Milano, Ospedale Buzzi, 6 aprile 2020
Diabete mellito di tipo 1 – giorno 3
Ricorderò quella appena trascorsa come una delle notti più lunghe della mia vita, con un prelievo all’ora, in due strette nella brandina perché nel suo letto non voleva proprio stare e io in un angolo per non toccarle tutti i tubicini delle braccia.
Però ricorderò a lungo anche la gioia di stamattina nel vederla sollevata, stare meglio rispetto agli ultimi giorni.
Le hanno tolto tubi e infusioni lasciandole solo i “rubinetti” nelle mani e nelle braccia ma così siamo più libere e agili e lei felice.
Ha fatto la sua prima puntura di insulina e ha detto che non fa male per niente, dopo tutti i buchi e i prelievi che le hanno fatto nelle ultime ore.
Ci siamo lavate, sistemate e ora non vede l’ora di fare colazione.
A voi che mi leggete qui o sui social ancora un grazie immenso perché sembra una cosa da poco ma ogni vostro singolo commento, messaggio, testimonianza, bacio, telefonata, mi ha aiutata e scaldato il cuore in un momento in cui sentivo (e sento) sgretolarsi la terra sotto i piedi.
Mi sento maleducatissima a non aver ancora risposto e appena possibile lo farò perché siete davvero tanti e non trovo nemmeno le parole per ringraziarvi.
C’è chi pensa che i messaggi, se tanti, non facciano la differenza.
Invece vi posso assicurare che non me ne perdo uno e che ogni singolo messaggio qui, su Instagram, Facebook, Whatsapp, ecc mi sta scaldando il cuore come nemmeno immaginate.
Ogni testimonianza di amici, figli, genitori che convivono benissimo con il diabete, ogni preghiera, ogni semplice cuoricino o bacio per me noi sono carezze in un momento così.
L’amore è una cosa meravigliosa e io ringrazio voi perché ce ne state mandando così tanto!
Alla piccola, a me, a Gigi e Giulia che, chiusi in casa senza poter vedere Vittoria, non se la stanno vivendo bene nemmeno loro.
Vi aggiorno: siamo sempre al Buzzi, chiuse nella nostra stanza perché ovviamente per il coronavirus non possiamo uscire nemmeno in corridoio.
Vittoria sta bene e riprende peso a vista d’occhio (aveva perso quasi 5 kg).Sta molto meglio anche se ovviamente la glicemia è ancora alta e la stanno monitorando per capire come calibrare l’insulina.
Mangia e si arrabbia perché vorrebbe mangiare molto di più.
Ma sentirsi dire che una volta a casa potrà mangiare ancora quello che vuole stando solo attenta a come abbinerà gli alimenti la fa stare meglio.
Ogni tanto mi guarda e mi ripete: “tanto il gelato dopo la pizza non lo mangio mai perché non mi piace”.
Ora ci stiamo più attenti solo per sistemare la glicemia ancora alta.
Mi viene da dire, nella sfiga, “fortuna” che sia successo a quella salutista delle due.
Ha imparato a fare le sue 4 pennine di insulina al giorno.
Essendo pelle ed ossa stiamo sperimentando nuovi punti oltre le braccia, dove le fanno più male.
Oggi si è fatta la sua prima penna da sola nella coscia.
La guardavo impegnata nel far zampillare un goccio di insulina fuori dall’ago e poi contare attentissima fino a 10 iniettandosi e mi veniva da piangere.
Davvero sono più bravi di noi.
La cosa che le pesa di più sono i buchini nei polpastrelli per controllare la glicemia con il glucometro.
Li deve fare a mezzanotte, alle tre del mattino e poi prima e dopo i tre pasti principali.
È una cosa che odia ma con il coronavirus alcune ditte non consegnano i sensori e quindi per un po’ andrà così.
La situazione è un po’ alienante ma sono convinta che la quarantena ci avesse già temprate un po’.
Apriamo la finestra e prendiamo il sole.
Abbiamo tanta voglia di tornare a casa e io, -posso dirlo?- appena torno mi faccio una bottiglia di rosso.
Un abbraccio