Bandiere arancioni
Viaggiare dovrebbe essere un dovere.
Dovremmo farlo tutti, sempre e ripetutamente, sin da piccolissimi e finché le forze lo consentono. Conoscere ed entrare in contatto con realtà, persone ed abitudini diverse dalla nostra ci arricchisce e ci aiuta a non aver paura delle diversità.
Vedere luoghi e paesaggi ai quali non siamo abituati ci fa riempire gli occhi di Bello, aiutandoci poi a ritrovare e a riconoscere la Bellezza anche intorno a noi, nel nostro piccolo, anche nel caos di una giornata frenetica, grigia e piovosa.
Per viaggiare non è indispensabile fare spostamenti lunghi e costosi, soprattutto in un paese come il nostro: l’Italia è costellata di angoli paradisiaci e perle nascoste, di quei luoghi che ti mettono in pace col mondo.
A volte basta anche allontanarsi solo per un’oretta – o poco più – per imbatterci in un paesino o un borgo ricco di storia e cultura. Se non sapete come scovarli, avete mai pensato di fare affidamento sul Touring Club Italiano.
La celeberrima casa editrice dedicata a viaggi e turismo (quella delle guide verdi, che per me sono diventate ormai un oggetto di feticismo) dedica, infatti, una particolare attenzione ai borghi dell’entroterra, fregiando le eccellenze con la Bandiera Arancione.
Se avete voglia di un (micro)viaggio perché non iniziare dal borgo Bandiera arancione più vicino a voi? Io ho avuto modo di scoprirne tre in Emilia Romagna grazie a un meraviglioso press tour organizzato dal Touring in maniera impeccabile.
Guide verdi e bandiere arancioni: cos’è il Touring Club Italiano?
Il Touring è un’associazione privata e non profit che si occupa dal 1894 di turismo consapevole attraverso attività di documentazione, divulgazione e tutela artistica e ambientale della nostra Penisola.
Le Bandiere arancioni sono un modo di raccontare e valorizzare il nostro inestimabile patrimonio storico, artistico, culturale, gastronomico, paesaggistico: si tratta di una certificazione che dal 1998 viene data ai piccoli borghi eccellenti dell’entroterra.
Sono località a misura d’uomo, con meno di 15.000 abitanti, le mete perfette per un weekend o una gita di un giorno.
I borghi Bandiera Arancione si distinguono per sostenibilità ambientale, tutela del territorio, patrimonio artistico-culturale, qualità dell’accoglienza e, aggiungo io, tradizioni, artigianato, cibi e persone da scoprire.
Alla scoperta dell’Emilia Romagna
Dal 16 al 18 giugno ho seguito, per conto di Vivere per Raccontarla, un tour per alcuni borghi Bandiere arancioni dell’Emilia Romagna: Busseto (PR), Fontanellato (PR) e Castelvetro di Modena (MO).
I primi due già li conoscevo (ma non sapevo avessero questa, meritata, certificazione di qualità), mentre non ero mai stata nel modenese, zona che mi ha letteralmente rapito.
Busseto (PR)
Forse avrete già sentito nominare da qualche parte questa cittadina della Bassa Parmense: è indissolubilmente legata al nome di Giuseppe Verdi, nato a Roncole Verdi (a pochi km da Busseto, dove è possibile visitare la casa natale che propone un simpatico tour virtuale guidato dalla voce del Maestro) e poi cresciuto nella cittadina.
Imperdibile il teatro intitolato al “cigno di Busseto” e una sosta alla Salsamenteria Storica Baratta : non dimenticate che questa è la patria di culatello e Parmigiano Reggiano.
A parte i salumi eccezionali – culatello, coppa, strologhino, prosciutto, ciccioli – non potete non assaggiare le salsine, in particolare la salsa rossa con carote e peperoni, e i sotto-aceto (melanzane e giardiniera) fatti in casa.
La convivialità tipica dell’osteria viene sottolineata dalle ciliegie e dalla frutta secca portata a fine pasto, si potrebbe andare avanti ore a sgranocchiare.
A pochi passi da Busseto c’è l’Antica Corte Pallavicina noto relais, ristorante stellato, osteria e azienda agricola, al quale vale la pena fare una visita. Situato a Polesine Parmense, nel comune di Polesine Zibello è una storica cantina che produce il famosissimo culatello.
Fatevi guidare per le sue cantine per scoprire perché il culatello è un prodotto di eccellenza, quanta maestria, passione e conoscenza serve per produrlo.
Fontanellato (PR)
Bambine di ogni età che sognano di vivere in un castello e il principe azzurro, questo è il borgo che fa per noi, cioè per voi.
Il paesino si sviluppa intorno alla rocca Sanvitale del XV secolo, circondata da un fossato, proprio come deve essere un castello.
Al suo interno c’è un capolavoro della storia dell’arte: la saletta di Diana e Atteone affrescata dal Parmigianino con scene tratte dalle “Metamorfosi” di Ovidio.
In realtà il mito classico raffigurato, rappresenta il dolore straziante di una madre che ha perso un figlio in maniera elegante e delicata: fatevi raccontare i retroscena dalle guide, gentili e preparate, vi verrà la pelle d’oca.
Il Sindaco e l’Assessore sono state le nostre guide d’eccezione, facendoci visitare anche stanze della rocca non aperte al pubblico e aprendo per noi il teatrino: altro gioiellino architettonico (ma io sono di parte, in una vita parallela mi occupo di teatro).
Dal punto di vista gastronomico siamo sempre nel parmense e a farla da padrona sono, oltre al parmigiano reggiano, i salumi: culatello, prosciutto crudo, coppa, strologhino, culaccia…
Un posto in cui fare rifornimento di affettati e gnocco fritto (o torta fritta) è la Culatelleria , locanda in cui degustare i prodotti tipici e, eventualmente, acquistarli.
Un altro piatto tipico – e delizioso – è la pasta fatta in casa, soprattutto quella ripiena, come i tortelli di zucca.
Noi li abbiamo mangiati, insieme a dell’ottima carne alla Trattorie La Cascina , in cui i piatti sono stati conditi dalla gentilezza e disponibilità dei proprietari, che mi hanno addirittura preparato uno zabaione express per propormi un dessert adatto a me, che non mangio glutine né latticini.
Castelvetro di Modena (MO)
Dalla pianura padana, dolcemente, si sale in collina e questa zona mi ha veramente tolto il fiato da quanto è bella.
Il Touring ci ha portato alla scoperta di Castelvetro e dintorni, borgo di epoca romana incastonato tra i vigneti, le cime degli Appennini e la pianura.
La piazza centrale, un enorme terrazzo con una vista mozzafiato ospita moltissimi eventi durante l’anno, ma anche vuota è assolutamente meravigliosa.
Vale la pena fare anche un salto al castello di Levizzano Rangone e all’oratorio di San Michele, oltre alla bellezza delle strutture noterete il rigoglioso ambiente naturale in cui sono immerse queste due attrazioni.
Dopo le visite culturali e turistiche arriva il momento di rifocillarsi: questa è zona di Lambrusco Grasparossa e aceto balsamico tradizionale di Modena, oltre ad essere a pochi passi da Vignola, terra di ciliegie sublimi.
Per fare un po’ di shopping gourmet o una sosta golosa c’è il Bicér Pin di Laura e Sara, due ragazze di Modena accomunate dall’amore per il loro territorio. I
n questa Enoteca un po’ particolare si servono pranzi, aperitivi e cene (c’è anche un piccolo e grazioso giardino) e si vendono prodotti tipici, per conoscere Castelvetro e dintorni anche attraverso le eccellenze eno-gastronomiche.
Se vi fermate in zona almeno per una notte – e magari in estate – concedetevi una cena al Ristorante Podere Diamante .
Se il tempo lo consente cenate fuori, tra le colline e gli alberi da frutto. Se, invece, la vostra sosta a Castelvetro è breve l’ideale è un pranzo a base di tigelle – delle mini piadine spesse, per intenderci – e salumi al Caffè l’Eglise in pieno centro: qui il frutteto è sostituito dalle mura medievali, che offrono comunque scorci molto suggestivi.
Doveroso scoprire anche i segreti dell’aceto balsamico “vero”, quello che deve riportare la dicitura “tradizionale” sull’etichetta.
Sapete che passa anni ad invecchiare in botte e che non contiene nient’altro che mosto d’uva?
Dopo averlo assaggiato non vi accontenterete più di quello del supermercato.
Due sono gli indirizzi da segnare: l’acetaia La Vecchia Dispensa nel cuore di Castelvetro e Opera02 in collina.
La prima è una tradizionale acetaia storica, fatta di conoscenza, passione e tradizione.
La visita guidata all’interno della torre è affascinante e consente di capire veramente perché il balsamico è un prodotto gourmet.
Nel loro shop troverete, oltre a molti altri prodotti, anche il nocino – liquore tipico della zona – e la saba, uno sciroppo d’uva, ottenuto dalla lunghissima e lenta cottura del mosto.
Opera02 è un agriturismo, acetaia e cantina incastonata tra le colline del modenese, l’ideale per riempirsi gli occhi del Bello della natura.
Post realizzato in collaborazione con: Touring Club Italiano
Testi: Alessia Calzolari – Blog: Moretto’s Chefs
Foto: Alessia Calzolari