Tempo di matrimoni: Il bon ton dell’invitato.

di Francesca

Questa mattina la mia amica Corinne, che mi conosce molto bene e sa quanto io sia pignola su certe tematiche, mi ha servito su un piatto d’argento un articolo sul bon ton da osservare ai matrimoni come invitati. Si pensa, infatti, che il giorno delle nozze tutto ruoti soltanto intorno alla sposa, al suo abito, alla qualità del catering, alla bellezza della location e, diciamolo, alle mise delle suocere. Questi sono assolutamente aspetti che restano indelebili nei ricordi ma, non facciamo i buonisti ad ogni costo, anche alcuni invitati riescono a regalare emozioni non indifferenti. Per lavoro mi capita di organizzare anche matrimoni e sono assolutamente convinta che ogni singolo dettaglio, dalla partecipazione ai fiori, dalle scelte musicali ai più piccoli ed apparentemente insignificanti aspetti, abbiano la loro importanza ai fini di un buon risultato. Ma torniamo agli invitati, da non considerarsi assolutamente un dettaglio marginale. Sono stata a diversi matrimoni nella mia vita e di ognuno ho ricordi nitidi di alcuni invitati. Non sempre positivi. 

Appena ricevuta la partecipazione

Nell’era dei cellulari é assolutamente impensabile non ringraziare con una telefonata i futuri sposi. Se proprio non si ha il tempo per chiamare, almeno un messaggio é assolutamente doveroso! Sì, ma immediatamente! Nell’arco di due o tre giorni e non un mese dopo. Si ringraziano gli sposi, ci si congratula con loro e, se nella busta oltre alla partecipazione vi é anche l’invito al ricevimento (ormai quasi sempre, l’invio delle sole partecipazioni si usa oggi con meno frequenza), si comunica loro se potremo esserci.

In caso la data sia troppo in là per confermare subito la nostra presenza si avvisano gli sposi che sarà assolutamente nostra premura far sapere loro qualcosa nel minore tempo possibile. E così, cascasse il mondo, dovrá essere. A costo di attaccarvi 35 post-it sulla porta di casa, in fronte e sul frigorifero sarà infatti vostro dovere far sapere qualcosa alla povera sposa che avrà già duemila cose per la testa e non dovrebbe anche preoccuparsi di rincorrervi per sapere se ci sarete.

Quando portare i bambini?

L’articolo in questione fa una distinzione tra le partecipazioni che coinvolgono solo la coppia e quelle che si rivolgono all’intera famiglia. E’ una buona osservazione. Tuttavia oggi pochi colgono questa finezza nell’intestazione, quindi, per non saper né leggere né scrivere, che sulla busta ci sia scritto “famiglia” o no, io sono per lasciare i bimbi a casaE badate bene che ne ho due. Ma so quanto possa essere fastidioso l’effetto “trattoria cinese” con bambini che corrono di qui e di là o con neonati urlanti in chiesa. Oltretutto difficilmente gli sposi avranno il cuore di dirvelo apertamente, quindi alleggerite loro il compito tranquillizzandoli sul fatto che non muoverete l’intera tribù. Altra cosa se il matrimonio é organizzato proprio pensando ai bambini. Magari di giorno, in una cascina, in un contesto bucolico e da sposi pazienti che magari hanno anche previsto animazione o più di una baby sitter per i vostri piccoli. 

Lista Nozze: quando e come

Nell’articolo il discorso “lista nozze” occupa un posto secondario. Personalmente sono convinta che, nel comunicare se potremo esserci, sarebbe buona norma chiedere indicazioni sulla lista nozze e procedere nel minor tempo possibile a fare il regalo. Il bonifico la sera prima del matrimonio e’ così triste! In ogni caso meglio togliersi subito il pensiero e non rischiare di dimenticarcene. Di norma un regalo è un regalo e non mi permetterei mai di quantificare o sentenziare sul suo valore. Il fatto che non si vada ad un matrimonio non significa, però, che potremo ritenerci esonerati dal farlo. Una volta che si riceve una partecipazione il regalo si fa.

Comunque. Non funziona il ragionamento:”non mangio quindi non faccio il regalo”. Potremo indubbiamente fare un regalo “minore”, ma certamente non astenerci a farlo.

Come vestirsi a un matrimonio

Il secondo punto dell’articolo affronta la tremenda tematica del colore degli abiti delle invitate. Ogni volta che lo dico io mi si dice che sono antica e che oggi le cose sono cambiate. Sará! Ma preferisco essere rigida ed antica piuttosto che inopportuna. Di bianco e nero NON ci si veste! Ormai si va ai matrimoni e sono tutte in nero. Soprattutto di sera. Non esiste. Davvero… variate sul blu. Colore meraviglioso e sempre elegante in ogni stagione. Io uso moltissimo il blu. Anche il blu molto scuro. Ma il nero, ad un matrimonio, mai. E guardate che il tubino nero con la stola colorata sempre nero resta. Concordo con il mio nuovo migliore amico (lo scrittore dell’articolo) anche sulla lunghezza delle gonne. Ma qui si parla di buon senso e la regola non vale soltanto ai matrimoni. Soprattutto dopo i 25 anni. Il post cita anche il fatto di usare o non usare cappello e guanti.

Se il matrimonio fosse in Inghilterra o Scozia e se voi foste la Regina Madre perché no ma siamo in Italia e, credetemi, qui sembrereste un branco di imbecilli. Io, nel dubbio, eviterei. Calze: ecco un altro aspetto su cui sono obsoleta e rompi-coglioni. A meno che non ci siano 200 gradi io cerco di indossarle sempre. Piuttosto effetto nudo (leggi nudo NON carne) e solo senza sandali. Ma cerco di averle. 

Quanto ad occhiali da sole, cicca da masticare in bocca, cellulare, scolli vertiginosi, spalle scoperte in chiesa evito di pronunciarmi perché qui si va proprio in basso e non credo nessuno di voi possa inciampare su uno di questi aspetti.

Riso, petali, confetti, ecc

Per quanto riguarda il lancio del riso fuori dalla chiesa non ho molto da dire perché anche io, in passato, ho fallito. Sinceramente, da sposa, ho odiato ogni singolo chicco di riso planatomi addosso e negli occhi. Ma non sarei sincera se non raccontassi di quando, proprio al matrimonio di Corinne, presa dall’enfasi e dall’emozione del momento, non ho fatto caso alla mia borsetta appesa al polso e non ho pensato che, nel tirare il riso, si sarebbe sfilata, prendendo il volo e atterrando sugli sposi. Non mi sono MAI vergognata tanto in vita mia. Per fortuna borsa e cellulare sono atterrati ai piedi degli sposi senza ferirli e senza ammazzare in volo una delle colombe bianche appena liberate. Da quel giorno ho smesso di lanciare il riso e sono passata alle borse a spalla.

A qualche matrimonio, soprattutto in sud Italia, mi e’ anche capitato di ricevere sacchettini di confetti e caramelline (dure come pietre) da lanciare insieme al riso sugli sposi. È un’usanza che trovo barbara e mi sono sempre astenuta. Vi posso giurare che ho visto con i miei occhi donne agguerritissime scagliare confetti con violenza sulla sposa. Saranno forse state ex fidanzate dello sposo?!?! 

“Voglio regalarti qualcosa che resti!”

Torniamo al discorso regalo/lista nozze. Condivido nuovamente con l’articolo che si debba rispettare il desiderio degli sposi. Cazzarola. Smettetela con sta storia del: “Voglio tanto regalarti qualcosa che resti!”. Tu non preoccuparti che a me il ricordo e le foto del viaggio restano. Stai sereno che mi resta di più un tuffo in Polinesia che una cornice martellata che poi mi tocca pure lucidare e non ho mai saputo farlo. Fidati che gradisco molto ma molto di più un bonifico alla collezione di bicchieri di cristallo che da anni medito di eliminare con una serie di brindisi alla russa.

Decoro

Quanto all’ubriacatura anche qui si parla di buon senso. Una persona troppo alticcia fa sempre tristezza. Donna soprattutto. Ad un matrimonio come ad una normalissima serata. Quindi eviterei di tazzare come un hooligan per poi farmi ritrovare infrattata a limonare con un cameriere dietro ad un albero. Sugli scherzi da matrimonio dovrei aprire un capitolo a parte. Mi fanno schifo! Li trovo di pessimo gusto come gli addii al nubilato e al celibato (meglio una cena con gli amici piú cari, un week-end in una Spa o in un agriturismo evitando agghiaccianti cene volgari con oggetti fallici sul tavolo e mise da imbecille). Li ho sempre trovati burini e per nulla divertenti.

Taglio della cravatta? terrificante! Se poi lo sposo indossa una cravatta Marinella avrebbe tutto il diritto di darvi fuoco. Bamboline gonfiabili? L’avessero fatto a noi ci avrei dormito abbracciata io già che, arrivati in hotel, dopo il ricevimento, mi ero messa giù da gara per scoprire, uscita dal bagno, che il mio neo marito dormiva secco (e ancora in abito) giá da un pezzo! Continuando a leggere l’articolo, si parla del lancio del bouquet. Dai ci sta. A parte che non bisognerebbe menarsi e fare la lotta nel fango per prenderlo, ci sta. 

Assenti dell’ultima ora

L’articolo non tocca però due punti secondo me fondamentali: non si può non presentarsi ad un matrimonio senza avvertire e non si può decidere all’ultimo di arrivare con un’amica non invitata. Non esiste. Immenso decelebrato che hai confermato la tua presenza per poi, per qualsiasi motivazione scoprire (all’ultimo) di non poter o non voler andare: chiama! Manda un biglietto! Manda dei fiori! Fai qualcosa! Sei obbligato a chiamare, scusarti a più riprese e giustificarti. Ti illumineró su un aspetto pratico ed economico che forse ignori. Pochi giorni prima delle nozze, carichi di emozioni e di mille cose da fare, gli sposi comunicano a catering e/o ristorante il numero complessivo di invitati.

Non siamo da Spizzico né da RossopomodoroCucinare per grandi numeri, oltretutto in strutture che spesso non prevedono nemmeno angoli cottura, non e’ facile. Oltretutto gli sposi pagano un acconto calcolato sul numero garantito di partecipanti. Il fatto che voi, belli belli, decidiate di non presentarvi creerà non pochi problemi. Primo fra tutti sappiate che ogni invitato rappresenta un costo fisso e dando forfait pochi giorni prima del matrimonio o, peggio, il giorno stesso, questo costo resterá invariato e verrá comunque pagato dagli sposi. Anche se voi non ci sarete stati.

Inoltre solo un encefalogramma piatto non capirebbe la fatica enorme che richiede l’aver definito (per mesi!) la disposizione dei tavoli, dopo aver tenuto a mente attitudini ed indole di ogni invitato in modo da poterlo accompagnare a persone con cui, potenzialmente, potrebbe avere intetessi comuni ed affinità. Il fatto che voi all’ultimo decidiate di non esserci non significa che gli sposi faranno togliere due coperti e via. La vostra assenza non sarà forse sentita nel cuore degli sposi, ma si percepirà visivamente nel caso di una pranzo o una cena a placée con tavoli chiaramente spogli.

Se il vostro partner non dovesse più potere o se siete single non fatevi nemmeno sfiorare dall’idea di presentarvi con un amico o un’amica. E’ un matrimonio e non una festa di compleanno. Per una volta non morirete da soli e, se siete single, non avete idea di quanto si cucchi ai matrimoni! Mio marito ed io ricorderemo per sempre un capellone biondo e abbronzato che girava per le sale della villa dove abbiamo fatto il ricevimento.

Ancora oggi, quando ne parliamo, scoppiamo a ridere e lo chiamiamo amichevolmente Tarzan, già che entrambi siamo certi di non aver mai visto prima di allora quello scimmione lampadatoAltra usanza cafonissima quella di passare parte della cerimonia fuori dalla chiesa. Capisco la noia, comprendo il caldo in piena estate. Ma se siete stati invitati significa che siete persone importanti per gli sposi e sacrificare almeno un’ora della vostra giornata per restare in chiesa il giorno più importante della loro vita non sarebbe malaccio. Per finire riprendo nuovamente l’articolo, con cui condivido anche il pensiero che un minimo ringraziamento nei giorni successivi alla cerimonia sarebbe cosa buona. Un messaggino, un biglietto, una mail o una telefonata, giusto per ringraziare, dire che siamo stati bene e rinnovare le nostre congratulazioni. Un po’ come si fa (si fa!!!) dopo ogni cena, insomma. 

In ogni caso anche gli sposi non sono liberi da peccato! Eccovi il post per gli sposi, ricco di buone norme che anche chi si sposa dovrebbe osservare (clicca QUI).

Potrebbe interessarti