Brunch e Street Food sono due modi di vivere il cibo, oltre che due abitudini, molto radicate in noi milanesi.
La nostra città è un luogo favoloso, dove ogni giorno spunta qualche bella novità nel panorama eno-gastronomico!
Il punto è che, di pari passo alla nascita di tanti locali dai format originali e accattivanti, c’è anche chi perde di vista la tradizione e la qualità e questo, ammettiamolo, soprattutto in ambito food, è un vero peccato!
Durante le vacanze natalizie ho trascorso insieme alla mia famiglia, qualche giorno tra Mantova e Ferrara.
Inutile dirvi che degli amanti della buona tavola come noi, non si siano certo fatti mancare pranzi e cene in osterie e trattorie tipiche del posto!
Con l’occasione abbiamo riscoperto sapori unici e genuini della nostra tradizione, domandandoci mille volte come mai a Milano fossero letteralmente sparite le trattorie di una volta.
Fateci caso!
Salvo alcune eccezioni, o sono bettole o sono spazi anonimi dalla cucina altrettanto insignificante.
O sono ristoranti stellati, oppure ristoranti mediocri che degli stellati hanno solo i costi.
Che ne è stato della “cucina di una volta”?
I piatti della nostra infanzia e della nostra tradizione (e non sto ovviamente parlando di pasta al pomodoro), vengono spesso snobbati dai ristoranti moderni, amanti dell’innovazione, degli abbinamenti insoliti e della novità ad ogni costo.
E’ un peccato perché, se è vero che il più delle volte si esca a cena per provare qualcosa di nuovo, capita anche che, mossi dalla volontà di non mettersi ai fornelli, si voglia uscire, con il desiderio, però, di mangiare come a casa, piatti caserecci e genuini.
Non so a voi, ma a me succedeva spesso, soprattutto la domenica.
Giorno in cui proprio non mi va di stare in casa e mi capitava di girovagare per Milano, stufa di fajitas, hamburger, uova strapazzate e pizza, alla ricerca di un luogo dove andare con la mia famiglia o in compagnia di amici.
Questo finché Marta Ascani, mia cara amica, oltre che bravissima PR, mi ha invitata a provare Dinette – Cucina di Ringhiera.
La parola Dinette rimanda a luoghi semplici e conviviali, come i cucinotti di campagna e quelli della barca a vela, o le cucine giocattolo di un tempo.
Qui ho riscoperto i sapori di una volta, la bella abitudine di cucinare per un reggimento e distribuire mini porzioni a destra e sinistra ad amici, parenti e vicini di casa (io lo faccio sempre alla fine di ogni cena, perché sono perennemente a dieta, da più o meno 30 anni).
Da Dinette ho ritrovato il “pranzo della domenica”, immancabile quando ero piccola, quando si andava dai nonni, fermandosi lungo la strada per comprare un vassoio di pasticcini e un bel mazzo di fiori.
Vi ricordate quel profumo di arrosto, risotto, brodo e pasta fatta in casa che si sentiva già dal pianerottolo, appena scesi dall’ascensore? …E la cucina della nonna, che oggi, giustamente, ricordiamo un po’ vintage, piena di piattini di mille servizi diversi e con le sedie di legno color crema?
A fine pasto, ve lo ricordate, non potevano mancare di certo le tazzine da caffè e una moka fumante!
Ecco, da Dinette sono tornata indietro nel passato, grazie ai sapori di casa, ai ricordi e agli arredi vintage, moka inclusi!
Il pranzo della domenica si svolge, ovviamente solo di domenica, dalle ore 12 alle 16.30, proprio come accadeva e accade quando si pranza con i parenti nei giorni festivi.
Un’altra cosa bellissima è che, proprio come a casa, si può condividere il piatto al centro del tavolo ed ognuno può servirsi da solo.
La cucina è casereccia e tradizionale con piatti provenienti da diversi luoghi d’Italia.
Nel menù troverete sia “piatti regolari” (parlo di quantità), sia, solo di sera, le “mezze del ballatoio” che richiamano alla memoria gli assaggi delle cucine dei vicini e consentono di provare più piatti senza dover convincere (o obbligare) gli amici a dividerli, inoltre evitano inutili sprechi di cibo.
Il menù cambia a seconda degli ingredienti di stagione e da ottobre è curato dallo chef Domenico della Salandra e dal sous-chef Raffaele Russo, giovane chef siciliano in grado di realizzare piatti incredibili.
Come usavano fare le vecchie trattorie di una volta, Dinette è aperto tutto il giorno e serve anche la prima colazione (anche le torte sono pazzesche! La mia preferita è sicuramente la crostata con marmellata di visciole!!!).
Ci si può fermare a lavorare durante la giornata, pranzare con il menù della schiscetta, oppure fare un aperitivo con le mezze del ballatoio e un bicchiere di vino.
I proprietari, milanesi classe 1975, sono già soci di locali di successo.
Luigi Beretta è uno dei proprietari dell’Elettrauto in via Cadore, mentre Filippo Leva è socio dello storico bar sui Navigli, il Tango.
DINETTE – Cucina di Ringhiera
Via Fratelli Bronzetti 11, Milano – www.dinette.it – T 0236574130
Orario: dal lunedì al sabato dalle ore 7.30 alle 00.30 – domenica dalle ore 9 alle 18.00
Servizio di delivery in zona con Deliveroo.
Ufficio stampa: Marta Ascani