Chi si stanca perde!

di Francesca

 

Patricia Janiot, giornalista della catena televisiva CNN, ha denunciato pubblicamente le angherie subite lo scorso venerdì all’aeroporto di Maiquetia (Caracas), quando ha lasciato il paese per trasferirsi negli USA.

Lei stessa, infatti, ha raccontato dagli studi di Atlanta della CNN di aver vissuto ore terribili presso l’aeroporto.
I militari al controllo l’hanno girata da capo a piedi, le hanno aperto e spaccato le scarpe accusandola di trasportare dentro ad esse della droga.
Nel farlo, un ufficiale le ha detto, in qualche modo scusandosi, di aver ricevuto quelle disposizioni e di dover fare il suo lavoro.

Gli attacchi di Maduro verso il canale di notizie erano iniziati la scorsa settimana, quando il “presidente illegittimo” li aveva accusati di non mostrare immagini reali e di voler dare l’idea al mondo di un Venezuela in piena guerra civile”.

Così,dicendo di non poter sopportare “la loro campagna di guerra conto il Venezuela” (qualcuno deve dirgli che la sola campagna contro il paese è quella che porta avanti lui) li ha messi alla porta da buon dittatore.

Marco Ruiz, il Segretario Nazionale dei Lavoratori della Stampa (SNTP),aveva annunciato anche su Twitter l’uscita repentina dal paese della giornalista Patricia Janiot, a seguito delle forti pressioni e minacce subite dalla CNN da parte di Maduro.

La cosa positiva di tutto quello che si sta verificando con stampa e televisioni è che, comprensibilmente, si inizia a parlare e a far circolare notizie in merito agli avvenimenti venezuelani nel mondo.

Intanto da Caracas alcuni amici mi raccontano che impazzano le scritte sul manto stradale delle vie, perchè risultino ben visibili e comprensibili anche dai cieli, da ore sorvolati da aerei ed elicotteri militari.

Quella più di impatto dovrebbe essere quella di ieri in Plaza Altamira e non credo occorrano traduzioni (“Maduro coño e tu madre”).

La gente, nonostante le varie persecuzioni, non mostra alcuna paura e anche di sera, dopo le 20, gira per le strade manifestando e chiedendo la fine di questa dittatura ed un paese migliore.

Le notizie da Tachira sono incoraggianti e sappiamo che, nonostante l’esercito invada le strade e i cieli sopra San Cristóbal, le Forze Armate non stanno comunque riuscendo a reprimere la grinta e la resistenza dei Tachirensi, la cui strategia risulta geniale e vincente.
Non attaccano a meno che non si vedano costretti a difendersi.
Tirano su le loro barricate con tronchi di alberi e sacchi di spazzatura e chiudono le principali arterie della città.
Poi vanno via, non restano a protestare nè a manifestare contro le guardie.

Quando i funzionari statali arrivano a rimuovere le barricate loro le rimettono giù esattamente come erano.
Questo li fa impazzire.

Nel luogo di maggiore concentrazione, sulla Avenida Carabobo, dove hanno dato fuoco ad ogni cosa e sparato gas lacrimogeni, gli studenti spargono olio sulle strade perchè i motorizados in moto scivolino.

Nei sacchi della spazzatura delle barricate mettono chiodi per bucare le gomme delle loro moto.

La guerra di Tachira è strategica!

Il fatto che internet sia stato subito tagliato è dipeso anche dal fatto che forse non si volesse mostrare come attua il popolo contro i balordi del governo e le loro aggressioni.

Sarebbe utile che anche in altre parti del paese si portasse avanti una battaglia strategica e non cruenta.

Perchè bisogna resistere e non sfinirsi.
“Chi si stanca perde” ripetono tutti.

Intanto Maduro sembrerebbe aver capito di aver fatto a livello internazionale una figura barbina ed inizia ad ammettere, seppur con il gontagocce, qualche verità.

Durante una conferenza stampa ha per esempio ammesso che ci sono funzionari pubblici detenuti ed indagati per la morte di almeno tre giovani lo scorso 12 febbraio, durante la marcia pacifista degli studenti a Caracas.

“Sono detenute alcune delle persone coinvolte che erano armate. Quando ho visto le foto ho chiesto il loro immediato arresto”, avrebbe detto Maduro durante la conferenza stampa.

Dopo la figuraccia della scorsa settimana, quando Maduro aveva negato a Barack Obama un dialogo civile dicendogli in pratica di non mettere il becco in questioni che non lo riguardavano, il nostro genio ci ripensa e si dice pronto a sostenere un “diálogo de altura” tra i due governi.

Quel “de altura” fa sorridere.

Ci si chiede tutti se per l’occasione Maduro avrà ricevuto da Cuba un discorso da imparare a memoria e se si sia iscritto ad un corso intensivo di inglese.

“Convoco a un diálogo con usted presidente Obama (…), entre la Venezuela patriota y revolucionaria y Estados Unidos y su gobierno. Acepte el reto y vamos a iniciar un diálogo de altura y pongamos sobre una mesa la verdad”.

Maduro inoltre si dice disponibile a far tornare un Ambasciatore del Venezuela negli Stati Uniti perchè sia possibile trovare soluzioni politiche e diplomatiche.

Stiamo a vedere cosa altro ci tirerà fuori dal cilindro magico nelle prossime ore!

Intanto resistiamo e non abbassiamo la guardia! Mai!

Chi si stanca perde!

 

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