Arriva Needo, il primo asilo mobile e on-demand
Vanessa Boccia, classe 1984, è una delle giovanissime imprenditrici che ho avuto il piacere di conoscere durante il nostro viaggio in Israele, di cui vi avevo parlato in questo post: QVC NEXT LAB il nostro viaggio in Israele, dove star-up e innovazione prosperano.
Inizio proprio con lei la mia carrellata sulle diverse startup perché, oltre ad essere nata tra noi una sincera e bella amicizia, come con alcune altre ragazze del super gruppo, è stata tra le prime che ho conosciuto, ancora in aeroporto 🙂
Ho preparato un veloce questionario per ogni startupper, in modo da avere più o meno le stesse risposte da tutte.
La sua si chiama Needo – l’asilo che non c’era ed è il primo asilo mobile e on-demand al mondo!
La start up è stata fondata nel 2017.
Come mi risponde Vanessa quando le chiedo l’anno di realizzazione:
“l’ho pensata nel 2015. Ci ho creduto dal 2016. l’ho fondata nel 2017”.
Needo abbraccia dunque il tema del welfare e della conciliazione lavoro-famiglia e, per essere così giovane, ha già ottenuto diversi riconoscimenti:
Primo premio ad “Imprendocoop 2017”,
Finale al “G.I. Startup Contest 2017”,
Finale a “Heroes, meet in Maratea 2016 e 2017” e, attualmente è in finale al concorso “NatiPer” di Axa.
A tal proposito, è importante sostenerla e votarla, possiamo farlo fino all’8 di ottobre (clicca QUI per lasciare il tuo voto).
Se vincesse il concorso NatiPer di Axa potrebbe finalmente realizzare il suo sogno, aprire il suo asilo e farsi conoscere!
Vanessa: La mia professione da Interior Designer non ha trovato molto sbocco dopo gli studi allo IED di Milano e tornata a casa, era il 2009, il mercato del lavoro non mi stava certo aspettando a braccia aperte. Ho cominciato a partecipare sempre più frequentemente a concorsi di idee. Le soddisfazioni arrivavano ed in più potevo finalmente tirare fuori tutta la mia creatività. Fino al 2015 quando ho partecipato ad un concorse per Expo in cui il tema era pensare ad un qualcosa che migliorasse in qualche modo la vita delle donne.
Così, dopo un po’ di ricerche online per cercare spunti, sono arrivata al dato della disoccupazione femminile (14%) e tra le varie cause c’era il tema asilo. Non ho i nonni a cui lasciare il bambino, non trovo posto negli asili pubblici e quelli privati mi costano troppo, rimango a casa senza cercarmi un lavoro.
Così ho pensato a come poter abbattere, anche in minima parte, questo problema. Ho concepito Needo, un servizio che andasse incontro (nel vero senso della parola) alle persone, genitori, ma anche azienze, il mio target di riferimento.
Quali sono stati i primi passi che hai compiuto per concretizzare quella che inizialmente era stata solo un’idea?
Vanessa: I passi sono stati tanti, anche se per una come me che non si accontenta mai, sono ancora pochi. Dopo un percorso formativo in Camera di Commercio di Modena, ho avuto la possibilità di avere l’aiuto di un consulente finanziario con cui ho sviluppato un business plan completo anche della parte economica. Questo mi ha permesso di capire se il business era sostenibile ed in che modo poteva esserlo.
Grazie a questo percorso di sono interessate le prime testate giornalistiche locali (estate 2016).
Ho cominciato ad andare a parlare con il mio mercato potenziale (aziende), ma anche con le Istituzioni, Regione, enti comunali, associazioni, cooperative sociali. Mi serviva avere più feedback possibili, serviti poi ad aggiustare il tiro qua e là su alcuni punti fondamentali per il progetto. Ho sviluppato la progettazione del mio asilo modulare, pensato con il riutilizzo creativo di container marittimi, coibentati e resi a norma.
Gli interni mi sono stati approvati dal Dipartimento Sanità Pubblica U.O. Igiene Edilizia e Urbanistica di Bologna e da parte di tutti ho ottenuto riscontri assolutamente positivi.
Ho partecipato a decine e decine di bandi, programmi di accelerazione che mi hanno permesso di entrare in contatto con Business Angel, Ventur Capitalist ed investor di vario genere. Quest’anno ho costituito una S.r.l.s ed una Cooperativa Sociale.
Come hai fatto a far conoscere Needo?
Vanessa: in parte partecipando a eventi e incontri e poi grazie alla visibilità offertami da social e riviste. Si sono interessati vari giornali (Diva e Donna, Cosmopolitan, Marie Claire, Il Corriere della Sera, ecc…)
Un altro modo per far conoscere la propria idea è quello di partecipare ad eventi del settore innovazione, provando ad entrare in contatto con qualcuno che possa appassionarsi al tuo progetto e proporti un secondo incontro per approfondire.
Finora hai incontrato delle difficoltà? Se sì quali?
Vanessa: La difficoltà maggiore è sicuramente quella che nel nostro paese c’è molta più attenzione al mondo tecnologico e meno a quello sociale.
Tra una app ed un asilo, vince l’app.
I fondi sono pochi e la maggior parte destinati alla tecnologia.
Altra difficoltà è data dall’aver portato avanti questo progetto sola fino ad ora. In questo momento avrei bisogno sicuramente di una persona nel team che possa dare supporto dal punto di vista strategico ed economico.
In ultimo, la burocrazia riguardo il tema asili nido. Molto molto rigida per alcuni aspetti e lunga per altri.
Quali partner potrebbero sostenere il tuo progetto secondo te?
Vanessa: Le partnership nel mio caso sono fondamentali e credo molto utili.
Aziende coinvolte nel progetto, come ad esempio marchi di giocattoli o arredamenti per bambini, potrebbero essere partner di Needo.
Verrebbero pubblicizzati all’esterno dei container e fidelizzerebbero i bambini ed i genitori.
Inoltre Needo sta cercando partner industriali, aziende lungimirante che possano sostenere il progetto in questa fase, sia economicamente ma anche con il proprio know-how o con proprie risorse.
Di cosa avresti bisogno adesso per compiere il passo successivo?
Vanessa: A parte un altro componente del team come scritto prima, soprattutto dei primi fondi per poter realizzare il primo prototipo.
50.000€ utili a realizzarlo e creare un evento di lancio per farci conoscere e far comprendere le potenzialità dell’idea.
Che risultati senti di aver ottenuto finora?
Vanessa: Risultati estremamente positivi, non posso che essere orgogliosa da me e di quello che sono riuscita a fare finora, ma non sono il tipo di donna che ama crogiolarsi sui propri traguardi anzi, guardo sempre oltre e credo ci sia ancora tanto da fare.
Come sei arrivata a conoscere il programma formativo realizzato da QVC Italia in collaborazione con The european House Ambrosetti?
Vanessa: Grazie a una mail ricevuta da un amico startupper. Questo percorso era rivolto solo a imprenditrici donne e così ho compilato il form con la descrizione del mio progetto.
Che apporto ha dato alla tua realtà o al tuo spirito imprenditoriale questo percorso?
Vanessa: Il percorso è stato stimolante, sicuramente mi ha permesso di guardarmi un po’ più nel profondo e capire quale direzione prendere. Come affrontare i propri dubbi ed i periodi neri che, chiunque decide di buttarsi in un qualcosa di così nuovo e grande, inevitabilmente deve superare.
Che valore aggiunto pensi ti abbia dato il nostro viaggio in Israele?
Vanessa: Il viaggio in Israele è stata un po’ una svolta per me.
Ho sentito tanta energia, dai luoghi, dagli odori, dal vento, ma soprattutto dalle persone. Umanamente parlando ho trovato persone meravigliose <3.
Quel paese è così stimolante da sentire la necessità di fare, e fare meglio.
Sicuramente in Italia è più difficoltoso, ma la voglia di provarci c’è e ci deve essere.
Mi sono portata a casa questo, voglia di cambiare, respirare e vivere.
Ti vedi proiettata in una realtà italiana o estera?
Vanessa: Per il momento italiana, ma non escludo che un giorno Needo possa espatriare.
Che consiglio daresti a chi oggi vuole creare una start up?
Vanessa:
Non darsi mai per vinto.
I risultati arrivano se ci credi.
Ovvio, non sarà semplice, ma una volta caduti (ed a me succede spesso) ci si deve rialzare più forti di prima.
Grazie Vanessa per averci raccontato la tua esperienza, tienici aggiornati sul concorso AXA e in bocca al lupo per tutto!