E poi arriva il giorno della prima gita.
E dopo che per 3 anni non hai fatto altro che sognare il momento in cui sarebbero state più grandi, ora un po’ di nodo in gola viene nel vederla darti le spalle e andare per la sua strada con il suo zainetto in spalle.
Penso a quando le vedrò tra qualche anno, magari in un aeroporto, partire alla scoperta del mondo.
Ho fatto mie tante riflessioni bellissime di Gibran, considerando i figli “frecce nel vento”.
Mi sono sempre ripromessa di non diventare mai apprensiva, di lasciarle libere nel mondo, di andare, di sperimentare. D’altronde è una delle cose che ho più apprezzato nei miei genitori il fatto di avermi resa libera, anche di sbagliare, anche di farmi male.
Eppure oggi non vi nascondo che pensarli su e giù sui tram di Milano un pochino di pensiero mi è venuto. Ma poi scaccio via l’apprensione, mi dico che quando mio fratello aveva la loro età mia madre lo metteva in aereo con un passaporto appeso al collo (e io non posso che stimarla anche per questo), mi ripeto che abbiamo sempre fatto le nostre esperienze e che le paure, man mano che cresceranno, non smetteranno, anzi, potranno solo aumentare.
E allora buona gita amore mio! Divertiti tanto e sii sempre curiosa e assetata di cose belle e nuove come me.
Mi raccomando torna a casa con tante cose da raccontare a tua sorella, rimasta a casa con la febbre.