Vestita con un abitino di seta a fiori lei, e con un improbabile completino beige con tanto di maglietta slacciata fino all’ombelico lui (roba che nemmeno Don Johnson nelle vesti di Sonny Crockett), il 15 settembre 1977 i miei genitori convolarono a nozze, davanti ad un ufficiale civile in un albergo a Santo Domingo, con mia nonna come testimone.
La mia storia
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12 -“El Hombre con El Jeap Azul”: l’arrivo di mio padre sull’isola
di Francescadi FrancescaUna volta arrivata sull’isola mia madre aveva iniziato a frequentare un gruppetto di ragazzi europei, a Margarita per diversi motivi, e a vedersi con assiduitá con un francese, tale François Laurent, che si trovava lí come tanti altri in cerca di business e di fortuna. Per lavoro aveva cominciato a viaggiare molto tra Italia e Stati Uniti, mentre mio fratello cresceva sull’isola.
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Mia madre atterrò sull’isola una sera di fine giugno, carica di bagagli e con mio fratello di nemmeno sei mesi tra le braccia.
L’isola era profondamente cambiata rispetto a come ricordava di averla vista in occasione di uno dei viaggi fatti con i suoi genitori negli anni precedenti. A Porlamar, al posto della foresta, erano nate moltissime strade asfaltate e piene zeppe di negozi. -
Com’era Isla Margarita nei primi anni 60
L’Avenida Santiago Mariño era allora una lunga strada dove esistevano soltanto “El Chipi“, un capanno di vecchie lamiere, unico solitario ristorante della strada, l’Hotel Bellavista ed un negozietto che vendeva carosene per cucine. Al di là di queste tre testimonianze di presenza umana e civiltà, il resto della strada e il resto di Porlamar era dominato dalla foresta.
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Quinta Manila, la casa di Prados del Este
Subito dopo il terremoto del ’67, i miei nonni avevano comprato quinta Manila nella zona di Prados del Este, una grande casa coloniale in stile spagnolo, anni luce dall’essenzialità di Waikiki. Quinta Manila è la sola casa di Caracas che io abbia mai visto con i miei occhi e non soltanto in fotografia e la sola nella quale io abbia trascorso molti momenti della mia infanzia e della mia giovinezza.
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8 – Caracas – Roma – Andata e ritorno: L’Agostino Codazzi e il terremoto del 1967
di Francescadi FrancescaL’Agostino Codazzi di Caracas e il terremoto del 1967. Venduto il catering, mia nonna aveva iniziato ad insegnare storia presso l’Agostino Codazzi, la scuola dove studiavano anche mia madre e mia zia. Parallelamente lei e mio nonno avevano aperto un’altra piccola attività similare alla precedente e, riconsiderando la possibilità di rientrare in Italia, avevano preso gli appalti a Rimini e Pisa per continuare la medesima attività presso i due aeroporti italiani.
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Il catering e l’Università Centrale del Venezuela. All’inizio degli anni Cinquanta, il catering di mia nonna iniziò a rifornire anche le poche navi ormeggiate nel porto di Caracas.
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I primi passi di mia madre in Venezuela, a Maiquetia
Mia madre, nata a La Guaira, imparò a camminare tra i banchi di metallo del supermercato di Maiquetia.
Sua madre, mia nonna, aveva trascorso un periodo molto intenso. Non faceva altro che lavorare, non chiudeva occhio la notte. Gli affari avevano iniziato a girare molto bene e lei poté offrire lavoro a numerosi italiani emigrati a Caracas con il sogno e la vocazione della cucina. -
Gli aperitivi a quinta Japayumar e le nuove amicizie venezuelane.
Dopo un primo iniziale periodo di assestamento, mia nonna iniziò ad assecondare la sua natura mondana e la sua innata predisposizione per le pubbliche relazioni, cominciando a coinvolgere il vicinato in aperitivi serali a Quinta Japayumar. -
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4 – L’arrivo a Quinta Japayumar e le prime impressioni su Caracas
di Francescadi FrancescaLa prima casa di mia nonna in Venezuela: quinta Japayumar.
Raggiungendo Macuto, lungo il litorale centrale, ai piedi della Cordillera de la Costa, in lontananza si stagliavano le famose spiagge che Tony le aveva descritto in diverse lettere, che godevano di un clima tropicale caldo ma ventilato, in contrasto con la vicina La Guaira, leggermente più arida e calda. Lungo le strade, oltre ad alte palme da cocco, si scorgevano diverse piante da frutto: giganteschi manghi, alberi di hicacos, guanabanas, cotoperi e mamey.