Ecco un nuovo capitolo che va ad aggiungersi alla mia raccolta “A Margarita non succede mai niente“, con dedica speciale.
I residenti dello Stato Nueva Esparta (Isla Margarita) non sono i soli a soffrire problemi con la somministrazione di acqua che si presentano sull’isola (a tal proposito un amico mi racconta che in diverse zone dell’isola l’acqua manca da settimane).
Diversi turisti si sarebbero infatti lamentati per questo continuo ed incessante disagio.
Chiaramente i turisti non sono al corrente di questa carenza totale di acqua e scoprono solo al loro arrivo in posadas e hotel dell’isola la sfortunata situazione.
Proprio domenica scorsa, in occasione dell’Assemblea pubblica tenutasi a Milano in Piazza Cordusio, ho parlato della situazione attuale di Margarita, spiegando quanto sia fondamentale per il nostro paese una risorsa come il turismo.
Tuttavia, come ho ribadito pubblicamente, la tremenda crisi in cui versa il paese non permette oggi di parlare di turismo o, almeno, non di un turismo di qualità.
Con tutto quello che si sta verificando, con la violenza diffusa e con la totale e generale improduttività nazionale, con la grave carestia alimentare, la delinquenza e l’irreperibilità di farmaci, con i quotidiani black out e la mancanza frequente di acqua, oggi ci sono cose fondamentali da sistemare prima di tornare a pensare e promuovere un buon turismo.
Un turismo continuativo, che garantisca la totale sicurezza di ogni nuovo visitatore.
Tanti amici (venezuelani, nati e vissuti a Margarita, che vivono l’isola e non solo due spiagge e per più di due settimane l’anno e che non comprano nei centri commerciali prodotti importati con il cambio nero) mi raccontano che anche sull’isola la situazione è diventata insostenibile.
“La delinquenza è alle stelle, in ospedale arrivano ogni giorno feriti da armi di fuoco che non vengono nemmeno ricoverati, comprare 1 Kg di farina o di riso, quando e se riesci a trovarli, risulta proibitivo e in zone come Juan Griego, Santa Ana e Tacarigua manca completamente l’acqua da giorni. La gente è uscita in strada a protestare e a chiudere le vie ma dell’acqua nemmeno l’ombra.
Solo nel mese di marzo sono state assassinate più di 25 persone, la generale carestia è stata momentaneamente ‘tappata’ da un improvviso arrivo di alimenti monomarca perchè i turisti in arrivo per le imminenti vacanze di Pasqua possano dire di aver trovato una situazione più o meno normale”, mi scrive T. da Margarita.
“Francesca, posso dirti solo che questa crisi sta distruggendo tutto il Venezuela e dobbiamo fare in modo che tutti i venezuelani scendano in strada a difendere il nostro paese ed il nostro futuro.
Ci stanno privando della nostra stessa essenza venezuelana e stanno mettendo fine a quel poco di turismo che resta con tanta delinquenza sciolta e, ancora peggio, protetta dallo stesso governo.
A Tacarigua manca l’acqua da 20 giorni, a Juan Griego manca già da una settimana mentre a Santa Ana da due.
La situazione degli ospedali è tremenda, se ti ricoverano ti chiedono di portarti lenzuola e garze, medicamenti e farmaci.
Mi dispiace solo che Y. (nostra amica comune), che l’altro giorno si trovava all’ospedale centrale Luis Ortega, non sia riuscita a filmare il momento in cui un uomo di 40 anni, a cui avevano appena sparato ad una gamba, è stato persino maltrattato dai medici e lasciato lì a perdere sangue sul pavimento.
I farmaci sono spesso irreperibili e se li ordini arrivi a pagarli tre volte tanto.
Paradossalmente costerebbe meno andarli a prendere in Colombia piuttosto che pagarne ordine e spedizione.
La farina è salita a 22.50 Bs. e 1/4 di caffè a 30 Bs. e quando riesci a trovare alimenti devi fare code tremende. Noi a casa siamo senza farina da almeno 20 giorni e non troviamo nemmeno latte e caffè.
È tutto così stancante e desolante, Francesca”.
Sì mio caro amico T.
È desolante e così avvilente ciò che ci racconti.
Lo è ancora di più pensare che ci sia ancora tanta gente che nega persino di fronte all’evidenza.
D’altronde, chi persegue solo i propri interessi finisce con l’omologarsi allo stesso governo, che si dice democratico e pacifista mentre mette in ginocchio e distrugge sogni e futuro del popolo che invece dovrebbe proteggere e tutelare.
In ogni caso per le vacanze di Pasqua sull’isola sono arrivati moltissimi prodotti con cui riempire i bancali dei supermercati.
Quel tanto che basta per garantire un’immagine di prosperità durante i giorni di vacanza.
I miei amici venezuelani, approfittando di questa improvvisa fortuna, sono corsi a comprare ogni tipo di alimento e prodotto di cui far scorta.
Sono sicura che qualcun altro stia già allestendo set fotografici per immortalare gli scaffali pieni e pubblicarne le foto sulla pagina Facebook del proprio Tour Operator.
Ma non subito.
Gli scatti migliori andranno conservati e riproposti tra qualche settimana, quando, passate le vacanze, i margariteñi, come tutti i venezuelani, torneranno a morire di fame e tutto tornerà tristemente alla normalità della dittatura.
Sarà allora che pubblicheranno le loro foto migliori, assicurando che “a Margarita non succede mai niente”.