Il Venezuela si può ancora salvare

di Francesca

 

Oggi la mia amica A. ha postato sulla sua pagina Facebook qualche interessante riflessione sulla situazione venezuelana e sulla profonda crisi che vive il nostro paese. Fare un paragone con la precedente grande crisi verificatasi in Venezuela viene piuttosto naturale e tutte le persone informate sui fatti lo avranno fatto almeno una volta, confrontando l’attualità con ciò che si verificò in Venezuela nel 1989, anno che con i suoi grandissimi disordini e quello che venne denominato “Caracazo”, segnò per moltissimi venezuelani, oggi sparsi nel mondo, un punto di non ritorno e la fine della loro permanenza in Venezuela.
Negli scorsi mesi avevamo affrontato questa tematica sia io (Caracazo), che Cono (Caracazo) .
Oggi lasciamo che a parlarne sia il post di A. con le sue interessanti riflessioni su un popolo che, seppur arrabbiato, si ribella purtroppo solo in parte.

“Nell’anno 1989 (l’ultimo vissuto in Venezuela) siamo stati testimoni del
famoso “Caracazo”. Un’enorme protesta da cui derivarono moltissimi danni, paura e disperazione e che causò innumerevoli morti e feriti. Il Caracazo si verificò a seguito della caduta dei prezzi del petrolio, il Venezuela si trovò nel pieno di una profonda crisi economica e con un debito pubblico molto elevato. Ciò nonostante quella era una situazione realmente meno grave rispetto a quella che il popolo e il paese stanno vivendo oggi. Il governo aumentò il prezzo del biglietto dei trasporti pubblici e da lì scoppiò il caos.
Nel 1989 il venezuelano di allora non ci pensava su troppo. Il venezuelano del 1989 non aveva la minima idea di cosa significasse il chavismo. Il venezuelano comprendeva solo che l’aumento del biglietto dell’autobus avrebbe arrecato maggiori spese da sostenere per la propria famiglia. Ricordo che si generò una situazione davvero brutta e complicata per i commercianti: saccheggi, caos, morti, proteste, code, moltissima paura ed incertezza prevalsero per molti giorni. Oggi, con tante ragioni in più per protestare ed unirsi, compattarsi nella medesima direzione, la maggior parte dei venezuelani fa esattamente ciò che il governo vuole che faccia.
Perché non sono scesi in piazza in migliaia a protestare se ci sono tantissime e significative ragioni per farlo? Di seguito ricordiamone solo qualcuna:
*migliaia di morti all’anno, (più di 24.000 solo nel 2013);
*migliaia di persone arrestate senza motivo. Completamente innocenti;
*mancanza totale di produttività ed entrate;
*gravissima carestia evidente in qualsiasi ambito (alimenti, beni di prima necessità, medicinali, ecc);
*totale inefficienza di un pessimo governo;
*tremenda corruzione di tutti coloro vincolati al chavismo;
*criminalità da parte del governo, che esso legittima e incentiva ogni giorno;
*totale mancanza di libertà e di diritti costituzionali;
*per aver permesso ad un altro governo (quello cubano) di impossessarsi delle nostre ricchezze;
*per non reagire di fronte al comunismo che ogni giorno si impone un po’ di più, pesando nelle vite dei venezuelani;
*per tutto l’odio importato da Cuba, e per il fatto che tutti coloro che non la pensano come loro siano perseguibili e castigabili. Oggi, pur vivendo questa orribile situazione in un paese che avrebbe tutte le carte in regola per essere all’avanguardia, il popolo continua comunque a subire come se fosse sedato. Noi venezuelani che ci troviamo fuori dal paese vediamo tutto e crediamo di essere più obiettivi. Credetemi quando vi dico che non possiamo percepire le cose e viverle come chi si trova lì e le vive sulla propria pelle. Chi continua a vivere in Venezuela ci contesta il fatto che nessuno di noi possa comprendere fino in fondo le cose e che sia più facile parlare da lontano, senza trovarci lì. Ma è proprio la nostra condizione, il fatto di osservare le cose da fuori, che ci permette di capire e di aiutarli a capire che, anche se oggi non se ne capacitano, la situazione attuale venezuelana è ancora “salvabile”. Anche se non lo credono e tutto contribuisce a farli sentire soli in questa battaglia, non lo sono. Anche se non riescono ad immaginarlo siamo moltissimi fuori dal paese a non darci per vinti e a diffondere instancabilmente le notizie cercando di fare eco a tutto ciò che in Venezuela si sta verificando. Il Venezuela è ancora “salvabile”. Lo sarà ancora di più quando ci uniremo e capiremo finalmente che il chavismo, il socialismo del XXI secolo sono stati solo un inganno! Quando capiremo che la storia del socialismo è stata solo una farsa che non ha fatto altro che portare il popolo alla povertà e all’odio reciproco. Lo sarà quando realmente capiremo che questo non può essere il nostro futuro perché nulla è perduto e realmente possiamo uscirne … Allora il Venezuela potrà rimettersi in piedi ed iniziare a rinascere. Passeranno molti anni perché tutto questo si possa più o meno aggiustare. Mentre milioni di venezuelani continueranno a subire e tacere, buoni buoni a fare code interminabili, arrabbiati ma senza mai organizzarsi in modo costruttivo per scalzare l’attuale governo… Finchè andremo avanti così, purtroppo, le cose, signori, non potranno che peggiorare.

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