Questi quasi due mesi di proteste almeno ad un risultato hanno portato: oggi tutto il mondo sa che Nicolás Maduro è un presidente illegittimo e che in Venezuela si vive sotto una terribile dittatura militare.
Chiaramente esistono e continueranno ad esistere estimatori, castro-comunisti-chavisti da salotto che ribadiranno le grandi migliorie apportate dal governo di Chávez e di Maduro e dalla presenza di schiavizzati ed arretrati medici cubani mandati nel nostro paese in cambio di oltre 100.000 barili di petrolio al giorno.
L’obiettivo di questa incalzante e martellante diffusione di notizie tramite blog e social network, da parte mia come di numerosi altri amici venezuelani, è quello di raggiungere e sensibilizzare più persone possibile sugli accadimenti che stanno attualmente distruggendo il Venezuela ed umiliando il suo popolo.
Sappiamo ormai tutti che la brutale repressione in atto non sta risparmiando niente e nessuno: uomini, donne, studenti, minorenni, anziani, bambini, neonati, donne incinta, animali, proprietà private, monumenti, strade, piazze, manifestanti, persone che alle manifestazioni assistono soltanto, chavisti e non chavisti, ricchi e poveri, civili e militari, la libertà in ogni sua espressione e la qualità della vita.
Si è parlato a lungo ed innumerevoli volte delle cause scatenanti di queste proteste di massa, spaziando dalla delinquenza diffusa nel paese (ricordo fino allo sfinimento le 25.000 morti violente nel corso del 2013), all’inflazione, dalla mancanza di libertà individuale alla corruzione, dalla generale crisi alla carestia alimentare.
Mano a mano che le manifestazioni sono andate avanti si sono sommate nuove e convincenti motivazioni per continuare a protestare.
La repressione imposta da Maduro e dal suo governo ha definitivamente smascherato la finta immagine democratica creata ad hoc dal defunto Chávez durante gli ultimi 15 anni di regime.
La morte di oltre 40 persone, le centinaia di feriti, i circa 2.000 arresti ingiustificati, tra cui quello del leader oppositore Leopoldo López, le violazioni quotidiane dei Diritti Umani, l’abuso di potere da parte delle autorità, la sempre più evidente presenza cubana, le azioni anticostituzionali contro politici e cittadini, gli studenti spogliati, umiliati e picchiati all’interno delle università, sono stati solo alcuni dei motivi che hanno contribuito al prolungarsi delle proteste.
Finalmente tutto o quasi è stato raccontato e svelato e Maduro non potrà ancora a lungo continuare a nascondere l’evidenza.
Ciò nonostante, lui ci prova!
Giusto pochi giorni fa il presidente illegittimo, durante il suo programma radiofonico “En contacto con Maduro”, aveva affermato che:
“En Venezuela hay plena vigencia de los Derechos Humanos. Esta es la Constitución más avanzada en Derechos Humanos y es letra viva”.
Dimostrando di aver aperto un libro di storia giusto la sera prima, ha aggiunto che la destra venezuelana parla di torture “dimenticando i giovani scomparsi tra gli anni ’60 e ’70 o il massacro, noto come El Caracazo, del 27 e 28 febbraio del 1989″.
Avrebbe inoltre aggiunto, non mi spiego con quale coraggio, che il capitolo sui Diritti Umani della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela “è il più avanzato di qualsiasi Costituzione del mondo”, assicurando che in Venezuela il rispetto dei Diritti Umani e delle piene libertà individuali e collettive vengono assolutamente garantiti.
Oltre a questo, non c’è mai limite al peggio, avrebbe sostenuto anche che, con l’inizio della Rivoluzione Bolivariana, 15 anni fa, è stato inaugurato un dialogo orizzontale con il popolo.
Alla faccia del dialogo!
Maduro sta dimostrando grande confusione generale.
Risulta piuttosto evidente, infatti, che il colombiano ignori il significato di termini e concetti quali “democrazia”, “libertà”, “Costituzione”, “fascismo”, “dialogo”, “pace”, tra i tanti.
Parlando di diritti umani rispettati, vorrei segnalare che oggi, oltre agli assassinii, ai feriti, agli arrestati e ai torturati, esiste un altro gigantesco gruppo di vittime poco menzionato: quello dei desaparecidos.
Ogni giorno qualcuno esce in strada e non fa ritorno a casa.
Si tratta di persone di ogni età, molto spesso studenti, anche giovanissimi.
Spariscono e non si sa più niente di loro.
Nei casi più fortunati qualcuno riappare dopo qualche ora, vittima di un arresto lampo, ma il più delle volte, purtroppo, scompaiono del tutto.
Ogni singolo giorno, su Twitter, qualcuno racconta disperato di aver visto giorni prima amici, parenti e conoscenti trascinati via da qualche GNB. Vengono pubblicate dozzine di foto con dati personali che si prega di diffondere in un disperato “Chi l’ha visto” virtuale.
Esistono diverse associazioni umanitarie impegnate in questo ambito, come la Venezuela Awareness Foundation (VAF), con sede a Miami, e la tedesca Internationale Gesellschaft für Menschenrechte (IGFM) che hanno creato il sito web “DesaparecidosVE” pensato anche per raccogliere informazioni in merito a potenziali crimini all’Umanità.
Il sito web http://www.desaparecidosve.com vuole essere una piattaforma dove i familiari, i conoscenti ed i testimoni possano denunciare o documentare le scomparse dei propri cari nel corso delle giornate di protesta iniziate a febbraio contro il regime bolivariano.
Secondo i dati offerti dalla Venezuela Awareness Foundation, esistono moltissime persone di cui non si sa ancora nulla.Tra questi molti sono stati detenuti da organizzazioni paramilitari legate al chavismo, noti come colectivos.
Il sito web “DesaparecidosVE” invita chiunque sia al corrente di nuove scomparse a scriverne e documentarne la sparizione.
Posso solo provare ad immaginare come possa stare chi non sa nulla di un figlio, di un genitore, di un parente o di un amico.
Chi si attacca al telefono o fa il giro di tutti gli ospedali e delle camere mortuarie, in bilico tra la speranza di ritrovare, ma non certo lì, un proprio caro.
Eh sì, un paese il cui governo reprime manifestazioni studentesche con la violenza, in cui le forze armate militari e paramilitari continuano indisturbate ad uccidere, ferire, arrestare e torturare civili disarmati, in cui ogni giorno si contano decine di sparizioni…. è proprio un paese “in cui il rispetto dei Diritti Umani e delle piene libertà individuali e collettive vengono assolutamente garantiti”.