I maligni hanno già iniziato a diffondere il dubbio che sia stata solo una subdola operazione di marketing e che l’azienda abbia cavalcato l’onda della tragedia per lucrare sui consumatori. Fortunatamente però, sono tante le persone che, ignorando queste accuse, sono scese in campo per aiutare concretamente il pastificio Rummo.
Non avevo mai acquistato la pasta Rummo prima del 15 di ottobre. Ovvero prima che nella notte tra il 14 ed il 15 un nubifragio colpisse la zona del beneventano, trascinando nel fango lo storico pastificio, la sua produzione ed il destino di 150 dipendenti rimasti a casa. L’azienda al momento si trova senza internet né telefono e i dipendenti trascorrono le loro giornate nel tentativo di ripulire il disastro provocato da fango e acqua, comprensibilmente senza tempo da dedicare ai social e al web.
Ho comprato il primo pacco di pasta Rummo mossa dal desiderio di poter dare anche io una mano, seppur limitata, dopo aver seguito la campagna #SaveRummo, che rimbalza da giorni sui social, e continuerò a comprarne, perché la qualità mi sembra oltretutto ottima.
Ho sempre creduto nella comunicazione web, nei social e nella diffusione di notizie, mode, tendenze che solo internet e i social network concedono. Se non ci credessi tanto non avrei salutato più di 10 anni trascorsi nell’ambito degli eventi e della comunicazione ‘tradizionale’ per reinventarmi da zero nella comunicazione digitale.
La campagna social #saverummo, partita con l’immagine di una pennetta e la frase «L’acqua non ci ha mai rammollito» ne è stata la dimostrazione. La campagna di solidarietà è arrivata in poche ore a oltre 100.000 like e sta crescendo esponenzialmente ogni minuto che passa. Chi di noi in questi ultimi giorni non ha visto il manifesto di cui sto parlando o ancora i numerosi selfie di star della tv e della musica in posa con l’ormai famosissimo pacco di pasta Rummo? Finalmente vediamo una delle potenzialità “buone” di Facebook, lontano dalla condivisione di mero gossip e notizie senza senso.
E’ bastata una frase d’effetto perché tutti noi corressimo in soccorso del pastificio Rummo, ma ricordiamo che Rummo non è stata certo la sola azienda colpita, già che l’alluvione ha devastato anche numerosi vigneti ed uliveti, come ad esempio i vigneti di Falanghina e Aglianico o gli uliveti di Solopaca. Dateci dentro allora, perché nel nostro piccolo possiamo tutti fare qualcosa anche semplicemente comprando i prodotti di queste aziende. Se questa non è una buona scusa per bere di più!
Forza Rummo! Un abbraccio a tutti i dipendenti rimasti a casa ed un augurio sincero perché tutte le aziende colpite dalle alluvioni di questi ultimi giorni possano presto pulirsi via il fango e rialzarsi più forti di prima.