Stamattina pensavo che il mondo è pieno di complicati. Di persone che vedono i problemi dove non esistono, che arrivano anche a crearseli pur di potersi lamentare di qualcosa. Pensavo che la volontà umana spesso, tristemente, è pari a zero. Si passano vite intere a rimandare cambi di rotta per paura, giustificandosi per il momento o gli stress che si vivono. Pensavo che chi vive momenti “no” non dovrebbe mai sentirsi più vittima di altri e/o nella condizione di trattare male il prossimo. Nessuno di noi ha questo diritto e soprattutto nessuno di noi può realmente sapere se i suoi siano problemi più grandi di quelli degli altri. Possiamo essere empatici ma non avremo mai la possibilità di fare i raggi X nel cuore delle persone. Nel dubbio, dico io, meglio tacere e non ergersi come uniche vittime sacrificali. Nel dubbio, dico io, meglio conservare educazione e dolcezza con tutti perché anche se qualcosa vi affligge altro non sarete che degli stronzi -soli, sempre più soli- con qualcosa che vi affligge. È anche pieno zeppo di contorti seriali: fateci caso c’è gente che non sa mantenere alcun tipo di. Che ciclicamente deve far finire un amore. Sia esso con il cartolaio, con una amica, con l’estetista, il parrucchiere, il barista, il tal ristorante. E quasi sempre è proprio un amore a finire, perché prima tirano su relazioni super cordiali ed amichevoli per poi romperle in modo molto maleducato ed improvviso quando per loro arriva il momento. Ma se chiedi loro perché ti sentirai rispondere che l’estetista ha fatto una ceretta fatta male, il cartolaio avrà venduto la bic spagliata, il cameriere avrà portato acqua naturale al posto di gasata. Insomma, ci sarà sempre un motivo più che valido per interrompere relazioni, essere scortesi e sentirsi nel giusto. Perché tantissima gente non sa stare con gli altri, non si fida di nessuno, vede fantasmi e complotti dove non esistono. Perché certa gente non sta bene e dovrebbe prendere la vita per quello che è: una bellissima possibilità per diventare migliori!
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Francesca
Sono nata, da genitori italiani, nel 1980 a Caracas, in Venezuela, dove ho vissuto, andando avanti e indietro con l’Italia, fino al 1989, anno in cui mi sono trasferita definitivamente a Milano. Il mio legame con il Venezuela è comunque rimasto forte nel tempo, fino a quando, nel 2010, ho scelto di non tornarci più. La dittatura ha trasformato in inferno il paradiso e preferisco che il mio paese natale resti splendido, almeno nei miei ricordi. Mi occupo di comunicazione, ormai per lo più digitale, scrivo e leggo tanto, nasco come Event Manager ed oggi mi occupo quasi esclusivamente di consulenza e Digital PR. Sono anche la mamma, esaurita ma felice, di Giulia e Vittoria.
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