C’è un luogo, in Venezuela, che merita di essere visto e visitato almeno una volta nella vita.
Los Roques (pronuncia Los Roches) è un arcipelago corallino che si trova nel mar dei Caraibi, a più o meno 45 minuti di volo sia da Caracas che da Margarita.
È un posto magico, da togliere il fiato, sin dai primi attimi, durante l’atterraggio, quando i tuoi occhi si tingono del turchese, del verde e del blu delle acque da cui spuntano i bianchi isolotti.
Parco nazionale di bellezza senza eguali, mare, sabbia bianchissima e un sole meraviglioso, sempre smorzato da una fresca e costante brezza, è il posto dove passerei il resto della mia vita.
Nonostante esista un solo locale notturno e pochissimi ristoranti. Sono una che si sa accontentare.
Non so nemmeno accendere la tv così che non mi mancherebbe affatto e, per dirla tutta, se ho il sole e il mare non ho bisogno di altro.
Vorrei girare a piedi nudi notte e giorno, con i capelli che appena incontrano l’aria di mare diventano ricci ed ingestibili, la pelle abbronzata che sa di sale e pochi, pochissimi, vestiti sulla pelle.
Birrette ghiacciate, tanti buoni libri da consumare a furia di leggerli con le mani bagnate di acqua salata, ostriche appena aperte irrorate di lime, aragoste a pochi dollari e tramonti da fermare il cuore e farti sentire in paradiso.
Mi mancherebbe giusto internet, ma credo che nel giro di pochi giorni imparerei a farne a meno e inizierei a sfogare i miei pensieri in un diario di viaggio da scrivere a penna.
Se non fosse per la completa mancanza di manutenzione degli aerei impiegati e per i continui disastri aerei registrati negli ultimi anni, ci sarei andata molto più spesso in questi anni e forse vi avrei già portato le mie bambine, considerato che resta ancora uno dei pochi e ultimi posti sicuri del paese.
Purtroppo chi ha il pane non ha i denti e sono tanti i venezuelani che non mostrano rispetto verso le proprie bellezze naturali.
Ogni volta che vi sono stata ho cercato di metterci del mio e nel mio piccolo, sempre insieme a persone volenterose, non ho mai perso l’occasione per munirmi di sacchetti di plastica e tirare su i tanti rifiuti che tristemente vengono abbandonati, persino lì: buste, bottiglie, lattine, mozziconi, tappi, stracci, bicchieri, ecc…
E’ una vergogna che accada ancora qualcosa del genere!
Pesci e tartarughe muoiono ogni giorno perché si cibano e feriscono con quanto l’uomo lascia sulle spiagge.
A Los Roques, come in ogni altra parte del mondo.
Negli anni sono spariti molti dei coralli e delle grandi conchiglie che riempivano le spiagge, nonostante le dogane contrastino in ogni modo questa abitudine da parte dei turisti.
Ho forse sbagliato anche io, in passato, portando via l’equivalente di una scatola di fiammiferi di candida sabbia da Cayo de Agua.
Ma l’ho fatto 4 anni fa con il cuore rotto e la consapevolezza che non sarei potuta tornare per molti anni e prendendomi l’assoluto impegno di restituire quella manciata di sabbia alla sua spiaggia il giorno che potrò tornare nel mio paradiso incantato.
Una volta a Gran Roque si possono organizzare diverse gite in giornata a bordo delle lanche, per trascorrere qualche ora di relax anche su altri isolotti, come ad esempio i limitrofi Francisqui, Nordisqui e Madrisqui o le più lontane Cayo de Agua, Dos Mosquises e Bequeve.
Quando ti tuffi dalla barca a Los Roques ti ritrovi in un attimo circondato di tante simpatiche tartarughe che ti nuotano intorno.
Sono esseri curiosi e meravigliosi che ogni giorno rischiano la vita e che per fortuna vengono sostenuti ed aiutati da persone volenterose e di cuore.
In Venezuela, da più di 50 anni, esiste la Fondazione Scientifica, organizzazione civile senza fini di lucro, che si impegna costantemente e con grandi sacrifici nella ricerca scientifica, ambientale e del territorio e che, nel 1967, ha potuto fondare e stanziare la Base Biologica Dos Mosquises, nell’arcipelago di Los Roques.
La Fondazione Scientifica Los Roques ha mantenuto negli anni una costante e puntuale comunicazione con le autorità del Territorio insulare Francisco de Miranda del Governo Venezuelano, rispettando sempre ogni richiesta burocratica stabilita e avendo in tal modo portato avanti il proprio impegno a beneficio dell’Arcipelago ma anche dell’intero paese.
L’apporto dato dai vari studi intrapresi dalla Fondazione Scientifica e dalla Base di biologia marina Dos Mosquises è, ed è stato, fondamentale, soprattutto nell’ambito degli studi relativi agli ecosistemi marini. Non dobbiamo dimenticare che è stato anche grazie a questo importante lavoro se il territorio è stato dichiarato parco nazionale nel 1972 e se sono state definite una serie di regole per tutelare il Parco e le sue tante specie animali e vegetali.
Per quasi 48 anni la Stazione di Biologia Marina Dos Mosquises è stata la migliore piattaforma del paese impegnata nella ricerca e nel sostentamento di diverse specie marine, come per esempio le tartarughe o i botuto, grandi molluschi in estinzione (i famosi conchiglioni che avrà visto chi è stato a Los Roques). È stata, inoltre, in grado di regolare e stabilire che sia concessa solo in alcuni periodi dell’anno la pesca delle aragoste e ha vietato la pesca dello squalo, attività molto in voga fino ad una cinquantina di anni fa.
Tuttavia oggi in Venezuela anche le poche cose che ancora funzionano vengono distrutte. Un decreto datato 30 giugno 2014 e firmato dalle autorità del Territorio insultare Francisco de Miranda e dal Ministero delle Agricolture e dei Territori pubblicato sulla Gaceta Oficial numero 40.443, annullerebbe l’autorizzazione rilasciata nel 1967 dallo stato venezuelano a questa preziosa e fondamentale fondazione.
Ciò significa che la base biologica di Los Roques dovrà smantellare la propria sede in tre mesi ed abbandonare definitivamente l’arcipelago il 1 ottobre 2014. Il testo ufficiale revoca così l’autorizzazione ricevuta dalla Fondazione per portare avanti il proprio lavoro sui vari isolotti dell’arcipelago, per installare basi scientifiche, laboratori e dormitori per i volontari. Inoltre, nel documento, viene segnalato che ciò che non verrà smantellato entro il 1 ottobre diventerà automaticamente proprietà del Territorio Insulare Francisco de Miranda.
Nonostante la mancanza totale di appoggi e le grandi difficoltà cui andrà incontro, la Fondazione Scientifica di Los Roques assicura che, in qualche modo, proseguirà il proprio lavoro, soprattutto per quanto concerne l’istruzione di giovani volontari e futuri biologi marini.
Mi chiedo quando questa terribile dittatura e tutta la serie infinita di disgrazie, ingiustizie, scelte sbagliate ed errori che ha innescato avranno la fine che meritano e quando sarà finalmente possibile rimboccarsi le maniche e rimettersi al lavoro per riportare un Venezuela ormai esausto e a pezzi ai suoi antichi splendori.
Stiamo assistendo ogni giorno a queste porcherie ed è realmente avvilente.
Chavez, Maduro e tutti i delinquenti di cui si sono circondati questi due dittatori della storia venezuelana sono stati, sono e saranno sempre per il Venezuela solo dei Re Mida con dote inversa.
D’altronde, per riprendere le sagge parole di Mahatma Ganghi: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” e, aggiungerei, anche il proprio territorio.
Dove andremo a finire? Povero paese, che dolore infinito ho nel cuore!
Maledetto sia questo governo e tutto quello che esso ha distrutto dal 1999 ad oggi.
Chissà se i grandi estimatori di Chavez che girano ancora con la magliettina di Che Guevara e la testa piena di idealismo revolucionario riusciranno a guardare in faccia la realtà e ad ammettere di aver fatto qualche errore di valutazione.