Chi non è ancora diventato genitore e non ci è passato forse non lo sa, ma esistono anche in occasione della nascita di un bambino delle semplici regole di base che non dovremmo dimenticare. Penso che certe cose diventino lampanti quando le si vive e le si prova sulla propria pelle, anche se a volte basterebbe un pochino di sensibilità e di empatia per capire cosa fare e cosa non fare per non complicare le cose a dei neo-genitori, rispettando un momento decisamente delicato della loro vita.
Quando nasce un bambino, a meno che la confidenza tra voi ed i genitori non sia ai massimi livelli, sarebbe consigliato chiedere con molta tranquillità e sincerità quando e dove preferiranno vederci, se a casa o direttamente in ospedale.
Ogni donna è diversa e ogni genitore ha il suo carattere e le sue idee. Esistono donne che preferiscono la stanza d’ospedale gremita di gente ma non avere anima viva che gira per casa al loro rientro, ce ne sono altre che preferiscono vivere i primi giorni nell’intimità, tra i propri parenti più stretti rimandando le visite di qualche giorno. Molto dipende poi dal luogo dove viene ricoverata la neo-mamma: clinica privata, reparto solventi o ospedale fanno la differenza.
Pur non esistendo, nelle prime due strutture, vincoli di orario, è sempre preferibile chiedere al padre quale sia il momento migliore della giornata per presentarsi, tenendo a mente di evitare sempre la fascia oraria dei pasti (11:30-13:00 e 18:00-19:30, in ospedale si pranza e cena decisamente presto). In ogni caso, nei primissimi giorni, il numero di telefono della madre andrebbe dimenticato, se non per mandare un bel messaggio di congratulazioni e di benvenuto al piccolo. Inutile attaccarsi al telefono sperando in una sua risposta.
Il partner o il marito della donna sarà la persona perfetta da contattare per sapere come stanno mamma e bambino e quando sarebbe preferibile far loro visita. Nel mio caso, in verità, tutto è stato particolare e quindi imprevedibile.
Ho avuto le piccole più di un mese prima, ero nel solventi della Mangiagalli, le bambine erano ricoverate in terapia intensiva e noi decisamente distrutti emotivamente per capire razionalmente qualcosa in quel caos o per saper dirigere il traffico di amici e parenti. Camera mia è stata per cinque giorni (altra sostanziale differenza: parto naturale 3 giorni di permanenza in ospedale, taglio cesareo, a meno che non insorgano complicazioni 5) un delirio e le persone arrivavano ad ondate senza orario alcuno. In realtà, pur sentendomi a pezzi fisicamente e moralmente, ho apprezzato le tante dimostrazioni di amore e affetto ricevute da parte di persone che, obiettivamente, essendo le bambine ricoverate in un altro reparto e non “visibili” venivano da me, solo da me, per regalarmi un abbraccio e un sorriso.
Ciò nonostante a fine giornata ero distrutta. Dal dolore di quei giorni ma anche dalla fatica di aver dovuto gestire telefonate e visite senza poter chiudere occhio.
Tornando a quello che sarebbe preferibile fare o non fare, una volta capito dove e quando andare a far visita ai neo-genitori e a conoscere il bambino, sarà la volta di scegliere un pensiero da portare. Inutile dire che non esiste la cosa del: “ti avranno già riempito la camera di fiori e regali quindi ho pensato non occorresse aggiungerne altri!”. Così come non va bene focalizzare ogni attenzione solo sul bambino dimenticando la povera neo-mamma sfasciata dal parto e dagli ormoni. In quel momento la donna ha appena messo al mondo una o più creature.
Il bambino, se tutto è andato liscio, cazzeggia e dorme in un lettino riscaldato ignaro di cosa lo aspetti fuori da lì. La donna invece è sotto sopra ed è a lei che dovrebbero andare tutte o quasi le attenzioni. Non importa quindi se la sua stanza sembri un vivaio. Voi (amici, parenti, genitori o suoceri) un fiore, fosse anche un carciofo, dovrete portarlo. Non volete il fiore? Cioccolatini, allora. Non volete il cioccolatino perché perché la sua linea vi sta particolarmente a cuore? E che allora siano delle riviste, una crema per le mani, delle parole crociate o delle caramelle.
Su questo proprio non si transige eppure spesso sono proprio i parenti più stretti ad inciampare e scivolare su questo aspetto.
In genere, avendo tempo ed occasione per farlo, quando si tratta di scegliere un pensierino da portare in visita ad un bimbo appena nato, bisognerebbe tenere a mente sia la mamma che il piccolino. Qualsiasi regalino per il piccolo verrà senz’altro molto apprezzato, mentre per la mamma, se intendiamo portare o inviare un omaggio floreale, ricordiamoci di pensare ad un paio di aspetti. Prima di tutto sappiate che infermiere e ostetriche boicotteranno ogni vostro mazzo di fiori mettendoli per terra fuori dalla stanza.
Se poi la neo-mamma si trova in ospedale e non in clinica dividerà quasi sicuramente la camera con altre madri che potrebbero non gradire i fiori ed il loro odore. Nel mio caso specifico, oltre ad amarli moltissimo, mi trovavo sola in stanza e il fatto che le bimbe non fossero con me non ha creato problemi di questo tipo. Ciò nonostante, se avete intenzione di regalare dei fiori, optate per spedirli a casa calcolando il giorno di rientro della famiglia, oppure portateli voi scegliendo una composizione discreta o una pianta che non richieda di essere messa in acqua (con un cesareo fresco anche sollevare un vaso per cambiare l’acqua diventa difficoltoso).
Nello sceglierli ricordatevi anche di non prenderne di troppo profumati come i gigli o gli iris perché possono risultare nauseanti all’olfatto. Il mio ultimo “nota bene” in merito ai fiori riguarda il loro colore. Il bianco è un tono che amo moltissimo. Puro, elegante, perfetto in ogni occasione. Ciò nonostante bianchi sono anche i fiori che si utilizzano ai funerali dei bimbi.
Regalate pure fiori bianchi ma non prendeteli nemmeno in considerazione se il destinatario dovesse essere la mamma di un bimbo che si trova in terapia intensiva, scegliendo un delicato rosa pastello al loro posto, o comunque mischiandoli in un bouquet con altre tonalità. Se durante la vostra visita la mamma dovesse allattare o riceve visite da personale medico abbiate l’accortezza di uscire velocemente dalla stanza lasciandole la sua intimità, senza che si veda costretta a chiedervelo lei. Se siete in visita, a meno che non siate un amico molto intimo e abbiate la sicurezza matematica che la vostra presenza sia gradita, non pensate di potervi piazzare in ospedale per più di venti minuti.
Piuttosto prevedete di tornare più volte durante i giorni di ricovero, ma sappiate capire da voi quando è giusto togliere il disturbo. Se il bambino si trova nella stanza evitate di alitargli in faccia o di toccarlo in continuazione o comunque, prima di farlo, abbiate la premura di andarvi a lavare le mani e di chiedere il permesso. Se avete l’influenza non andate in ospedale, oppure non avvicinatevi al bimbo. Se lo accarezzate fatelo sulla gamba o sulla pancia o comunque su un punto coperto dalla tutina. Non chiedete voi per nessun motivo di poterlo prendere in braccio.
Non strappatelo né ora né mai dalle braccia dei suoi genitori, nemmeno se penserete di fare cosa gradita. Avete mai provato a vedere come reagisce un cane se prenderete in mano i suoi cuccioli? Sono sicura che, a chi non ha bimbi, queste ultime righe potranno sembrare esagerate, maniacali e molto vicine all’ipocondria. Ma fidatevi di una che, pur scrivendo queste cose, avrà sterilizzato solo per il primo mese e mezzo ciucci e biberon, che non ha nessunissima mania igienica e che lascia che le bimbe si riempiano la bocca di croccantini del gatto senza scomporsi mai troppo. Se c’è una madre che odia le esagerazioni e che pensa che tutto contribuisca a creare anticorpi, la capacità di stare al mondo ed uno spirito libero quella sono io.
Eppure nei primi mesi delle bimbe, di fronte a certi comportamenti altrui, avrei potuto uccidere. Nei primissimi giorni di vita i bimbi non hanno anticorpi e sono molto delicati. Inoltre quelli nati prematuramente hanno spesso problemi polmonari e basta un raffreddore per farli tornare dritti dritti in terapia intensiva. Questo per dirvi che anche la madre più tranquilla e meno apprensiva si infastidirà moltissimo se arriverete a casa sua appena scesi dalla metropolitana senza lavarvi le mani prima di toccare il suo bimbo.
Dimenticatevi di baciare sulla bocca i figli altrui, di tossire o starnutire nelle vicinanze e tenete sempre a mente che è un luogo comune quello che vede la neo-mamma sola ed annoiata a casa e bisognosa di compagnia (la vostra). Una donna che è diventata madre da poco, soprattutto se per la prima volta, torna a casa stravolta e vive con terrore l’idea di avere gente per casa, a meno che non abbia una tata fissa dal primo giorno. Dovrà abituarsi ai nuovi ritmi ed orari dati dal nuovo arrivato e spesso la sua priorità non sarà quella di lavarsi appena sveglia, vestirsi, truccarsi e farsi la piega per ritrovarsi a servire tè caldo e pasticcini agli ospiti. Tremerà al suono del citofono e del campanello e detesterà autoinviti e improvvisate da parte di chiunque. Avrà solo voglia di stare con il proprio marito ed il suo bambino.
Non gradirà affatto madre e suocera, una per spalla come avvoltoi, a fissarle il décolleté (o decolté) e a darle dritte su come farsi mungere dal tiralatte.
Si sentirá come il leone in gabbia dello zoo con il solo, ardente, desiderio di fare come fanno di solito quei grandi, saggi felini quando alzano la zampetta e regalano un enorme scroscio di pipì sul pubblico pagante. E se proprio proprio ancora in tilt per via della stanchezza e degli ormoni scegliesse di non darsi alla macchia cedendo alle invasioni altrui, pregherà che le visite siano molto ma molto veloci. È giusto che lo sappiate. Perché ovviamente non vi verrà mai detto apertamente ma è esattamente così. Volete realmente fare cosa gradita? Allora fate pure la vostra visita ma restate pochissimo o almeno rendetevi utili.
Una neo-mamma non ha bisogno di compagnia ma di aiuti. Fatele la spesa, mandatela a dormire o a farsi una doccia di mezzora tenendole il nano, prenotatele un’estetista o un massaggio rilassante, portatele torte di verdura e cibi pronti considerato che per i primi tre mesi almeno si nutrirà esclusivamente di giapponese e indiano take-away. Come dico sempre l’educazione e la sensibilità possono rendere molto più duraturi i rapporti e le amicizie.
Fotografia di: www.sartoriadarosa.it