Ecco una nuova, ennesima, storia che dimostra l’inciviltà di un governo e il suo atteggiamento ingiusto e per niente democratico verso il popolo.
Ce la racconta Odilia Quattrini, che ringrazio come sempre per tradurre e scrivere tanti post interessanti per questo blog.
Da venditrice ambulante a terrorista
Di: Odilia Quattrini
Quella che vi racconto oggi, è una triste storia di ordinaria amministrazione nel Venezuela sconvolto di questi ultimi due mesi… no, sbaglio: di questi ultimi 15 anni!
Massiel Pacheco è un’umile ragazza di 21 anni, che risiede in un quartiere povero di Caracas, la Cota 905.
E’ mamma di un piccolino e per sbarcare il lunario, ha da poco iniziato a fare la venditrice ambulante di hotdog, empanadas e succhi in un posto che i chavisti (perchè lei professava quella simpatia politica) le avevano assegnato.
Il primo aprile scorso, Massiel si era alzata prestissimo per allattare il suo bebè.
Era uscita di fretta e si era recata al Parco del Este, nella zona orientale di Caracas, dove ci sono i quartieri residenziali ed è situato il piccolo chiosco itinerante che gestisce.
Finita la giornata lavorativa, Massiel nota qualcosa di strano quando, raccogliendo i rifiuti, osserva uno zainetto solitario. Pensando che fosse stato dimenticato da qualcuno, chiama gli effettivi della GNB perchè prendessero in carico lo strano pacco, ma l’averlo denunciato le è valsa la detenzione.
Il pacco “terrorista” conteneva alcune bottiglie di bombe di fabbricazione rudimentale. Chiunque poteva averlo nascosto nel parco, ma le guardie bolivariane, hanno detenuto Massiel, l’hanno picchiata e hanno formalizzato il suo arresto, portandola nel carcere femminile nel INOF a Los Teques, dove l’unica cosa che chiede è che non lascino morire di fame il suo piccino, dato che lo sta ancora allattando.
La nonna di Massiel, ha raccontato che la famiglia non vede la giovane da oltre dieci giorni.
“Mia nipote si trova nella sede distaccata Nord del Commando Regionale della Guardia del Popolo. La tengono come un animale, le poche volte che siamo riusciti a portarle alimenti, loro li prendono e li mettono nel frigo per poi darglieli freddi; mia nipote è stata picchiata”.
Il piccolo di Massiel, di diciotto mesi, è stato sottoposto a cure mediche perchè si rifiuta di mangiare. ” Il bambino alcuni giorni non mangia perchè lei ancora lo allatta. Vomita gli alimenti e sente la mancanza della sua mamma”.
Il bambino ha notato l’assenza della madre, “durante le notti Santiago chiama la sua mamma”.
La pubblica difesa si è rifiutata di ricevere testimoni e prove. Il giudice a carico del caso di Massiel e la procuratrice, l’accusano di TERRORISMO.
E mentre questo succede, la giovane donna non ha il diritto di ricevere nemmeno la visita degli avvocati del Foro Penale Venezuelano che si occupano della sua difesa, in totale violazione dei diritti dei detenuti.
La condanna prevista per questo “presunto” reato oscilla tra i 25 e 30 anni di carcere nell’INOF (Istituto Nazionale di Orientamento Femminile).
E dire che la povera Massiel era simpatizzante del socialismo di Chávez, ma questo non le è valso di niente e non le ha permesso di sfuggire alla repressione di un governo che ha totalmente lasciato da parte la Costituzione che veglia sui diritti e i doveri del popolo
Venezuelano.