Il governo spagnolo ha sospeso a tempo indeterminato l’esportazione e la vendita di materiali antisommossa al Venezuela, “alla luce della spirale di violenza che vive il paese dagli inizi di febbraio”, segnalava giusto ieri il quotidiano El País sulla sua pagina online.
La decisione è stata adottata dalla Giunta Interministeriale Regolatrice del Commercio Estero di Materiali di Difesa e Duplice Uso (JIMDDU).
La chiesa cattolica venezuelana ha accusato lo scorso mercoledì il governo di Nicolás Maduro di aver imposto un regime totalitario, responsabilizzandolo del generale malcontento che ha sollevato la maggioranza delle proteste antigovernative.
Questo fatto, sommato alla pressione della comunità internazionale, ha motivato questa scelta da Madrid.
Si tratta della prima reazione ufficiale che un governo straniero intraprende dall’inizio delle manifestazioni e dei disordini che affliggono il Venezuela dallo scorso 12 febbraio.
La Spagna aveva applicato misure simili nel luglio del 2013 con l’Egitto.
Pur avendo sospeso qualsiasi spedizione internazionale di materiali antisommossa al Venezuela, fonti diplomatiche assicurano che la JIMDUU generalmente valuta una serie di criteri prima di procedere ed autorizzare la vendita di materiali militari, polizieschi o di “duplice uso”, come ad esempio assicurarsi che non siano in atto situazioni di instabilità interna e che non ci siano possibilità che questi materiali possano essere impiegati per repressioni.
Secondo un comunicato di Amnesty International, dall’inizio delle proteste sono morte 39 persone, senza contare il numero di feriti, gli oltre 2.100 detenuti ed i numerosi arrestati.
Nel 2012 il governo venezuelano aveva comprato materiali antisommossa prodotti in Spagna per un valore di 449.624 euro.
Sono state autorizzate operazioni per un totale di 1,69 milioni ai compratori: le Forze di Sicurezza venezuelane.
Le tre principali destinazioni delle esportazioni spagnole nel primo trimestre del 2013 sono state Cina, con 16,0 milioni di euro (24,6%), Irán, con 14,4 milioni di euro (22,1%), e Russia, con 7,6 milioni di euro (11,7%).
Le restanti esportazioni sono corrisposte ad altri 47 paesi, secondo i dati del Ministero dell’Economia iberico.
Il direttore di Amnesty International Spagna, Esteban Beltrán, ha segnalato che il “governo, i leader dell’opposizione e quelli della società civile venezuelana, devono promuovere tra i loro simpatizzanti l’esercizio del loro diritto di far parte di associazioni in forma pacifica”.
Beltrán ha definito “esagerato” parlare di conflitto civile, pur ribadendo la necessità di stabilire un “piano di dialogo nazionale” tra le parti per superare l’attuale situazione.
“La violenza non si potrà superare se i colpevoli resteranno impuniti ed è anche per questo che risulta fondamentale indagare in modo adeguato le varie denunce di assassini, torture, arresti e violazione dei diritti umani”, ha ribadito Beltrán.