L’amore che mi resta di Michela Marzano
(Einaudi, 2017)
“L’amore che mi resta” ha iniziato a scalare le classifiche ancora prima di uscire.
Online risultava il romanzo più venduto ancor prima che fosse in vendita in libreria il 6 aprile. Un’ottima promozione da parte dell’autrice? Curiosità per il titolo? O curiosità di conoscere il primo romanzo di un’autrice, nonché professoressa di filosofia morale all’università di Parigi ed editorialista de “La Repubblica”, già nota per saggi pubblicati e tradotti in diverse lingue?
Per quanto mi riguarda, curiosità di leggere qualcosa di Michela Marzano, dopo essere rimasta colpita nel 2011, in occasione della presentazione del suo libro “Volevo essere una farfalla” a “Le Invasioni Barbariche” di Daria Bignardi, per la sua grande personalità e le sue parole forti e incoraggianti di fronte ad una malattia come l’anoressia.
Ebbene, credo che Michela Marzano abbia scritto un capolavoro.
Un libro che divora dentro e si divora.
Un romanzo che parla ad ognuno di noi.
Una storia che in pochi saprebbero raccontare con la sua stessa profondità e raffinatezza.
Daria è una donna che diventa madre a venticinque anni quando, per la prima volta, prende in braccio Giada, la sua figlia adottiva.
Con l’amore materno crede di aver raggiunto “il paradiso”, di curare ogni tipo di ferita. Ma non è così.
“Ma quando sei venuta a prendermi era perché volevi una bambina o perché mi volevi bene?”
La ricerca delle origini, la voglia di sapere da dove viene.
Una verità troppo tosta da sopportare.
Dopo venticinque anni, Giada si toglie la vita.
“Vi chiedo scusa.”
Il romanzo è il dolore straziante di una madre per la morte di una figlia.
Ma è anche il racconto dell’obiettivo di Daria: essere quello che non è stata sua madre, una madre impeccabile per donare alla figlia un’infanzia perfetta.
“La vita è ingiusta e non fa sconti a nessuno. Nessuno può mai ricominciare da capo.”
Ed è una storia che parla di tutti: perché ognuno di noi, in fondo, ricerca le origini, vuole sapere chi è.
“La frustrazione e la mancanza si imparano subito. Nessuna madre è perfetta. Nessuna madre è capace. Nessuna madre va bene.
L’importante è accogliere. È questo l’amore. Che non ripara niente ma accetta. Non basta mai, ma soccorre….”
Colgo l’occasione per dirvi che proprio oggi, sabato 22 aprile, Michela Marano sarà a presentare il libro in fiera a Milano a TEMPO DI LIBRI.
Secondo me, per chi può, è un incontro a cui vale la pena non mancare!