Dimenticare spesso aiuta. A girare pagina, a non martoriarsi, a non mettersi in croce, a non far riaffiorare sensazioni e sentimenti dolorosi. Però sono anche dell’idea che spesso sia importante non farlo del tutto. Perché tutto quel dolore provato sulla nostra pelle, la paura di alcuni attimi, la tristezza di altri, ma anche la gioia e la serenità di altri ancora, contribuiscono, giorno dopo giorno, a renderci quello che siamo e a formare un bagaglio importante, quello dell’esperienza. Non dimenticare del tutto, poi, ci dovrebbe aiutare a non inciampare di nuovo in alcuni errori, ad intravedere con lungimiranza l’epilogo di certe situazioni, a riconoscere a colpo d’occhio determinate persone, ad anelare ad una situazione trascorsa positiva che desideriamo possa ripetersi, ma anche ad attaccarci voracemente alla vita e alle persone che abbiamo intorno e che amiamo, godendocele profondamente, senza vie di mezzo. E poi, gira e rigira, io credo fortissimamente che soffriamo e impariamo a percorrere alcune strade anche per poter aiutare qualcun altro un giorno ad affrontare lo stesso percorso. Lo credo sinceramente, se no alcuni incontri non si spiegano. Altrimenti alcune sensazioni non si giustificano. Come se il nostro vissuto potesse un giorno alleviare un ‘momento no’ di qualcun altro. Non c’è nulla che mi renda più viva dei rapporti interpersonali, dove l’amicizia e il supporto tra amici, conosciuti o sconosciuti, arriva prima di tanti altri miei valori. Io credo nella potenza degli esseri umani, quando sanno tendere braccia e quando sanno afferrare mani. Credo nell’empatia e nel fatto di incontrare persone in grado di regalarci pace, sorrisi e punti di vista diversi dal nostro. Credo che regalare sorrisi e provare a far stare bene gli altri sia una cosa meravigliosa, che non costa nulla ma può fare così tanto. Oggi mi sono svegliata pensando a tanti amici che vivono momenti di incertezza, accanto ad un genitore, un figlio o un amico malati a cui si augurano di poter restare accanto il più a lungo possibile. Ho pensato loro forse perché so cosa si prova a voler apparire forti e saldi di fronte agli occhi del mondo. Ho pensato a loro perché so cosa significa smettere di progettare insieme a qualcuno che si ama e chiedersi in continuazione “perché a me? Perché a lui/lei?”. Li abbraccio tanto e spero trovino in loro tutta la forza necessaria per ricominciare a fare programmi. Sono frasi del cavolo, forse, ma godiamocela questa vita, assaporiamola senza sprecarla e senza perderci in nervosismi e lamentele da nulla. Le cose serie sono altre e le si scopre solo, improvvisamente, quando e se ci sbattiamo contro. Buon lunedì a tutti e un abbraccio forte a chi sta male, perché possa presto rivedere il sole!
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Francesca
Sono nata, da genitori italiani, nel 1980 a Caracas, in Venezuela, dove ho vissuto, andando avanti e indietro con l’Italia, fino al 1989, anno in cui mi sono trasferita definitivamente a Milano. Il mio legame con il Venezuela è comunque rimasto forte nel tempo, fino a quando, nel 2010, ho scelto di non tornarci più. La dittatura ha trasformato in inferno il paradiso e preferisco che il mio paese natale resti splendido, almeno nei miei ricordi. Mi occupo di comunicazione, ormai per lo più digitale, scrivo e leggo tanto, nasco come Event Manager ed oggi mi occupo quasi esclusivamente di consulenza e Digital PR. Sono anche la mamma, esaurita ma felice, di Giulia e Vittoria.
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