Che io sia una incredibile rompipalle ormai si sa.
Che debba sempre dire quello che penso anche.
Che io provi un fastidio viscerale verso chi non sa stare a tavola ormai è noto.
Sono uno scaricatore di porto, non l’ho mai negato. Ma a tavola ritengo che non ci possano essere scuse. Non ci sono soldi, titoli di studio, master universitari o posizioni lavorative prestigiose che tengano quando non si sa stare a tavola. Non c’è donna che possa essere bella se seduta a tavola è sgraziata come un muratore della bassa, né uomo affascinante che possa conquistare una vera donna se non sa mangiare come dio comanda. Non scherzo quando dico che da giovane (ormai è il caso di dirlo) ho interrotto più frequentazioni per un congiuntivo sbagliato o una prima cenetta da dimenticare che per motivi seri.
Purtroppo sono venuta su con i famosi libri sotto le ascelle a tavola, figlia di una madre molto easy e simpatica su tutto, tranne che a tavola, luogo dove più che mai emergeva la sua educazione da collegio. Non potevo andare lontano e soprattutto ho il problema grandissimo di essere una grande osservatrice.
Questo post ha preso vita nella mia testa durante una delle mie mille pause pranzo in qualche locale intorno al mio ufficio. Lavoro in una zona molto bella di Milano, frequentata da diverse tipologie di persone e ciò che mi lascia sempre più confusa è constatare come spesso e volentieri siano proprio le persone in apparenza più eleganti a non conoscere alcune regole di base del semplice stare a tavola.
Oggi ero a pranzo con una cara amica (inutile dire che lei taglia i paccheri con la forchetta e non certo con il coltello) e osservavo rapita i nostri vicini di tavolo. Tra le cose che mi capita di notare frequentemente ci sono “l’abuso del coltello” ed il “cucchiaino equilibrista“.
Quanta gente mangia sentendosi un batterista, un direttore d’orchestra o un vigile, quanti parlano animatamente agitando e roteando nell’aria forchetta e coltello? Le posate NON si agitano MAI in aria, gesticolando durante la conversazione. La forchetta si tiene in mano mentre si mangia, ciò vuol dire che se vi interrompete per fare due chiacchiere potete appoggiarla serenamente al piatto o comunque tenerla ferma. Se non siete impegnati nel tagliare qualcosa (unico momento in cui potrete avrete forchetta nella mano sinistra e coltello nella destra), è possibile tenere la forchetta nella mano destra, quando è la sola posata utilizzata. Non impugnatela come prendereste in mano una clava. Utilizzatela con i rebbi verso il basso e l’indice posato sul dorso dell’impugnatura se dovete infilzare una pietanza.
Stessa cosa per il coltello, che si deve usare con cognizione e senza abusarne mai troppo. Appoggiatelo sul bordo superiore destro del piatto e pasteggiate utilizzando la SOLA forchetta quando non siete impegnati a tagliare. Inutile dirvi che se lo avvicinate alla bocca sarete immediatamente squalificati. Quando vi mettete a parlare con entrambe le posate tra le mani, agitandole nel vuoto, sembrerete dei circensi. Non delle persone che stanno pranzando o cenando. Durante le pause le posate vanno messe nel piatto con i lembi rivolti verso il basso, la posizione precisa sarebbe quella raffigurata dalle 20.20 dell’orologio.
Ma arriviamo al punto che mi sta più a cuore (odio questo diffuso abuso del coltello): il coltello serve per tagliare PRETTAMENTE ciò che richiede il suo utilizzo. Quindi SOLO ciò che SENZA coltello non potrebbe essere tagliato. Quindi: la pasta NON si taglia MAI con il coltello.
I ravioli, i paccheri, qualsiasi formato di pasta più grande di una penna o un maccherone si tagliano serenamente con la parte laterale della forchetta. Anche le lasagne, le crespelle e i cannelloni, per intenderci. I formaggi NON si tagliano MAI con il coltello una volta che si trovano nel vostro piatto.
Esattamente come le UOVA, i dolci, l’insalata, la frittata, l’omelette, una fetta di torta, ecc. Il coltello serve per le carni e i pesci, per tagliare e porzionare in bocconi umani ciò che avete nel piatto e per cui la sola forchetta non basta. Quando tagliate qualcosa non dovete giocare a tris nel piatto, tracciare segni nel grano o altro. Potete essere delicati e non è necessario prendere la rincorsa con il coltello da bordo a bordo del piatto, calcolandone il diametro.
Quando vi sedete a tavola sappiate che il tovagliolo non si trova lì per caso, non decora la tavola e va messo immediatamente sulle gambe e non intorno al collo come farebbe un cow boy. Ricorrete al tovagliolo spesso, anche e soprattutto ogni volta che dovete bere un sorso di acqua o di vino, e anche dopo aver bevuto, sia per non lasciare i calici sul tavolo tatuati dalle vostre labbra unte, sia per non restare lucidi per tutto il pasto.
Utilizzate solo un angolino, senza aprire il tovagliolo sulla vostra faccia come se fosse l’asciugamano caldo dal barbiere. I gomiti NON si appoggiano MAI sul tavolo. Nè si lasciano liberi di vagare a più di 3/5 cm dal nostro corpo. Sul tavolo appoggeremo giusto i polsi. Solo i P.O.L.S.I. Quando si inizierà a pasteggiare un sorriso sarà più che sufficiente, lasciate ai film americani la preghierina di ringraziamento e il “Buon Appetito!” da dire in coro. Lo so, lo so…. che credete sia un gesto educato e gentile. Ma non si fa. Proprio non va detto. Esattamente come il “cin cin”, lasciate perdere e beveteci su.
Il pane non si taglia MAI con il coltello a tavola. Una volta preso dal cestino il proprio pezzetto di pane non lo si addenta nemmeno tipo homo neanderthalensis ma lo si spezza con le mani prendendone la quantità giusta (quindi piccola) che, messa in bocca, sia masticabile intera senza farvi sembrare dei criceti che si riempiono le guance con le scorte per l’inverno.
Se avremo il piattino faremo cadere le briciole lì, altrimenti cercheremo comunque di evitare di distribuirle sulla tovaglia. Se non vi andasse la mollica amen, lasciatela da parte, senza giocherellarci e farne palline con cui provare a fare goal nei bicchieri dei vicini o nella scollatura della fidanzata. In generale giocherellare con il cibo a tavola è terrificante. Che sia mollica, una crosta di formaggio o la buccia di un frutto. Quando si beve il caffè non si dovrebbe mettere in bocca il cucchiaino dopo aver mescolato lo zucchero. In verità è una cosa che si sbaglia spesso.
Tuttavia dovrebbe servire giusto a far sciogliere lo zucchero, cosa da fare con delicatezza, meglio dal basso verso l’alto e non con movimenti circolari e veloci come se giraste della polenta o il ragù. In generale dei movimenti delicati mentre si pasteggia rendono sempre più gradevoli.
E qui arriviamo al “cucchiaino equilibrista”, che, dopo un caffè, un dolce al cucchiaio, una macedonia, ecc, non va MAI abbandonato in bilico dentro la coppetta o la tazzina ma SEMPRE riposto sul lato destro del piattino. Inutile dirvi che gli stuzzicadenti non esistono, non dovranno mai apparire sulla tavola, non andranno MAI usati né durante il pasto né dopo e mettere la mano a ventaglio davanti alla bocca sentendovi fini mentre ravanate tra un incisivo e l’altro non è consentito. Se proprio proprio vi rendete conto di avere una piantagione di rucola tra gli incisivi smettete di sorridere, alzatevi e andate in bagno.
(immagine tratta dal sito: http://www.miryampieralisi.it/)