In questo momento Rubio, nel Táchira, è completamente sotto assedio.
GNB irrompono nelle case e sparano bombe lacrimogene in strada e nelle proprietà private per stanare gli studenti.
Intanto l’Unefa (Universidad Nacional Experimental de la Fuerza Armada), situata a San Cristóbal, è stata quasi del tutto distrutta dalle fiamme dopo gli scontri iniziati ieri.
Non si sa ancora se ci siano legami con quanto sta accadendo ed i messaggi delle “Aquile Nere”.
Questo gruppo paramilitare, chiamato appunto “Aquile Nere”, sta minacciando i manifestanti del Táchira attraverso messaggi scritti su fogli e volantini lanciati dentro diversi negozi del centro di Rubio.
Qualcuno pensa che possa essere una strategia del Governo per spaventare i manifestanti.
Questi messaggi cartacei, firmati “Aquile nere”, avvertono i manifestanti che, se non toglieranno le barricate dalle strade, loro e tutte le loro famiglie saranno condannati a morte.
Il messaggio dice: “facciamo presente alla popolazione di Rubio che alla luce delle ultime proteste realizzate da un gruppo di persone di questo quartiere, avendo noi dei seri problemi con le nostre attività per via delle diverse strade bloccate, avete ancora 48 ore ore per smettere di protestare e lasciare le strade pulite.
Entro il 20 di marzo tutto deve tornare normale, altrimenti voi e le vostre famiglie sarete condannati a morte nelle vostre case, già che sappiamo dove vive ognuno di voi”.
Non si hanno prove che questi messaggi provengano proprio dalle “Aquile Nere”, gruppo paramilitare che operava in queste zone.
Tuttavia sarebbe attendibile la minaccia a morte da parte di questi gruppi irregolari armati che opererebbero in accordo con il Governo con l’intento di convincere il popolo ad abbandonare le proteste.
Se non sono stati questi gruppi armati a scrivere questi messaggi, allora la cosa più probabile è che siano stati funzionari del partito PSUV, in accordo con il regime cubano con l’intento di intimidire gli studenti.
In ogni caso non si sa ancora con certezza se questi siano messaggi attendibili.
Tuttavia sia a Rubio che a San Cristóbal sono in corso vere e proprie guerriglie e si contano moltissimi feriti da armi da fuoco, oltre ad un morto accertato, un altro studente di 18 anni.
È di pochissimi minuti fa la notizia di un bambino ferito da un perdigon.
E intanto si sa che i militari sparano anche verso le case della popolazione di Rubio.
Le GNB non mostrano alcun rispetto nemmeno per i malati e lanciano lacrimogeni persino nel centro clinico di San Cristóbal.