnato la storia di intere generazioni e fanno parte del vissuto di milioni di persone.

Dopo l’assoluto “monopolio” del marchio Vespa, l’esagono Piaggio si afferma col successo dei ciclomotori. 50ini come Ciao e poi Bravo, Boxer, Sì rappresentano la prima motorizzazione, e quindi libertà, per ragazze e ragazzi degli anni ’70.

Una vera rarità è il primo prototipo di ciclomotore del 1955, ideato da Corradino d’Ascanio.

A partire da quei “motorini” il marchio si è evoluto attraverso famiglie sempre più tecnologhe di scooter e motorizzazioni passando per Sfera e Quartz degli anni ’90, per giungere a proposte estremamente evolute sia da un punto di vista tecnologico, sia nel design e proponendo innovazioni molto marcate come nel caso di MP3, primo scooter a tre ruote.

La collezione Ape, accolta in queste sale, spazia dal primo modello, nato nell’immediato dopoguerra per rimettere in moto i piccoli traffici merci, all’Ape Calessino del 1956 pensato per il trasporto dei passeggeri, passando per la rara versione Pentarò, a cinque ruote con rimorchio, che rappresenta un esempio significativo dei differenti impieghi del veicolo, come mostra anche la presenza di un Ape 400 furgone utilizzato dalle Poste Italiane.

 

La collezione moto (Aprilia, Gilera, Moto Guzzi)

La vera novità del nuovo allestimento 2018 del Museo Piaggio è la grande area espositiva dedicata alle collezioni storiche dei marchi motociclistici del Gruppo Piaggio, a cominciare dalla collezione Gilera che, già presente sin dalla prima configurazione museale, si arricchisce ora di 40 nuovi pezzi usciti da una minuziosa operazione di recupero e restauro.

La prima motocicletta costruita da Giuseppe Gilera apre un percorso cronologico, illustrato da immagini provenienti dall’Archivio Storico Gilera, che accoglie i numerosi esemplari che hanno segnato la storia della casa motociclistica di Arcore, acquisita da Piaggio nel 1969.

Particolarmente emozionante per gli appassionati sarà ammirare dal vivo la moto in sella alla quale, nel 2008, Marco Simoncelli ha conquistato per Gilera il 14° titolo Mondiale nella classe 250.

Per la prima volta sono esposti anche alcuni veicoli realizzati per l’Esercito Italiano e la Guardia di Finanza, tra i quali vogliamo ricordare le bellissime Gilera Saturno 500 Militare e la 300 Bicilindrica Guardia di Finanza.

Novità assoluta una piccola ma preziosa selezione di Moto Guzzi, tra cui si segnala un esemplare delle straordinaria Moto Guzzi V8 del 1957, un capolavoro di meccanica, una delle moto più famose di ogni epoca.

Per celebrare le 294 vittorie nei GP di Aprilia saranno per la prima volte esposte al pubblico alcune moto da competizione del marchio di Noale, circondate da un suggestivo allestimento che valorizza volti, immagini e numeri dei suoi successi. Spiccano, ovviamente, le moto campioni del mondo: la RS 125 che, nel 1997, vide Valentino Rossi per la prima volta Campione del Mondo, le RSV 250 con cui Loris Capirossi e Manuel Poggiali primeggiarono rispettivamente nel 1998 e nel 2003 e la RSV4 Factory che portò Max Biaggi alla vittoria nel mondiale SBK del 2010.

In esposizione anche una selezione di modelli storici che hanno fatto la storia internazionale della motocicletta: la Brough Superior SS 100, mito degli anni Trenta, la Vincent Black Shadow 1000 velocissima bicilindrica con motore a V di 1000 cc, la Ariel Square Four MK1 del 1950, la Velocette Venon Clubman del 1960 e la Norton Manx 500, una delle moto da corsa più celebri e vincenti del XX secolo. Accanto a questi gioielli due esempi della produzione di serie dello storico marchio vicentino Laverda, acquisito da Piaggio, insieme ad Aprilia, nel 2004: la Laverda SF 750 (1973) e la Laverda 1200 Anniversario (1979).

La collezione d’arte del Museo Piaggio

Il Museo ha sempre dedicato un’area al rapporto tra il mito di Vespa e le diverse forme di espressione artistica, con particolare riferimento all’arte contemporanea e al cinema. Uno spazio che si conferma e si rinnova nel nuovo Museo e accoglie le interpretazioni di Vespa date, negli anni, da artisti e designer: una raccolta di opere particolarmente interessante per varietà di stili e materiali, frutto dell’ormai quasi ventennale attività culturale della Fondazione.

Tra le Vespa d’autore spicca la reinterpretazione “mitologica” di Mino Trafeli, una Vespa segnata dalle inconsuete proporzioni e da inserti in alabastro, realizzata in occasione di un’antologica dell’artista ospitata dal Museo Piaggio nel 2003.

Tradizione ormai consolidata che fa di questa sezione un’area in costante ampliamento e rinnovamento, con l’acquisizione di nuove Vespa via via reinterpretate dai diversi artisti ospitati dal Museo, a cominciare da quella realizzata nel 2010 da Ugo Nespolo per la mostra “La Vespa e il cinema”. E proprio al Cinema – che ha avuto un ruolo fondamentale nella costruzione del mito di Vespa – è dedicato uno spazio a sé, con un monitor touch-screen sul quale “navigare” tra le più belle scene della storia del cinema che hanno vista protagonista la Vespa. Si spazia così da Vacanze Romane (1953) ad Alfie, da La dolce Vita (1960) a Quadrophenia (1979), passando per Caro Diario di Nanni Moretti (1993) e The Interpreter di Sidney Pollack (2005).

In questa zona si possono inoltre ammirare Vespa interpretate da artisti come Giampaolo Talani, Giorgio Dal Canto, Luca Moretto, Ali Hassoun, e alcune Vespa ET4 realizzate nel 2001 da giovani designer in occasione del concorso “VespArte”, tra le quali “Pezzo Unico” di Nicolino Di Carlo.

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