Milano, Ospedale Buzzi, 7 aprile 2020
Diabete mellito di tipo 1: giorno 4
Vittoria ormai è diventata bravissima e si fa da sola il test per la glicemia tutte le volte (prima e dopo colazione, prima e dopo pranzo, prima e dopo cena).
Quelle notturne le lasciamo fare alle infermiere e lei non si sveglia nemmeno più.
A dir la verità dormiamo pochissimo perché siamo stati spostati nel reparto di pediatria no-covid (prima eravamo in quello covid perché arrivavamo dal pronto soccorso) e ci sono tantissimi neonati che piangono in continuazione tenendoci sveglie.
I valori scendono bene e dall’altro ieri non vediamo più numeroni quando controlliamo la glicemia.
Sono convinta che abbia già recuperato qualche etto.
Non sappiamo ancora quando usciremo, spero almeno di poter fare Pasqua a casa.
Lei è diventata appiccicosa e dobbiamo dividerci un letto in due quindi io sono decomposta dalla stanchezza.
Curo la ferita da ustione-ferro da stiro (qualche giorno prima del ricovero avevo avuto un piccolo incidente domestico) con i medicamenti che mi danno le infermiere.
Quelle del cuore le cura lei con i suoi sorrisi e il suo atteggiamento positivo.
La nostra nuova stanza si affaccia su un cantiere ovviamente immobile e noi non riusciamo a fare gli umarel. Se non altro non arrivano altri rumori.
Le finestre sono bloccate quindi niente da fare, ci eravamo abituate troppo bene al piano di sopra con le nostre ore di sole e aria quotidiana.
Nemmeno qui è possibile uscire dalla stanza o sgranchirsi le gambe quindi respiro e faccio “ohm”.
Io sto sviluppando egregie doti di tiro al bersaglio e le faccio l’insulina con una certa maestria.
Sono stupita dal mio atteggiamento zen, la quarantena deve avermi temprata.
Due mesi fa non avrei retto l’immobilità in 20 mq e la solitudine così bene. Figuriamoci senza cibo e vino.
Oggi saremmo dovuti partire per l’Andalucia per le vacanze di Pasqua. Pre-virus, pre-diabete.
Gigi e Giulia sono a casa, credo lei la stia vivendo come una vacanza con il padre tutto per sé.
Ogni volta che li chiamiamo stanno mangiando cose buonissime e noi due soffriamo (per la fame).
Ecco, la fame ci accompagna in ogni momento del giorno e della notte e a volte riusciamo a trovare il vitto persino accettabile.
A voi un grazie immenso, che esce dal cuore.
Grazie per quello che state facendo e scrivendo e per i vostri pensieri.