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Le bambine, creature, hanno iniziato, con tanto di ditino puntato e tono da piccole iene (non iniziate a dire che lo vedono in casa perchè noooon è vero), a chiedere le cose al padre.
Lo fanno solo con lui, con me non se lo sognano nemmeno. Donne!
Qualcuno la chiama indole, io penso semplicemente che, in quanto femmine, si sia banalmente e naturalmente più predisposte a rompere le palle. Non ho mai pensato che il sesso debole potesse essere il nostro.
Succede anche quando, andando avanti e indietro per la casa con il cellulare di Barbie tra spalla e orecchio, simulano di parlare al telefono con il principe (ognuna il suo) e la telefonata non è altro che un susseguirsi di cazziatoni e rimproveri (“dove sei?”,”E quando arrivi?”, “No, non sei ancora arrivato! Sono le sei meno un quarto – adorano questo orario- La carrozza dov’è?!?!?”, “io stasera ceno a casa! C’è anche il Re?”, “ma vai al ballo?” E così via).
Oggi le ho a casa malate entrambe e ho dovuto interrompere qualsiasi attività lavorativa per stare con loro.
Prego che sia una cosa di passaggio, già mi pregustavo una giornata di lavoro inchiodata al pc, senza extra impegni o presenze, una bella serata con amici sapendole a nanna dalla nonna e l’idea di dormire fino a mezzogiorno domani.
In ogni caso non è che sono malate, Giulia ha solo pensato bene di vomitare tipo bambina di riposseduta a più riprese sulla sorella che dormiva. Vittoria poverina, dopo tante favole, comprendo perché detesti il principe, le erano sempre stati raccontati risvegli migliori.
Fatto sta che le tengo a casa entrambe, sperando migliori strada facendo.
Intanto, però, nel chiedere una fetta biscottata con la marmellata al padre, Vittoria è stata piuttosto autoritaria.
Sarà ancora arrabbiatissima dalla nottata, come darle torto?!?
Buona giornata a voi che ieri notte alle 2:00 dormivate beati senza cambiare letti e lenzuola nè mandare lavatrici.
Giuro che quest’anno il prete che passa a dicembre a benedire le case lo faccio entrare e lo invito anche a cena.