Hanno bloccato i rifornimenti di benzina per Caracas, Tachira, Valencia, Maracaibo, Pto Ordaz, Merida, Maracay e altre cittá.
Il governo crea quindi altri disagi pensando di reprimere la rivolta spaventando ulteriormente la popolazione.
L’ignoranza che caratterizza Maduro e il suo governo non permette loro di comprendere che così facendo inaspriscono gli animi e non li placano.
Si paralizzano del tutto San Cristobal e Barquisimeto.
I negozi chiudono, le strade vengono bloccate.
Si stanno verificando forti scontri e a Valencia sono stati feriti diversi ragazzi.
I militari puntano dritto alla testa e alla faccia degli studenti.
Bloccate anche Santa Fé, Los Ruices, El Cafetal, Altamira, Chacao.
A San Jacinto hanno iniziato alle 4 del mattino a bloccare le vie principali. Dei poliziotti hanno attaccato e sparato due colpi.
Inizialmente gli studenti sono riusciti a difendersi, ma poi sono arrivati colectivos a tirare sassi, molotov e bombe lacrimogene.
Sembra ci sia stato un morto, oltre a tre studenti arrestati.
Da questa mattina ci sono stati blocchi e proteste un pò ovunque: a Valencia (El Trigal, La trigaleña, Prebo, El parral, El bosque, Av. Cuatribentenaria, Puente los colorados, Entrada Guataparo); a Naguanagua (Puente de bárbula, La campiña, Avenida universidad, El rincón, Tazajal, Las quintas, La granja, Mañongo, Palma real, Los Guayabitos), a San Diego (Tulipán, Variante, El remanso, La Esmeralda, El morro, Los arales, Avenida Julio Centeno), Zona Sur (Las ferias , Plaza de toros, Isabelica, Espiga de oro, Los caobos, Santa Rosa).
I GNB sono in strada dall’alba e cercano di sbloccare le strade. Utilizzano perdigones e bombe lacrimogene contro i manifestanti.
Appena si ritirano le persone rimettono le barricate.
Intanto l’aeroporto di Maiquetia ha informato dell’arrivo di altri 11 aerei pieni di cubani. Pare che abbia raggiunto le coste del venezuela anche una nave da guerra russa.
A Caracas continuano le proteste spontanee da parte degli studenti.
Durante gli ultimi disordini accaduti in Plaza Altamira i militari hanno cercato di sfondare la porta di ingresso del palazzo dove mia nonna ha gli uffici.
L’idea era di potersi appostare sul tetto e sparare dall’alto sulla folla e sugli studenti.
Mia madre ha dato disposizione di bloccare l’ingresso ai militari pur permettendo di accogliere gli studenti, se in difficoltà.
Un paio di ore fa, intorno alle 14.00 locali, il mio amico Jota Jota ha visto passare dei manifestanti nel quartiere Santa Monica lungo l’Avenida Arturo Michelena.
I vari gruppi militari hanno iniziato a lanciare bombe lacrimogene.
Tutto il quartiere se ne stava affacciato ai balconi e alle finestre urlando “assassini”, “militari traditori della patria”.
Ci sono stati diversi feriti da “perdigones” e i negozi hanno chiuso.
In questo momento a Caracas sono le 15:53 (21:30 nostre) ed è stato bloccato l’accesso al quartiere Cumbres de Curumo. Qui per il momento la situazione è molto calma (avenida Lazo Marti, Terrazas de Santa Monica).
Anche a Margarita (isla) si iniziano a movimentare parecchio le cose.
Oggi pomeriggio hanno chiuso la strada per l’aeroporto, tra Conejeros e San Juan Bautista.
Il popolo sembrerebbe molto combattivo.
La cosa paradossale è che in alcuni posti non vola una mosca, mentre in altri ci si spara e lancia pietre e i militari massacrano i nostri studenti.
In compenso sono stati liberati i 4 ragazzi arrestati lo scorso 2 febbraio, che erano stati accusati per aver inveito contro dei giocatori cubani ospiti a Margarita in occasione di una partita di baseball.
Puerto Rico-Cuba si è infatti svolta allo stadio Nueva Esparta di Margarita e aveva partecipato anche Maduro come ospite d’onore. Chiaramente per lui non erano mancati centinaia di fischi e insulti da parte del pubblico.
Pare che poi, una volta terminata la partita, i giocatori cubani siano rientrati in albergo (il Venesur, ex Hilton) e quattro impiegati patrioti dell’hotel li abbiano insultati, meritandosi così l’arresto.
Le foto che circolano sono devastanti e ci si sente realmente inutili e frustrati. Anche a Merida la situazione appare la stessa che si vive nelle altre città.