Chiedere l’amicizia su un Social Network dovrebbe essere un bussare ad una porta in modo discreto, educato e composto. Ciò significa che, esattamente come nella vita di tutti i giorni voglio sperare non vi attacchiate tre quanti d’ora ai “citofoni” altrui per farvi aprire, dovrete fare in Facebook e in tutte le altre reti sociali.
Se la privacy impostata dalla persona con cui vorremmo entrare in contatto lo concede, sarebbe sempre carino mandare due righe privatamente per presentarsi (prima o dopo), o per ringraziare una volta dopo aver ottenuto l’amicizia. Questo lo dico soprattutto quando la richiesta arriva da una persona che non si conosce personalmente. Trovo sempre carino ringraziare il prossimo in generale, anche quando e se la nostra richiesta è stata accolta su un social.
Ringraziare significa: “Grazie Francesca”, oppure “buona serata!”, o ancora “buona giornata”. O anche scrivere qualcosa di gentile e educato, vien da sé che non potrete permettervi di andare oltre al saluto e ad una eventuale, brevissima, presentazione. STOP. Almeno fino a quando (e SE) seguirà una risposta.
Trovo giusto che sappiate che una risposta di questo genere: “Figurati”, “piacere mio”,”anche a te” o “a te”, o ancora di più, una faccina a caso, non significa che voi possiate iniziare a martellare con 56 messaggi di fila. Non leggetela come un “te la darò”, “saremo migliori amici per sempre”, “puoi scrivermi quando più ti aggrada”.
Non date il là ad una raffica di messaggi che tolgono il respiro. Magari diventerete amici, chi può dirlo. Magari vi scoprirete simili e nascerà qualcosa di bello. Ma se son rose fioriranno, non decidetelo voi per tutti e due, magari rischiando di compromettere qualcosa sin da subito, sul nascere.
Bersagliamenti del tipo: “ciao” – “ehy ci sei?” – “grazie per l’amicizia, spero di non deluderti, io mi chiamo XXX, sono alto 182 cm, moro, occhi verdi, vaccinato di morbillo, guadagno euro xxx al mese e gli altri mi definiscono brillante” – “Ci seiiiii? Ma perché non mi rispondi?” o, ancora, imperativi quali: “Ti vedo online rispondimi” porteranno solo ad una “rimozione forzata” immediata.
Anche se le vostre sono le migliori intenzioni. Compratevi uno di quei conta-minuti ticchettante da cucina a forma di gallina, di muffin o di rana e datevi almeno 25 minuti prima di incalzare con un altro messaggio, magari se vi legherete ad un palo per un quarto d’ora scoprirete con sorpresa che la risposta ad un certo punto arriva anche e soprattutto se scriverete una volta soltanto e non 18.
Possono nascere molte amicizie sincere, da uno scambio di battute. Non lo escludo affatto, ed è successo anche a me molte volte.
Ciò nonostante lasciate il tempo all’altro di rispondere senza insistere. In amore, amicizia, professione e qualsiasi relazione vince chi fugge, non chi incalza. Non appostatevi in chat aspettando che il semaforino verde appaia.
Non siate degli stalker! Se pensate che una donna sia bella e non riuscite a non scriverlo, fatelo. Ma con eleganza, senza diventare dei camionisti insistenti e volgari. Evitate i: “ti devo conoscere”, “se non ci vediamo sto male”, “ti ho sognata” e cavolate varie. Non siate aggressivi, ma, vi prego, non improvvisatevi poeti scrivendoci in rima. Diventerete in un nano secondo degli stalker. Magari poetici, ma pur sempre stalker.
Non trovate bugie ridicole per approcciare. Guardate che non siamo delle rincoglionite, a volte meglio un “grazie per l’amicizia” dando un seguito nei giorni/mesi successivi sulla nostra bacheca con interventi e “like” funziona di più, rispetto che provare a creare un finto punto di contatto fingendo che vi serva qualcosa per lavoro. Meglio, per quanto equivoco, uno che ti dice fuori dai denti: “non ti conosco ma mi è piaciuta la foto” (premiamo gli audaci!), piuttosto che uno che ti propone di diventare l’AD della sua società, sulla fiducia.
Non aggiungete gente a caso se l’obiettivo è solo ed esclusivamente quello di invitarli a farvi un “Mi Piace” su una pagina che gestite. Ci sta farlo, alla fine Facebook è un grandissimo strumento di marketing, ma fate passare almeno 2 ore, anziché 12 secondi. E’ tremendo pensare che aggiungiate gente a caso per far aumentare le visualizzazioni della vostra pagina.
Seriamente, lo sapete che la pagina Facebook di un’attività ed un profilo personale non devono necessariamente coincidere e condividere i medesimi contatti?
Non proponete ricariche telefoniche in cambio di scambi di chat a sfondo erotico.
Se siete dei vecchi porci e la cosa magari funziona con qualche adolescente allo sbando, non vuol dire che una di 35 anni non vi fanculizzi seduta stante. Altro tocco di classe quando mandate la richiesta di amicizia quasi in carta bollata e sembrate dei piccoli lord, per poi mandarci una “bella” foto del vostro gamberetto. Non è mai un bel vedere, e più che un: “caro, non è che me la rimandi zoomata, che non riesco a vedere molto?” non sappiamo mai che cosa dire, prima di bloccarvi definitivamente. Compratevi un impermeabile carino e andate al parco, no?
Se conoscete, nella vita reale o virtuale una donna, e siete (finora) persino riusciti a farle una buona impressione, ridimensionate il vostro ego ed evitate di rovinare tutto, magari iniziando in modo compulsivo a mandare vostre foto in pose che voi, solo voi (e forse vostra madre), ritenete essere prestanti (leggi: braccio alzato come ad indicare un gabbiano nel cielo per evidenziare il bicipite, finta aria concentrata preso di profilo per mettere meglio in mostra addominale alto e pettorale).
Evitate di mandare a una vostre foto in costume. Non riempitevi la bocca parlando di etichette costose se, tanto, a casa più che San Crispino e Tavernello non bevete e non descrivete minuziosamente serate fantomatiche con i vostri amici, infarcendo il vostro monologo di parole straniere e nomi di piatti stellati. Capisco che il mondo del food imperversi e che l’EXPO sia ormai alle porte, ma che voi mi diciate in quale pasticceria di Parigi trovare la migliore tarte tatin del mondo, o mi facciate capire di esservi ingolfati di cipolla caramellata da Oldani, di bollito non bollito da Bottura, di tuorlo marinato da Cracco o di avere provato il gioco del tonno di Moreno Cedroni non passerete per dei fighi spaziali da frequentare. Anzi.
Se siete un po’ disturbati e usate Facebook solo per aggiungere a caso donne e, una volta ottenuto il contatto, tutte le loro malcapitate amiche/madri/figlie/cugine e zie sappiate che tra di noi donne ci scriviamo con grande assiduità cose del genere: “mi ha contattata XXX, vedo che abbiamo te come amica in comune. E’ un tipo a posto? Accetto?”, risposta: “ma no è un coglione, lascia stare, anzi ora lo cancello pure io”.
Penso sia giusto che lo sappiate.
Se troviamo una richiesta di amicizia e, giusto per curiosità, prima di concederla, diamo una sbirciata alla bacheca di uno che negli amici ha SOLO foto di donne, due domandine – due – ce le faremo, e state certi che non avremo piacere di entrare a far parte del vostro album fotografico da segaioli. Stessa cosa se la bacheca è un’alternanza di condivisioni di profili altrui e stop. Avrete pur qualcosa da dire o raccontare. O, anche fosse che vi piace giusto condividere, due frasette frutto della vostra mente buttatele giù come contorno. Non aggiungete persone giusto per avere nuovi avversari per giocare a Farm Heroes o per vantarvi dei livelli ottenuti giocando a Candy Crush.
Parliamo ora di immagine del profilo. Chiaramente su Facebook è la foto del profilo a dire di getto chi siete, così come quelle due righine in cui dite se e dove lavorate o di cosa vi occupate nella vita. Non c’è molto da fare. Quello è e sarà il vostro biglietto da visita virtuale. Come vi comportereste se vi venisse richiesto di allegare una vostra foto al curriculum? Vi mettereste in slippino aderente o in camicia?
Vi sembrerà irrilevante ma un solo dettaglio del viso (bocca, naso, occhio, neo, orecchio) o del corpo come foto profilo trasmettono la stessa inquietudine che a me darebbe il restare chiusa in ascensore con Hannibal Lecter che ti dice di avere “un certo languorino”.
Stessa cosa se la vostra foto vi ritrae con uno sguardo da pazzo, e pensarvi con un’ascia in mano che sfondate la porta di un bagno viene facilissimo.
Personalmente mi trasmettono un certo turbamento anche quelli che si mostrano sorridenti con un bel fucile in mano, magari con qualche carcassa di animali vari nell’altra mano, impugnata come un trofeo. Diciamo che non sarebbe esattamente quel tipo di amico che vorrei.
Bocciati anche i profili senza foto. Così come i nomi falsi, gli anagrammi (a meno che non siate Tiziano Ferro e allora Notizia può funzionare). Infrequentabili anche quelli che si mostrano nudi, ultimamente il massimo è stato ricevere una richiesta di amicizia da uno inguainato in una tutina di latex. Prima ho vomitato, poi ho cliccato “elimina richiesta”.
E poi…’na camicina ogni tanto no? Non vi nego che, per quanto l’abito non faccia il monaco, se vi vedrò in 246 fotografie in t-shirt della salute bianca voi per me sarete solo “l’uomo-tuta”.
Non mettete nemmeno foto in cui vi piacete un sacco facendo l’amore con l’obiettivo. O, peggio ancora, se possibile, foto non vostre. Vi supplico, abbiate il coraggio di mettere una vostra foto. VOSTRA. In cui ridete, sorridete, siete seri ma non inquietanti, in cui non sembrate Pacciani. Sorridenti. Vestiti dalla testa ai piedi. La foto deve essere V.O.S.T.R.A. e non di Gerard Butler, di Clive Owen in uno scatto poco riconoscibile o di Raoul Bova mentre fa la spesa e sembra solo un trombabile uomo qualunque.
Vi assicuro che sarete più gradevoli con l’abito, la posa, la verve e l’incarnato di Roberto Carlino (che non vende sogni, ma solide realtà), che mezzi nudi, anche se fisicatissimi.
Quanto alle 2/3 righe che vi descrivono, piuttosto omettete. Ma non scrivete “NO” sotto “lavoro svolto” e tralasciate eleganti dichiarazioni quali “laureato presso l’Università del Sesso” , “Cintura nera di Kamasutra“, “trivellatore atomico di gnocca”. A questo punto scrivete pure “stalker-maniaco compulsivo-minchione” e farete prima.
Non usate, e questo non lo dico solo al maschio in preda agli ormoni ma anche alle donne, i social come delle vecchie zie impiccione. Se si usa Facebook non lo si fa per guardare le foto o spiare dalla serratura i profili altrui. Questo non si fa, anzi è un comportamento sgradevole nel mondo social. Se dovete fare così chiudete il vostro profilo, compratevi un cane e portatelo spesso al parco, dove potrete fare radici su qualche panchina osservando il via vai tra le aiuole e sfamando piccioni.
Anche i social, a meno che non vi scriviate con amici e persone che conoscete, dovrebbe osservare delle norme di buona educazione e convivenza. Tornate indietro nel tempo, a quando i cellulari non esistevano e le persone si chiamavano a casa. Nessuno si sarebbe mai sognato di telefonare dopo le 22:00, giusto? A meno che non dovessimo chiamare qualcuno che viveva solo. Lo stesso andrebbe fatto in Facebook. Se volete dare il via a una nuova amicizia, a una conversazione, a qualche scambio di opinioni, fatelo dalle ore 8:00 alle ore 22:00. La cosa sarà sicuramente ben vista.
Detto questo sappiate che sono assolutamente favorevole a chi non resta all’oscuro sbirciando le vite altrui, ma al contrario si lancia, si presenta, cerca nuove amicizie (amicizie, non trombate) e contatta il prossimo. Amo quando qualcuno mi scrive sul blog e su Facebook, ma se ha qualcosa da dire, se ha voglia di farlo in modo educato e gentile. Sempre.
E come ho scritto recentemente sulla mia bacheca, ricordatevi che… la confidenza fa perdere la riverenza!