Il fatto che ogni mezzo di comunicazione ufficiale sia stato censurato dal governo venezuelano ha portato immediatamente ad un frenetico scambio di messaggi, informazioni, documenti, testimonianze, fotografie, video, chat e catene informative in tempo reale tramite Facebook, Twitter e WhatsApp.
La scelta di procedere in tal modo, seppur nata per mancanza di alternative, si è rivelata vincente e ha permesso in brevissimo tempo che notizie sulla situazione contemporanea e reale del paese raggiungessero un grande numero di persone nel mondo, ancora prima di giornalisti e quotidiani (o almeno quei poco interessati all’argomento).
Ciò nonostante non si è comprensibilmente potuto evitare il rovescio della medaglia e il rischio tangibile che molte delle informazioni in circolazione potessero essere inesatte, se non addirittura false.
Nel mio piccolo ho sempre cercato di verificare attraverso diversi canali la loro veridicità.
Ma un fiume mediatico in piena, come quello a cui si assiste da due settimane non sempre è facile da contenere ed arginale.
Oggi in Venezuela sta circolando un’informativa che avverte in merito ad alcune direttive false che sarebbero state trasmesse ieri tramite chat e catene web.
Il comunicato di cui parlo risultava firmato dal “movimento studentesco” e sembra esortasse tutti ad abbandonare le strade e a non fare barricate, forse finalizzato a bloccare e reprimere le protests di strada del nostro popolo.
Non si esclude chiaramente che questo genere di informazioni arrivi da qualcuno vicino o stipendiato dal governo o dai militari.
In ogni caso bisogna stare molto molto attenti e saper prendere con le pinze tutto ciò che riceviamo.
Teniamo a mente che non esiste certo un solo programma comune e collettivo ma ce ne sono almeno tre:
– quello degli studenti
– quello dei politici
– quello del resto della popolazione
Non aspettatevi mai che il movimento studentesco, che da quasi due settimane lotta con coraggio e spargimento di sangue, possa dare istruzioni di ritirarci, bloccare le proteste o smetterla con le barricate.
I politici restano momentaneamente marginali alle faccende, lasciano che i veri protagonisti della resistenza siano gli studenti, ma sanno che arriverá il momento in cui saranno loro a dover fare un passo in avanti prendendo il comando.
Quanto al resto del popolo che comunque protesta con barricate e prepara trappole per difendersi dai motorizados armati e violenti, bisogna dire che stanno facendo molto anche loro.
Se a livello internazionale si inizia a parlare di noi non è per le proteste pacifiste degli studenti a cui il governo non presta attenzione.
Sappiamo perfettamente che, se finalmente attiriamo l’attenzione di altri paesi, è solo per la violenza barbara e crudele che queste proteste hanno sollevato.
Per la violazione dei diritti umani, per gli omicidi, le torture e i diversi (centinaia) ragazzi arrestati.
È molto triste doverlo riconoscere ed ammettere e ne avremmo fatto tutti volentieri a meno, soprattutto i genitori di quei 14 giovanissimi ragazzi che sono stati massacrati indegnamente.
Ma se stiamo diventando “notizia”è solo perchè non si può far finta di nulla di fronte a video di torture o a foto di giovani riversi a terra in un lago di sangue.
Il comunicato di oggi ricorda inoltre di quando Capriles ha esortato il popolo a tornare alla pace certo di poter ottenere ottimi risultati legalmente e diplomaticamente. Dialogo e diplomazia sono indubbiamente armi potentissime, ma solo se si combattono guerre ideologiche e politiche alla pari.
A nulla portano se dall’altra parte si ha una bestia violenta ed ignorante, un presidente illegittimo, frodi elettorali e un governo corrotto.
Ora come ora sarebbe molto più pericoloso mettere fine alle proteste di strada e alla resistenza collettiva che andare avanti in questo modo.
Se tutto finisse, infatti, si ripiomberebbe nella normalità di un governo dittatore e orientato al castrocomunismo, che può agire indisturbato perchè, tanto, il popolo sopporta e si adegua.
Il governo sta combattendo contro un mostro a più teste (prigionieri politici, proteste pacifiche e non in tutto il paese, studenti arrestati e torturati, inflazione, pecunia alimentare, crimini all’umanitá, tradimento della patria, coinvolgimento cubano, saccheggi, omicidi, censura informativa, controllo della libera espressione e chi più ne ha più ne metta) e la verità è che non sa come combatterlo.
Sperano di prenderlo per sfinimento. Sperano e credono che prima o poi la gente, stufa di farsi massacrare, mollerà il colpo e tornerà a casa con la coda tra le gambe,terrorizzata dalle conseguenze.
Sperano che le persone in occasione del ponte di carnevale che avrá inizio domani mollino tutto, tirino un calcio alle barricate e ai propri sogni e vadano in spiaggia a farsi ammazzare dalla birra anzichè dai GNB.
Approfittiamo delle festività di Carnevale per scendere ancora piu’ numerosi nelle strade.
Non commettiamo l’errore di darla vinta a questo regime totalitario.
Ricordiamoci che qui si tratta solo di vedere chi si stanca prima.
Chi si stanca perde.
Lasciamo che a stancarsi siano loro!