Da quando sono iniziate le proteste in Venezuela lo scorso 12 febbraio, avrete sicuramente fatto caso alle centinaia di notizie giornaliere ricevute e circolate in tempo reale.
Non sto chiaramente parlando della stampa che inizia solo ora, dopo quasi tre settimane di sanguinari disordini, a nominarci.
Mi riferisco alle centinaia di segnalazioni, chat, informazioni, foto, video, catene e mail che abbiamo ricevuto da Caracas, Valencia, Porlamar, San Cristóbal, Mérida, Barquisimeto e dal resto del Venezuela, in Europa, spesso paradossalmente ancora prima che in altre città del Venezuela.
Il web è incredibile e la comunicazione digitale non ha proprio barriere!
È un fiume in piena incontenibile e non è obiettivamente possibile bloccare il fluire di qualsiasi tipo di informazione.
Non ci sono censura o fuso orario che tengano, non basta tagliare internet, non è sufficiente allontanare dal paese giornalisti e canali tv.
La libera circolazione delle informazioni, nel web, sfugge facilmente al controllo di qualunque regime dittatoriale.
Tutto questo preambolo solo per dirvi che davanti ad un improvviso generale clamore, di fronte ad una notizia che arriva da più fonti, non si può sempre far finta di nulla.
Va bene, la comunicazione digitale si presta anche alle “bufale”.
Ma ci sono casi in cui bisogna ascoltare il proprio sesto senso, affidarsi alla prima impressione avuta e alla prima notizia ricevuta.
Prima che arrivi qualcuno che metta tutto a tacere per altri….per altri 80 giorni circa.
Per molti si tratterà solo di “Fantapolitica”.
So già che a trovare particolare e impossibile questa versione dei fatti potranno essere più facilmente i “non venezuelani”.
In ogni caso ancora moltissimi misteri e tantissime domande senza risposta circolano intorno alla morte di Chavez.
Ma non si tratta di leggende metropolitane.
La sua morte, infatti, rappresenta realmente, in Venezuela, per il popolo, per molti politici, militari e professioni un enorme punto di domanda.
Considerato che il prossimo 5 marzo si celebrerà la morte dell’ex Presidente Hugo Chávez, trovo utile allacciarmi a questa celebrazione nazionale per esprimere un paio di considerazioni in merito alla sua dipartita.
Ricordo perfettamente la sera del 29 dicembre 2012.
Da qualche tempo si sapeva che Chavez sarebbe stato operato quel pomeriggio.
Le mie bambine avevano quasi tre mesi, eravamo riusciti a metterle a letto da pochi minuti e finalmente ci eravamo buttati sul divano distrutti.
Poco dopo le 23:00/23:30 locali
(17:30/18:00 venezuelane) avevo iniziato a ricevere una marea di messaggi da svariate fonti più che attendibili in cui si affermava che Chávez fosse morto alle ore 16:45 locali, sotto i ferri in una sala operatoria di Cuba.
Informazioni di questo tipo circolarono per molti giorni e molti dettagli confermerebbero che Chavez sia morto proprio a Cuba alla fine del 2012 durante l’operazione a cui si sottopose.
Iniziarono allora forti pressioni quotidiane da parte di tutti al governo, a cui si è insistentemente richiesto di dar prove del fatto che Chavez fosse ancora vivo.
Chiaramente non venne data alcuna prova e le voci vennero più o meno messe a tacere.
Fino allo scorso 5 marzo, quando Chavez è stato finalmente dichiarato morto e Maduro è stato promosso da autista a presidente (illegittimo) del Venezuela, dallo stesso Chavez morente.
Tutto il resto è ormai noto.
Da lì a poco si sarebbero svolte le elezioni.
Capriles sembrava avere tutte le carte in regola per diventare il nuovo presidente.
Ma, come finalmente posso affermare certa di essere capita, il Venezuela non è oggi, nè era allora, un paese democratico e sperare di poter uscire da quindici anni di dittatura con delle elezioni fraudolente è stato un pensiero molto ingenuo.
Ma arriviamo al dunque.
Perchè il Governo Venezuelano avrebbe aspettato dal 29 dicembre 2012 al 5 marzo 2013 prima di annunciare la morte di Chavez e paralizzare il paese con 8 giorni di lutto nazionale, presentamdo al mondo un pupazzo di cera anche un pò sciolta dentro quella bara?!?
I motivi reali non si sono mai saputi ma c’è chi afferma che giá a novembre Chavez fosse estremamente debole e malato. Qualsiasi nuovo intervento sarebbe stato vano.
Lo sapeva lui, lo sapeva Maduro, lo sapevano molti potenti corrotti e, soprattutto lo sapevano molto bene i Castro.
A fine dicembre Castro avrebbe suggerito a Chavez di nominare come suo successore Nicolás Maduro, come uomo perfetto per poter procedere con la revolucion già iniziata da Chavez.
Essendo allora Diosdado Cabello alla presidenza parlamentare, di diritto sarebbe dovuto subentrare lui a Chavez.
Ma Cabello non avrebbe forse permesso ai Castro e a Cuba di insinuarsi così profondamente e in modo indisturbato nel nostro paese.
Con due grammi di cervello in più rispetto a Maduro avrebbe forse, potenzialmente, potuto rovinare i piani castrochavisti.
Così si pensa che si sia temporeggiato senza ammettere la morte di Chavez per riuscire nel frattempo a far uscire di scena Cabello.
Vai a sapere in che modo, secondo quali accordi e con quali promesse sia stato possibile convincerlo.
Ma sembra che sia andata così.
La versione ufficiale fu quindi che Chavez,dopo aver sostenuto l’intervento il 29 dicembre, ne fosse uscito molto debilitato tirando avanti altri due mesi.
Questo video che circola negli ultimi giorni ci mostra un’intervista di Maduro a cui si domanda della morte di Chavez.
Come vedrete in questo video Maduro dice che i medici, prima dell’intervento avevano prospettato loro tre eventualità:
Caso 1 – Chavez sarebbe stato operato e sarebbe morto durante l’intervento;
Caso 2 – Chavez sarebbe stato operato ma ne sarebbe uscito molto debilitato e da lì a poco sarebbe morto;
Caso 3 – Chavez sarebbe stato operato e si sarebbe rialzato per ricominciare la propria lotta contro la malattia.
Il caso numero 2 sarebbe quello reso ufficiale dal governo venezuelano.
Ma non da Maduro, che in questo video sembrerebbe proprio tradirsi ammettendo che Chavez “no salió” (non è uscito) dalla sala operatoria.
Quanto a me e alla maggior parte dei venezuelani restiamo convinti in molti che la morte di Chavez abbia chiuso il 2012 e dato il là a quello che ormai è davanti agli occhi di tutti.
La versione non ufficiale dei fatti sostiene che sia stato proprio Castro a convincere Chavez a sottoporsi a quell’ormai inutile intervento, consapevole che non ne sarebbe mai uscito vivo. E che sia stato sempre lui a insistere perchè nominasse Maduro come suo illegittimo successore.